Guinea, liberato l'imprenditore Berardi dopo due anni e 6 mesi
Cronaca Lazio

Guinea, liberato l'imprenditore Berardi dopo due anni e 6 mesi

martedì 14 luglio, 2015

Roberto Berardi, l'imprenditore italiano detenuto da due anni e sei mesi nei carceri lager della Guinea Equatoriale, è uscito dal carcere di Bata il 9 luglio. Durante il periodo di reclusione l’imprenditore avrebbe subito maltrattamenti e contratto malattie. A renderlo noto, con qualche giorno di ritardo in ragione di un indispensabile silenzio stampa, sono la moglie Rossella e il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani di Palazzo Madama, che sin dall'inizio ha seguito da vicino la vicenda. "Temevo davvero che Roberto non uscisse vivo da quella prigione. Si chiude un periodo per me e i miei figli di sofferenza e angoscia ma il primo pensiero è per Roberto e le sue condizioni di salute: al telefono e' felice ma molto provato", ha detto la moglie Rossella. [MORE]

Berardi, imprenditore edile, 49 anni, originario di Latina era attivo da 20 anni in Africa. Aveva formato una società di costruzioni con il figlio del presidente Teodoro Obiang ma dopo aver scoperto alcune strane operazioni sul conto corrente dell'impresa aveva chiesto spiegazioni. Poche ore dopo era stato prelevato, accusato di frode fiscale e condannato dopo un processo farsa al pagamento di 1,2 milioni di euro e sbattuto in carcere. Attualmente Obiang è sotto processo negli Usa per riciclaggio e colpito da ordine di cattura della magistratura francese. Già l’anno scorso era sembrata vicina una soluzione ma le autorità della Guinea non avevano acconsentito al rilascio.

"Berardi - ha spiegato Manconi - è stato liberato giovedì scorso, ma solo dopo aver avuto la certezza che Roberto fosse in viaggio per l'Italia, abbiamo deciso di dare la notizia; questa storia si è incredibilmente e immotivatamente protratta per troppo tempo e se ora c'è un lieto fine il merito è dello stesso Berardi che ha resistito ad abusi e sevizie, della moglie Rossella e dei familiari che non si sono mai rassegnati, e di coloro che si sono mobilitati a favore del nostro connazionale. Molto si deve inoltre alla serietà e alla professionalità del nostro Ambasciatore, Samuela Isopi, del corrispondente consolare Massimo Spano e di tutta la macchina della Farnesina".


Tiziano Rugi


Foto: Corriere.it

 


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