Caso spia russa in GB, Mosca respinge le accuse di avvelenamento
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Caso spia russa in GB, Mosca respinge le accuse di avvelenamento

giovedì 15 marzo, 2018

MOSCA, 15 MARZO – Non si placa la battaglia diplomatica in corso tra Gran Bretagna e Russia sul caso di Sergei Skripal, l’ex spia russa ricoverata in ospedale per avvelenamento a Salisbury, in Inghilterra, insieme alla figlia Yulia ed al poliziotto locale che ha prestato il primo soccorso ai due. Scotland Yard, tramite il responsabile della sezione antiterrorismo Mark Rowley, aveva subito fatto sapere che il tentativo di omicidio sarebbe stato condotto con l’utilizzo di un agente nervino e che si sarebbe trattato di un’azione mirata e precisa, pur non essendo chiaro come la somministrazione della sostanza sia avvenuta. Immediatamente erano partite le furenti accuse di Londra, con Theresa May che in un vertice all’ONU aveva accusato la Russia di aver “compiuto un attacco sul suolo britannico”, annunciando pesanti ritorsioni diplomatiche.

La stampa inglese ha in questi giorni provato a costruire diversi scenari per spiegare la vicenda. Il Daily Telegraph ha rispolverato alcune dichiarazioni di Putin risalenti ad otto anni fa, quando proprio Skripal fu rilasciato da un carcere russo per essere inserito in una sorta di scambio di spie detenute con i Paesi del blocco occidentale; in particolare, il giornale ha riportato la frase “i traditori soffocheranno nei loro 30 denari”, interpretata come minaccia di futura vendetta da parte del Cremlino contro Skripal ed altri agenti segreti che erano detenuti in Russia appunto per alto tradimento. Il 66enne aveva infatti in passato ricoperto la carica di colonnello della GRU (l’intelligence militare russa), ma diversi anni fa si sarebbe venduto al MI6 inglese. La BBC ha però precisato che più volte Putin ha respinto pubblicamente e categoricamente l’accusa di aver ordinato l’uccisione degli agenti doppi rifugiati all’estero.

Il Cremlino ha dunque subito respinto al mittente anche le prime accuse mosse sul caso-Skripal ed ha a sua volta rilanciato, sostenendo, tramite la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova, che politici e giornalisti britannici avrebbero strumentalizzato la vicenda per alimentare sentimenti anti-russi e lanciare una campagna mediatica ostile alla Russia. Il Foreign Office britannico ha dal canto suo risposto ventilando addirittura l’ipotesi di boicottaggio dei mondiali di calcio di Russia 2018 da parte della nazionale inglese, per poi precisare successivamente che sarebbe stato Boris Johnson (Segretario di Stato per gli Affari Esteri ed il Commonwealth) a proporre semplicemente il forfait di funzionari e dignitari del Governo inglese, ma senza riferirsi alla squadra.

Nel frattempo, la linea dura da parte dei Paesi occidentali è stata confermata oggi, quando Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui condannano formalmente l’avvelenamento di Sergei e Yulia Skripal, accusando esplicitamente Mosca di aver organizzato l’attacco, esortando il Cremlino a collaborare nelle indagini condotte da Scotland Yard. Downing Street ha pubblicato la nota anche sul sito web ufficiale del Governo, ricordando inoltre come un agente nervino di tipo militare non venisse impiegato in un’offensiva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, per poi affermare che gli investigatori sarebbero certi del fatto che la sostanza sia di produzione e provenienza russa. L’accaduto è stato descritto addirittura come “un assalto alla sovranità del Regno Unito”, oltre che “una chiara violazione della Convenzione sull’utilizzo delle armi chimiche e del diritto internazionale generale, dal momento che costituisce una concreta minaccia alla sicurezza di tutti”. L’account Twitter ufficiale di Downing Street ha riportato anche la posizione degli alleati, i quali condividono la valutazione di Londra sul fatto che nessun’altra spiegazione alternativa possa essere fornita della vicenda e che il rifiuto della Russia di collaborare all’inchiesta rappresenterebbe una prova del suo coinvolgimento.

Non si è fatta attendere la replica del Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, il quale, in base a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ria Novosti, avrebbe promesso una pronta espulsione di tutti i diplomatici britannici presenti sul territorio russo. Secondo Lavrov, sarebbe piuttosto il Governo inglese a voler cercare argomenti mediatici per sviare l’attenzione dalla situazione molto difficile che sta vivendo per portare a termine i negoziati sulla brexit, sottolineando peraltro come da Londra non sia stata fornita alcuna prova concreta sul coinvolgimento russo nel caso-Skripal, “evidentemente perché non ce ne sono”. Il capo della diplomazia del Cremlino ha poi lanciato un’ulteriore frecciata al Governo May, annunciando che le singole misure di ritorsione saranno in ogni caso rese pubbliche soltanto dopo una comunicazione formale rivolta a Downing Street attraverso i canali interni: “Ci rivolgeremo prima ai nostri colleghi britannici, perché è così che si comportano i gentlemen. Purtroppo ce ne sono sempre meno” – avrebbe concluso ironicamente il Ministro, specificando però che Mosca sarà pronta in futuro a tornare ad una normale cooperazione con i Paesi occidentali, appena questi ultimi “cesseranno di seguire tendenze russofobiche”.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: loccidentale.it


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