Di Maio: "Con il Dl dignità il Jobs Act sarà licenziato". Confindustria boccia il provvedimento
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Di Maio: "Con il Dl dignità il Jobs Act sarà licenziato". Confindustria boccia il provvedimento

martedì 3 luglio, 2018

ROMA, 3 LUGLIO – Approvato il Dl dignità Luigi Di Maio delinea le conseguenze e gli aspetti fondamentali di tale decreto. Esso si basa su “"tre concetti: diamo un colpo mortale al precariato, licenziando il Jobs Act; diamo un colpo mortale alla parte più insidiosa della burocrazia, per cui ci diranno che vogliamo favorire gli evasori quando vogliamo favorire i cittadini onesti; siamo il primo Paese in Ue che dice stop al gioco d'azzardo e diciamo no alle multinazionali che vengono qui, prendono soldi e delocalizzano". "Questo decreto non è un punto segnato al M5s – continua il vicepremier - ma segnato dai cittadini già il 4 marzo e ce ne saranno tanti altri. Tutti assieme siamo impegnati a attuare il contratto. Nessuno si vuole avvantaggiare di questo o quel provvedimento". "Queste azioni ci permettono di dimostrare che manteniamo le promesse. E vorrei dire che quello che si pensava che non si potesse fare - ha aggiunto - si può fare e sta avendo effetti in tutto il mondo".


A partire delle misure di contrasto al precariato, con l'abbassamento del tetto di durata massima dei contratti a termine sceso da 36 a 24 mesi massimo. Di Maio ha voluto rassicurare le imprese che oggi hanno espresso critiche sul provvedimento. "Con questo decreto si tutelano i lavoratori onesti, senza danneggiare le imprese oneste: chi abusa non ha nulla da temere", ha aggiunto Di Maio: "Agli imprenditori dico che saremo dalla vostra parte per far calare il costo del lavoro". E sull’azzardopatia il ministro ha affermato che "Migliaia di famiglie sono finite sul lastrico. Per fermare l'azzardopatia smettiamola con i messaggi subliminali, con la pubblicità, con i testimonial famosi che sponsorizzano questi brand".[MORE]

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si dice invece “lieto che il primo decreto approvato in materia sociale sia sul recupero della dignità dei lavoratori e delle imprese". "Ovviamente questo governo non è in contrasto col mondo imprenditoriale, - ha puntualizzato Conte -anzi adotteremo anche misure per favorire la crescita economica, vogliamo una sana alleanza col mondo del lavoro e imprenditoriale ma vogliamo contrastare le iniziative ingiustificate" come chi se ne va dopo aver beneficiato degli aiuti pubblici.

Il Decreto è stato fortemente criticato dal Pd e dalle imprese. L’ex premier Paolo Gentiloni ha attaccato il provvedimento: "Dopo un mese di annunci rocamboleschi il mini decreto di ieri non favorisce gli investimenti in Italia e il lavoro di qualità. Introduce soltanto ostacoli per lavoro e investimenti. Lasciamo stare la dignità". A cui gli fa eco l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda: “Il Dl dignità avrà due effetti: diminuire l'occupazione ovunque e gli investimenti al Sud (e le reindustrializzazioni). È politica degli slogan non il governo della realtà. Sta al lavoro/crescita come fermare una nave ONG sta alla gestione dell'immigrazione. Pessimo debutto". Dura anche Confcommercio che in una nota spiega: "In attesa dell'annunciata riduzione del costo del lavoro, tutta da verificare, il governo decide di fare una grave marcia indietro sui contratti a termine introducendo, di fatto, forme di inutile e dannosa rigidità", ha spiegato Confcommercio, aggiungendo che "se l'obiettivo era quello di favorire la creazione di nuova occupazione, si va invece nella direzione opposta con l'aggravante di creare un periodo di incertezza e un ritorno del contenzioso". "Le imprese del terziario e del turismo, le uniche che hanno creato nuova occupazione, anche durante le crisi - sottolinea la confederazione - avranno dunque un freno allo sviluppo e agli investimenti" dalle norme previste nel decreto Dignità approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.

Anche Confindustria boccia il provvedimento, ritenendolo un “segnale molto negativo per il mondo delle imprese". "Il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà" e "preoccupa anche che siano le imprese a pagare il prezzo di un'interminabile corsa elettorale all'interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni" spiega Confindustria in una nota. "Sia chiaro – continua la nota - colpire duramente i comportamenti opportunistici di chi assume un impegno con lo Stato e poi non lo mantiene è un obiettivo che condividiamo. Ma revocare gli incentivi per colpire situazioni di effettiva distrazione di attività produttive e di basi occupazionali dall'Italia è un conto; altro è, invece, disegnare regole punitive e dalla portata tanto ampia quanto generica". "L'unico denominatore comune delle scelte fatte in tema di lavoro e delocalizzazioni - conclude la nota - è di rendere più incerto e imprevedibile il quadro delle regole in cui operano le imprese italiane: l'esatto contrario delle finalità di semplificazione e snellimento burocratico dichiarate dal nuovo Governo all'atto del suo insediamento".

Federico De Simone

Fonte immagine: Lapresse


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