Governo: Antonio Gentile si dimette da sottosegretario. Alfano: "Per noi viene prima l'Italia"

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ROMA, 4 MARZO 2014 - Antonio Gentile, il neo sottosegretario del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture, si è dimesso nella serata di ieri, a causa di uno scandalo che l'ha travolto nei giorni scorsi, riguardante suo figlio Andrea, indagato per abuso d’ufficio.

Secondo le accuse il senatore Gentile di Ncd, nominato sottosegretario dal premier Renzi da pochi giorni, avrebbe fatto pressioni per evitare la pubblicazione di un articolo sul quotidiano L'Ora della Calabria, la notizia che il figlio Andrea era indagato. Lo scandalo ha destato una grande bufera tra i politici, ma anche tra molti giornalisti. Sel ed il M5S erano pronti a presentare in parlamento una mozione di sfiducia contro il sottosegretario che ha preceduto tutti rassegnando le sue dimissioni.

Gentile ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi e al "suo" leader, Angelino Alfano affermando che la sua è stata una "decisione sofferta" e fatta "nell’interesse del Paese" al termine di uno "stillicidio":

"Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico, che è incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. E’ una riflessione amara ma reale, di un segmento dell’Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo”. 

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Alfano non ha mancato di sottolineare che "Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Per noi viene prima l’Italia".

Gentile ha poi affermato: "Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale”, ed ha chiesto "che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verità terza e oggettiva che sarà scritta dai giudici, ma che è già ben presente nella mia coscienza. Ringrazio il presidente Renzi per l'onore accordatomi e Alfano per la fiducia espressami, oltre che i parlamentari del Ncd che hanno capito esattamente come la volontà pervicace di colpire Renzi si sia espressa utilizzando il mio nome. Riconfermo la mia fiducia nella Magistratura e nel Capo dello Stato che ne presiede l'organo di autogoverno, conscio che nel nostro paese la maggioranza dei cittadini rifugge dai metodi illiberali e criminali che mi hanno colpito, innocentemente".

Ma, solo successivamente alle sue dimissioni, è arrivata la notizia che il senatore non è indagato nell’inchiesta sulle pressioni esercitate su "L’Ora della Calabria" per impedire la pubblicazione dell'articolo riguardante l’indagine in cui è coinvolto il figlio. La Procura di Cosenza ha fatto sapere che nell’inchiesta sulle pressioni per non fare uscire il quotidiano c'è un indagato. Si tratta di Umberto De Rose, titolare della tipografia che stampa il giornale.

Il Governo Renzi può adesso occuparsi di questioni politiche ben diverse e che l'Italia sta attendendo: il Piano Casa, il Jobs Act, i primi provvedimenti economici ed il piano di edilizia scolastica.

Valentina D'Andrea

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Scritto da Valentina Dandrea

Giornalista di InfoOggi

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