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Un allarme per la nostra comunità: violenza, intimidazioni e disagio a Lamezia Terme

Redazione
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Un allarme per la nostra comunità: violenza, intimidazioni e disagio a Lamezia Terme
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Negli ultimi mesi la città di Lamezia Terme (CZ) registra una preoccupante escalation di episodi di violenza, intimidazione e maltrattamento che richiedono una forte presa di coscienza da parte delle Istituzioni, delle forze dell’ordine e della comunità.

  • Il 24 ottobre 2025 un uomo di 52 anni è stato ucciso a coltellate sul lungomare di Lamezia Terme, in località Ginepri. Le indagini hanno evidenziato un accanimento dell’omicida nei confronti della vittima.
  • Sempre in quel periodo, due uomini sono rimasti feriti da colpi d’arma da fuoco nei pressi delle palazzine popolari di Savutano, segnalando un clima di tensione urbana e aggressività armata.
  • In data 12 novembre 2024 un medico primario del pronto soccorso dell’ospedale cittadino è stato aggredito con un manganello: esempio drammatico di come anche i servizi sanitari, punto di riferimento della comunità, siano vittime del fenomeno.
  • In marzo 2025 è stato disposto l’allontanamento dalla casa familiare di un uomo per maltrattamenti in famiglia nei confronti della convivente e del figlio minorenne: episodi che si trascinavano da anni, caratterizzati da insulti, umiliazioni, aggressioni fisiche e restrizioni della libertà personale.
  • Recentemente si segnalano ordigni artigianali esplosi contro ingressi di attività commerciali nel centro: tre episodi analoghi in pochi giorni, che possono essere letti come tentativi di estorsione o intimidazione.

Il fenomeno non è episodico, ma rappresenta un segnale di un disagio più profondo. Le cause vanno ricercate in:

  • una cultura della violenza che trova terreno fertile nelle condizioni di fragilità sociale, economica e familiare;
  • la presenza storica di fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nella zona, che può alimentare meccanismi di controllo, estorsione e intimidazione (vedi la vicenda della Faida di Lamezia Terme).
  • un contesto in cui la denuncia delle vittime, soprattutto nelle famiglie, è ostacolata dalla paura e dall’omertà: come ricordato dal centro antiviolenza cittadino, “il nostro territorio è segnato da una debole cultura a svelare i torti … a riconoscere le violazioni”. comune.lamezia-terme.cz.it
  • carenze nei servizi di tutela, prevenzione e presa in carico: dal pronto soccorso alle strutture socio-assistenziali, la protezione e il supporto sono insufficienti a fronte di un clima sempre più teso.
  • un disagio giovanile e socio-economico che, in assenza di opportunità e prospettive, può deviare in comportamenti violenti o intimidatori.

Le conseguenze per la città

  • La fiducia nella comunità e nelle istituzioni viene erosa: quando la violenza si manifesta in forma pubblica e grave, aumenta il senso di insicurezza.
  • Le attività commerciali e il tessuto economico locale ne risentono: gli ordigni anti-commerciali e le intimidazioni colpiscono l’economia legale e generano effetto deterrente per gli investimenti.
  • Le famiglie e le persone più vulnerabili (donne, minori, anziani) rischiano di essere maggiormente esposte se non viene garantita una tutela efficace.
  • Le strutture pubbliche, come gli ospedali o i servizi sociali, subiscono anche loro il peso della violenza, condizionando la qualità del servizio e la sicurezza degli operatori.

Per invertire la tendenza occorre un approccio integrato, che combini prevenzione, tutela e rigore. Le seguenti azioni appaiono prioritarie:

  • Rafforzamento della presenza e della visibilità delle forze dell’ordine in aree sensibili della città, con pattugliamenti mirati, controllo territoriale e coordinamento con i servizi sociali e amministrativi.
  • Potenziare i punti di ascolto e supporto per le vittime della violenza (ad esempio il centro antiviolenza sul territorio), garantendo percorsi rapidi, gratuiti e protetti di denuncia, assistenza legale e sostegno psicologico.
  • Campagne istituzionali e scolastiche di educazione alla legalità, al rispetto, alle relazioni non violente, coinvolgendo scuole, famiglie, associazioni giovanili e comunità parrocchiali.
  • Supporto alle attività economiche e commerciali che subiscono intimidazioni, con strumenti di tutela, incentivi e “sportelli sicurezza” dedicati.
  • Interventi sul disagio giovanile e l’emarginazione socio-economica, attraverso programmi di formazione, orientamento al lavoro, spazi culturali e aggregativi, affinché la violenza non sia la “via d’uscita” dal silenzio e dalla marginalità.
  • Collaborazione tra Istituzioni, società civile e terzo settore, affinché municipi, forze dell’ordine, associazioni, realtà familiari e volontariato agiscano insieme in una rete di protezione e promozione della legalità.
  • Sistema sanzionatorio efficace e trasparente: quando le violenze, intimidazioni e maltrattamenti emergono, che ci sia una risposta pronta e commisurata, per affermare che non è tollerabile vivere nella paura.

La città di Lamezia Terme vive un momento delicato: gli episodi recentemente emersi non devono essere considerati come casi isolati, ma come campanelli d’allarme di un tessuto sociale che richiede cura, vigilanza e impegno comune. Ognuno — istituzioni, cittadini, famiglie, scuole, imprese — ha un ruolo da svolgere per impedire che la violenza diventi normalità.
Non si tratta solo di reprimere il reato, ma di costruire una comunità che riconosca e protegga la dignità di ogni persona, opponendosi alle condotte violente, all’omertà, alla rassegnazione.

Invitiamo quindi tutte le forze vive della città a promuovere un patto per la legalità e la convivenza: perché solo insieme possiamo restituire a Lamezia Terme la serenità e la vivibilità che merita.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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