Catania, la Moschea diventa esempio di integrazione aiutando gli italiani in povertà
Cronaca Sicilia

Catania, la Moschea diventa esempio di integrazione aiutando gli italiani in povertà

mercoledì 24 giugno, 2015

CATANIA, 24 GIUGNO 2015 - Un esempio di integrata interazione e reciproca ospitalità è offerto da quasi due anni dalla Moschea di Catania, che ha attivato un servizio mensa di cui usufruiscono persone indigenti, a prescindere dal credo o dalla nazionalità.[MORE]

L'INIZIATIVA DELLA MOSCHEA

A riportare la notizia è Redattore Sociale, network raggruppante informazioni, documentazioni e iniziative afferenti alla sfera del sociale. La Moschea di Piazza Cutelli, la più grande del Mezzogiorno, accoglie moltissimi fedeli ed è punto di riferimento, non solo per musulmani e profughi, ampiamente accolti dalla Moschea della Misericordia, ma anche per gli abitanti, le famiglie, dei quartieri limitrofi, versanti in condizioni di grave indigenza. Abdelhafid Keith, imam e presidente della Comunità Islamica di Sicilia, ha dichiarato ai microfoni di RS "al di fuori delle cene per il mese sacro non possiamo offrire da mangiare, non avendo una cucina adeguata; abbiamo così deciso di muoverci in altro modo” e Ismail Bouchnafa, direttore del Centro islamico, ha afferrmato "abbiamo stretto un accordo con il Banco Alimentare che ci consegna parte dei viveri raccolti durante la colletta alimentare nei supermercati: noi prepariamo i pacchi e, due volte al mese, li distribuiamo a chi ne fa richiesta”. 

IL PROGETTO E GLI AIUTI CONCRETI ALLA POPOLAZIONE

Il progetto ha iniziato a muovere i primi passi nel 2013 per poi divenire servizio stabile nel 2014. Attualmente riesce a sostenere oltre 300 famiglie appartenenti al quartiere Civita e alla zona compresa tra il porto e via Vittorio Emanuele, nei pressi della Moschea. Nei periodi di maggiore affluenza il numero degli usufruenti ha raggiunto i "500 nuclei". Di ogni richiesta, gli addetti, valutano l'idoneità, tenendo aggiornato un database per l'accesso al servizio, le cui informazioni vengono trasmesse al Banco Alimentare, ma, alle persone aiutate, non vengono chiesti documenti di alcun genere poiché "molti tra i rifugiati hanno il terrore dell'identificazione". Di tale servizio e aiuto, "un aiuto fondamentale - ribadisce RS - beneficiano, nell’80 per cento dei casi, famiglie italiane, residenti da generazioni in uno dei quartieri più poveri della città." Ma il Centro Islamico, non si occupa "solo" della collaborazione con il Banco Alimentare, è stato, infatti, allestito, con il Movimento dei Focolari, la Comunità di Sant’Egidio e la Caritas Diocesana, "un'attività di dopo scuola per alunni stranieri e italiani".

Reciproco e condiviso, dunque, il senso di ospitalità, accoglienza, collaborazione, che in due anni ha permesso di affiancare e sostenere i più deboli, un esempio di intensa umanità che, come ribadisce l'imam, ha reso la Moschea, ordinariamente considerata luogo di pochi, "luogo di incontro e dialogo, patrimonio di tutti i catanesi".

 

Fonte foto: redattoresociale.it

Ilary Tiralongo


Autore
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