Governo Gentiloni, approvata la fiducia in Senato: 169 sì
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Governo Gentiloni, approvata la fiducia in Senato: 169 sì

mercoledì 14 dicembre, 2016

ROMA, 14 DICEMBRE 2016 - Con 169 pareri favorevoli, 99 contrari e zero astenuti, anche il Senato ha approvato la fiducia al governo di Paolo Gentiloni. Lo stesso numero di voti favorevoli con cui il governo di Matteo Renzi, il 25 febbraio del 2014, ottenne la prima fiducia del Senato. La maggioranza richiesta, su 269 presenti oggi in Aula, era di 135 voti. [MORE]

Come già accaduto martedì a Montecitorio, quando la Camera ha votato a favore del nuovo esecutivo con 368 sì, Lega, Ala e M5s non hanno partecipato al voto. In mattinata i 35 senatori M5s per protesta hanno lasciato sui loro banchi deserti una copia della Costituzione.

La seduta è stata sospesa subito dopo il voto. L'assemblea tornerà a riunirsi martedì 20 dicembre.

«Chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia nei confronti delle prerogative del Senato», ha esordito il nuovo capo del governo Gentiloni parlando nell’Aula di Palazzo Madama. «Quello appena insediato non è un governo di inizio legislatura, ma innanzitutto deve completare la eccezionale opera di riforma, innovazione, modernizzazione di questi ultimi anni. Sarebbe assurdo pensare di completare le riforme avviate senza continuità», ha aggiunto.

«Chiedo ai ministri di lavorare con responsabilità e dignità – ha proseguito - Ciampi quando presentò il suo governo disse, e lo dico anche io, che per il tempo che sarà necessario in questa delicata transizione servirò con umiltà gli interessi del Paese». Gentiloni ha sottolineato che il suo governo è una transizione e un atto di responsabilità: «Non un amore della continuità ma la presa d’atto del diniego degli altri gruppi a convergenze più ampie, ha spinto le forze che hanno sostenuto questa maggioranza a dar vita a questo governo», ha detto il neo premier.

«Sottrarsi alla responsabilità – ha dichiarato ancora Gentiloni - sarebbe stato più utile dal punto di vista politico partitico ma molto più pericoloso per il Paese». Il premier ha poi riconosciuto a Renzi la «coerenza» di essersi dimesso dopo la bocciatura della sua riforma.

Infine, il presidente del Consiglio ha ricordato l’importanza di intervenire sulla legge elettorale. Il nuovo governo, ha sottolineato, «durerà finché avrà la fiducia, ma a prescindere dalla data del voto è urgente intervenire sulla legge elettorale». Il governo, ha concluso, «non sarà attore protagonista ma avrà il compito di facilitare la ricerca di una soluzione e avrà il compito anche di sollecitare le forze politiche».

[foto: tgcom24.mediaset.it]

Antonella Sica


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