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Il Procuratore di Reggio Calabria Gratteri: "Il processo breve è un grande regalo alla mafia"

Marcella Stilo
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Il Procuratore di Reggio Calabria Gratteri: "Il processo breve è un grande regalo alla mafia"
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REGGIO CALABRIA – “Sul processo breve, che per come è stato concepito è un grande regalo a tutti, alla mafia e non solo, per coerenza dovrebbe farsi sentire il ministro Maroni, visto che complessivamente ha dimostrato di essere un buon ministro”. Lo ha detto il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso di un’intervista rilasciata a Klaus Davi, conduttore di KlausCondicio su You Tube, che ne ha diffuso il testo.
“E’ un grande regalo – ha aggiunto – soprattutto per chi commette reati nei confronti della pubblica amministrazione, poiché la mafia è al suo interno. Il processo breve provocherà conseguenze anche sui reati fine. Reati non mafiosi e non commessi da mafiosi ma atti a favorire un’azione mafiosa aggravati dall’articolo 7 del codice. Infatti, in tutti i processi nei quali sono coinvolti mafiosi, non sempre sono presenti i detenuti”. [MORE]

Secondo Gratteri, inoltre, “dal 1992, come legislazione antimafia non è stato fatto più nulla, solo chiacchiere e convegni. E parlo di tutti i governi che si sono succeduti, di destra o di sinistra.

Del Governo che è in carica in salvo solo due cose buone: una è il primo decreto sicurezza, che ha abolito il patteggiamento che prevedeva la condanna in primo grado a 25 anni ed in cambio, il giudice non doveva scrivere la sentenza; la seconda cosa buona riguarda le misure di prevenzione ed la possibilità di sequestrare i beni anche dei defunti. Il resto, mi paiono solo palliativi e spot pubblicitari”.

Gratteri ha aggiunto che “é innegabile che gli arresti ci siano, ma la mafia se la ride lo stesso. La mafia se la ride, perché ci dobbiamo chiedere, a fronte di un arresto, quante decine di ragazzi di 15 anni si stanno facendo battezzare dalla ‘ndrangheta.

Stiamo lavorando e stiamo ottenendo i risultati sui soliti noti. Solo a Reggio Calabria e Milano abbiamo arrestato 300 persone. Il 50% degli arrestati si fara’ sei o sette anni di carcere. Cosa sono, rispetto alla prospettiva di comandare un paese? Un conto se di anni ne fanno trenta. Allora sì che si incide sugli equilibri della mafia e la si danneggia veramente”.

“Ai vertici delle `ndrine ci sono anche dei boss che sono omosessuali o che hanno rapporti omosessuali frequenti. Ma lo sono in modo nascosto, perché altrimenti verrebbero uccisi, posati o messi in sonno, come dicono i massoni”.

“La ‘ndrangheta – spiega – non ammette l’omosessualità, seppure di un big-boss; si uccide per molto meno. Si uccide un picciotto perché non si è vendicato per una moglie che gli ha fatto le corna, figuriamoci se un boss fa sesso con uomini o travestiti. Comunque alcuni boss dei più alti vertici delle `ndrinde, praticano regolarmente rapporti omosessuali”.

Il magistrato ha poi aggiunto dettagli alla notizia dell’uso degli sms nelle trasmissioni sportive televisive (come Quelli che il calcio, che ha deciso di sospendere il servizio) che i boss in carcere farebbero per comunicare all’esterno: “Forza Milan o Forza Juve o Inter può significare il via libera a un atto violento, l’ok ad un assassinio”.
 


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Scritto da Marcella Stilo

Giornalista di InfoOggi

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