Mons. Vincenzo Bertolone. "i nonni, ricchezza e veri pilastri dello stato sociale"
Chiesa e Società Calabria

Mons. Vincenzo Bertolone. "i nonni, ricchezza e veri pilastri dello stato sociale"

domenica 4 febbraio, 2018

La riflessione domenicale del presidente della CEC, mons. Vincenzo Bertolone. "i nonni, ricchezza e veri pilastri dello stato sociale"
CATANZARO, 4 FEBBRAIO - «Credo che Dio il settimo giorno non sia andato in vacanza ma abbia inventato i nonni. E, accorgendosi che si trattava della più geniale delle sue creazioni, si sia preso una giornata libera per trascorrerla con loro». La garbata ironia che vien fuori dalle righe d’un romanzo dello scrittore Fausto Brizzi ci restituisce, con la levità d’un sorriso, l’importanza della figura dei nonni. Ce lo ricorda, del resto, con piglio molto più serio e numeri alla mano, anche l’Eurispes, che nel suo recentissimo rapporto sull’Italia ha confermato una verità nota: i nonni sono letteralmente una risorsa per 7 famiglie su 10. Nel 72,7% dei casi contribuiscono al sostegno economico del nucleo familiare di appartenenza e con percentuali ancora più alte (78,6%) mettono a disposizione dei figli il proprio tempo, per aiutarli a gestire i nipotini ed il disbrigo delle faccende quotidiane. Nulla di nuovo, insomma: i nonni continuano ad essere uno dei pilastri dello Stato sociale. Mediamente più lucidi e longevi che in passato, quelli odierni sono eroici, àncore per le incertezze delle giovani generazioni e capaci di superare con entusiasmo e slancio difficoltà ed ostacoli. [MORE]

Una volta, quando la vita era diversa e meno tecnicizzata, radunavano i nipoti intorno al camino e raccontavano, insegnavano, sognavano. Adesso che i tempi sono cambiati, è rimasto identica – pur nella diversità delle forme – la relazione unica e speciale che s’instaura con i nipoti ed aiuta ad imparare a crescere ed a confrontarsi con la vita, nel vero segno della trasmissione del senso della tradizione, ma anche della continuità di insegnamenti buoni per ogni epoca nell’ambito di un patto educativo intergenerazionale. Una ricchezza, dal punto di vista pratico ed emotivo, diventata preziosa e quasi irrinunciabile negli anni della crisi ancor non del tutto alle spalle, in cui il legame tra bimbi e anziani è andato rafforzandosi, come una stretta di mano affettuosa e calorosa sempre più necessaria per non lasciare affondare il futuro.

Al tempo stesso, però, questa situazione mette a nudo due rischi: uno, di matrice educativa, rappresentato dalla possibile latitanza di padri e madri, all’apparenza colmata dalla delega in bianco rilasciata ai nonni. Il secondo, di natura sociale, insito nella tipologia del nostro welfare che stenta a ridimensionare l’espandersi delle disuguaglianze ed a tutelare le famiglie: chi sperimenta condizioni di svantaggio da giovane ha alte probabilità di restare ai margini anche da grande. Per fortuna, restano e resistono i nonni, che in questa problematica società ove sono spesso mitizzate la forza e l’apparenza, testimoniano i valori che contano davvero perché rimangono per sempre, perché sono inscritti nel cuore di ogni essere umano di buona volontà. Ha ragione papa Francesco: «I nonni sono come alberi che continuano a portare frutto: pur sotto il peso degli anni, possono dare il loro contributo originale per una società ricca di valori e per l’affermazione della cultura della vita».


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