"Il Pugile dell'Isis era fortemente motivato a colpire"
Cronaca Lombardia

"Il Pugile dell'Isis era fortemente motivato a colpire"

giovedì 2 marzo, 2017

MILANO, 2 MARZO 2017 - Abderrahim Moutaharrik e Abderrahmane Khachia erano "fortemente determinati a porre in essere atti terroristici" per uccidere "gli occidentali". Questo è quanto scrive il gup di Milano, Alessandra Simion, nelle motivazioni della sentenza di condanna a carico del "Pugile dell'Isis" e di altri 4 imputati. [MORE]

Nella cinquantina di pagine che compongono il documento, il Gup spiega alcuni passaggi che si sarebbero potuti concludere in tragedia. Il 14 febbraio scorso, sono stati condannati con rito abbreviato Abderrahim Moutaharrik e Abderrahmane Khachia a 6 anni di reclusione, mentre la moglie del pugile e altri 3 imputati sono stati condannati a 5 anni.

"E' emerso come gli imputati avessero maturato un'intima e completa condivisione dei dettami jihadisti dello Stato islamico", si legge nelle motivazioni. Marito e moglie parlavano "ripetutamente delle ideologie jihadiste, ascoltandone musiche e inni alla presenza del figlio piccolo; più volte esprimono la volontà che i loro figli vivano e crescano nello Stato islamico, da <<buoni musulmani>>, secondo la visione radicale sostenuta dall'organizzazione terroristica".

Per il giudice di Milano "i motivi a delinquere riferibili a tutti gli imputati e ravvisabili in una distorta ideologia religiosa e in un odio generalizzato verso gli appartenenti a qualsiasi altra confessione che aveva determinato gli imputati a proclamarsi pronti ad agire a costo di perdere la propria vita, la pervicacia e la risolutezza nel perseguire i propri propositi criminosi, nonchè l'assenza di alcuna forma di resipiscenza, sono elementi che non consentono di partire per il calcolo della pena in concreto dai minimi edittali".

Dalle intercettazioni telefoniche è emerso anche che i due uomini, con l'adesione della moglie, avevano intenzione di partire e di recarsi in Siria per combattere tra le fila dello Stato Islamico. "Sconcertante è la telefonata del 22 marzo 2016, giorno degli attentati a Bruxelles: dal contenuto appare ormai chiaro che i coniugi, totalmente avversi al mondo occidentale, siamo intenzionati a partire al più presto. Risulta difficile commentare la speranza manifestata dai due che una situazione analoga a Bruxelles si possa manifestare anche a Roma!".

La coppia avrebbe voluto portare in Siria anche i loro due bambini, di 2 e 4 anni. Per questi motivi, il Gup aveva anche disposto, per i due, la sospensione della potestà genitoriale.

Daniele Basili 

immagine da milanotoday.it

 


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