Discorso del Sindaco Abramo al Presidente Mattarella
Politica Calabria

Discorso del Sindaco Abramo al Presidente Mattarella

venerdì 29 gennaio, 2016

CATANZARO 29 GENNAIO 2016 - Pubblichiamo in forma integrale, il discorso del Sindaco Sergio Abramo al Presidente Mattarella della “Cittadella Regionale”.Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente della Giunta Regionale, Signori Sindaci, Autorità,

la solenne inaugurazione nella Città Capoluogo della sede del Governo Regionale della Calabria, alla presenza del Capo dello Stato, avviene in coincidenza con il Settantesimo anniversario della Repubblica Italiana. [MORE]

E’ una circostanza allo stesso tempo suggestiva e significativa.

Si compie definitivamente in Calabria, sia pure a distanza di 45 anni, il sogno del regionalismo, un sogno che appariva monco proprio per la mancanza di un luogo-simbolo, in cui tutti i calabresi potessero riconoscersi.

Il cammino del regionalismo nella nostra Regione, come tutti sappiamo, è stato tormentato e segnato da profonde divisioni che hanno minato seriamente la vita democratica della nostra terra.

A me piace immaginare che questa maestosa opera possa essere percepita da tutti i calabresi - dal Pollino alle marine dello Stretto - come simbolo dell’unità regionale e della fine di tutti i campanilismi.

Signor Presidente,
nell’esprimerle la mia gratitudine per avere accettato l’invito rivoltole dal Presidente della Giunta Regionale, mi piace ricordare che le radici del nome Italia sono qui, in questo lembo di terra che divide i Golfi di Sant’Eufemia e Squillace, come riportano molte fonti dell’antichità.
Era la terra degli Itali, il popolo che adorava il totem-vitello. Un “re Italo” avrebbe, secondo la leggenda, guidato gli Enotri, indiscussi dominatori della parte meridionale dell’attuale Calabria.

Il nome Italia si sarebbe poi esteso, man mano, a tutta la Penisola, con l’avanzare della conquista romana.

E’ per tali motivi, così carichi di suggestioni e alti significati, che rinnovo anche in questa sede la mia richiesta al presidente Oliverio perché intitoli questa splendida opera agli Itali.

“Palazzo degli Itali” diventerà così non solo simbolo dell’unità tra tutti i calabresi, ma soprattutto simbolo dell’unità nazionale di cui Lei, Signor Presidente, è il massimo custode e garante.

Signor Presidente Mattarella,
la sua presenza a Catanzaro è un gesto che apre il cuore alla speranza.

La nostra Calabria continua ad essere uno dei “fanalini di coda” dell’Unione Europea, come impietosamente confermano tutti i più recenti studi.

La Calabria è sempre più povera in un Mezzogiorno che, a sua volta, si allontana dal resto del Paese.

C’è un dato, tra gli altri, che raggela. Secondo Svimez, ci sono più di duecentomila giovani calabresi, tra i 15 e i 35 anni, che hanno smesso di istruirsi e di cercarsi un lavoro.

E’ una resa incondizionata al sottosviluppo e alla rassegnazione, una situazione indegna di un Paese civile.

Da soli non possiamo farcela.
C’è bisogno di un grande piano per l’occupazione e lo sviluppo, c’è bisogno che i Governi investano sulla Calabria e sulle sue potenzialità e che contrastino con più determinazione i fenomeni di illegalità e criminalità, dotando le Procure e le forze dell’ordine dei mezzi necessari.

Non consenta, Signor Presidente della Repubblica, che la Calabria affondi.

Non consenta, con la sua autorevolezza e il suo carisma, che un pezzo della nostra Italia scivoli inesorabilmente verso l’abbandono.

Faccia diventare – e solo Lei può farlo – la Calabria una questione nazionale, un punto essenziale nell’agenda dei Governo, faccia comprendere a coloro che guardano alla nostra Regione con pregiudizio che la Calabria da problema può trasformarsi in straordinaria risorsa per tutto il Paese.

La Calabria fortunatamente non è solo frammentazione, isolamento, inadeguatezza della pubblica amministrazione, illegalità, sperpero, fragilità del sistema sanitario.

C’è una bella Calabria che reagisce, che non si rassegna, che guarda al futuro.

Sono i giovani, vanto delle nostre Università, a rappresentare la speranza.

Da questa valle si può scorgere, in lontananza, il luogo dove sorgeva il Vivarium di Cassiodoro, una delle prime università della storia. A poche centinaia di metri da qui, sorge il campus universitario “Magna Graecia” con le sue facoltà di scienze giuridiche e mediche. Gli studi sono il passato, ma anche il futuro della nostra terra.

La Calabria deve essere amata e difesa.
Come il Parco archeologico di Scolacium, anch’esso a pochi chilometri da qui, che conserva i ruderi delle antiche civiltà magnogreca e romana, ma che rischia – per mancanza di personale – di chiudere l’accesso ai visitatori.

La ringrazio, Presidente, per il riferimento che ha fatto, nel tradizionale messaggio di fine anno, ai problemi dell’ambiente.

La Calabria, con i suoi 8oo chilometri di costa e i suoi tre Parchi montani, rappresenta un tesoro ambientale per tutto il Paese. Ma bisogna fare di più per salvaguardare il mare dai fenomeni di inquinamento, realizzando un’efficiente rete di depurazione.

C’è tanto da fare per migliorare e potenziare il sistema di smaltimento dei rifiuti che purtroppo continua a registrare pesanti ritardi.

La ringrazio anche per l’accenno fatto, sempre nel messaggio di fine anno, all’importanza della raccolta differenziata.

A Catanzaro abbiamo avviato da appena un mese il sistema “porta a porta”, in alcuni quartieri, facendo registrare importanti risultati – siamo già al 65% nelle aree toccate dal nuovo servizio – grazie alla collaborazione dei cittadini.

I calabresi, Signor Presidente, sono cittadini eccezionali.

Sparsi in ogni angolo del mondo, riescono a fare valere le loro qualità umane e professionali.

I figli dei calabresi – come il presidente argentino Macri – sono l’orgoglio della nostra terra.

I calabresi sono tolleranti e accoglienti.
Nelle nostre città, nonostante gli innegabili problemi di integrazione, i migranti sono accolti con benevolenza e civiltà.

Non dimenticano, i calabresi, di essere stati i migranti degli ultimi due secoli.

Chiedono però strumenti per accogliere degnamente chi fugge dalle guerre e dalle persecuzioni e per contrastare invece chi arriva sulle nostre spiagge in maniera clandestina e con finalità criminali.

I calabresi sono coraggiosi e non hanno paura di battersi.

Ci sono tanti amministratori – Sindaci, consiglieri – e tanti onesti imprenditori che subiscono pesanti intimidazioni, eppure vanno avanti.

A loro va assicurata protezione e solidarietà reale.

Il simbolo di tanto coraggio è una piccola donna – Lea Garofalo – che ha saputo ribellarsi alla mafia e ai suoi rituali, pagando con la vita.

Qualche mese fa, abbiamo voluto onorarla a Catanzaro, dedicandole una scultura collocata in un giardino pubblico molto frequentato dai giovani.

A Lea Garofalo , Signor Presidente, vorrei dedicare questa giornata storica, quella che vorremmo fosse ricordata in futuro come la giornata del coraggio e della speranza, l’inizio di un nuovo cammino per la nostra amata Calabria.

Grazie ancora, Presidente.


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