Scontro tra Sigfrido Ranucci e il Garante della Privacy: multa da 150mila euro a Report per il caso Sangiuliano
Multa da 150mila euro alla Rai per la diffusione dell’audio Sangiuliano: Ranucci denuncia pressioni politiche, il Garante replica parlando di accuse gravissime. Dibattito aperto sulla libertà di stampa in Italia.
Tensione altissima tra il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il Garante per la Privacy, dopo la decisione dell’Autorità di sanzionare la Rai con una multa di 150mila euro. Il provvedimento arriva a seguito della diffusione dell’audio privato tra il ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, mandato in onda da Report l’8 dicembre scorso.
Il caso Sangiuliano e la sanzione del Garante
Secondo il comunicato ufficiale, il Garante per la protezione dei dati personali ha ritenuto la trasmissione dell’audio in violazione del Codice della Privacy, del GDPR e delle regole deontologiche giornalistiche.
La decisione, che ha immediatamente fatto discutere, è stata resa nota nella stessa giornata in cui l’Autorità ha dichiarato invece infondata una seconda denuncia del ministro nei confronti di altre testate giornalistiche.
Le accuse di Ranucci: “Un segnale contro la libertà di stampa”
La risposta di Sigfrido Ranucci non si è fatta attendere. Durante una conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, organizzata dal deputato dem Sandro Ruotolo, il giornalista ha parlato apertamente di un clima di pressione politica e intimidazione verso la stampa.
“Ricevo solidarietà bipartisan – ha dichiarato Ranucci – ma è un gesto ipocrita: da una parte le parole di sostegno, dall’altra si arma il Garante della Privacy per colpire Report e lanciare un messaggio a chi fa inchieste scomode”.
Ranucci ha inoltre chiesto che il Garante europeo per la privacy verifichi l’operato dell’omologo italiano, insinuando che l’Autorità agisca “come un’emanazione del governo”.
La replica dell’Autorità: “Accuse gravissime”
Non si è fatta attendere la risposta ufficiale del Garante della Privacy, che in una nota ha definito “gravissime” le affermazioni di Ranucci, ribadendo “l’assoluta indipendenza e trasparenza dell’operato a difesa della legalità” e riservandosi ogni iniziativa a tutela della propria immagine istituzionale.
L’origine dello scontro
L’intera vicenda si è infiammata dopo la pubblicazione di un retroscena su Il Fatto Quotidiano, in cui si ipotizzavano pressioni di Fratelli d’Italia sull’Autorità per ottenere la sanzione contro la Rai. Un’ipotesi che ha alimentato ulteriori polemiche politiche e mediatiche.
Ruotolo e il dibattito sulla libertà di stampa
Nel corso della conferenza, l’eurodeputato Sandro Ruotolo ha rivolto un appello diretto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invitandola a “ritirare le querele temerarie che rappresentano atti intimidatori verso i giornalisti”, sottolineando come in Italia “la solidarietà verso la stampa libera sia spesso solo di facciata”.
Ranucci: “L’Europa come garanzia di indipendenza”
Il conduttore ha ringraziato l’Unione Europea per aver promosso l’European Media Freedom Act, una normativa che mira a rafforzare l’autonomia dei media pubblici e tutelare i giornalisti da pressioni politiche.
Ranucci ha infine annunciato che replicherà alle accuse del Garante nella puntata di Report in onda domenica 26 ottobre alle 20:30 su Rai 3, promettendo di affrontare il tema con documenti e prove.
Presunzione di innocenza
È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.
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