I Casamonica a Porta a Porta, scoppia il caso. Il Campidoglio: Rai chieda scusa alla città
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I Casamonica a Porta a Porta, scoppia il caso. Il Campidoglio: Rai chieda scusa alla città

mercoledì 9 settembre, 2015

ROMA, 9 SETTEMBRE 2015 - Tutti contro Bruno Vespa. “Uno spettacolo vergognoso e offensivo”, “Un errore grave”, “Rai, servizio pubblico paramafioso”, “Un affronto a chi è impegnato nella lotta alle mafie”, “Rai chieda scusa alla città di Roma”. E' bufera sulla partecipazione dei Casamonica alla trasmissione di Raiuno 'Porta a porta' sui funerali in stile “Il Padrino” di Vittorio Casamonica, celebrati venti giorni fa nella chiesa di Don Bosco al Tuscolano  tra carrozze, cavalli, elicotteri, petali di rosa, Rolls Royce, gigantografie del defunto vestito da Papa e le note del "Padrino" e di "2001 Odissea nello spazio". Ad insorgere sono soprattutto il Pd romano e i Cinquestelle che criticano la scelta di Bruno Vespa di dare nuovo risalto mediatico ai Casamonica, una famiglia con noti malavitosi pluricondannati all'interno. [MORE]


Reazioni indignate dalla politica. Il primo a intervenire è il presidente del Partito democratico Matteo Orfini: “Porta a Porta e Rai1 riflettano: offrire un palcoscenico ai Casamonica è stato un errore grave che nulla c'entra con il servizio pubblico”, afferma in un tweet il presidente del Pd, nonché commissario romano del partito, mentre il gruppo Pd in Campidoglio in una nota definisce la trasmissione di ieri "uno spettacolo vergognoso ed offensivo" e "un vero e proprio affronto per tutti coloro che sono impegnati nella battaglia contro le mafie e l'illegalità, mettendo spesso a rischio la loro stessa incolumità". Ancora più dure le parole del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che sul suo Blog arriva a definire il servizio pubblico “paramafioso”: “La famiglia Casamonica ospitata dalla Rai nel salotto buono di Bruno Vespa per esibirsi davanti a 1.340.000 di italiani (14,54% di share) nell'apologia di Vittorio Casamonica, il boss il cui funerale ha indignato Roma, è un oltraggio a tutti gli italiani onesti”.


Anche il vicesindaco di Roma Marco Causi parla di “uno spettacolo inaudito”: “Mi auguro che qualcuno alla Rai abbia il buongusto di chiedere scusa alla città di Roma, ai romani e a tutti i cittadini”, commenta Causi. “Trovo davvero inaudito che il servizio pubblico, la Rai, ospiti componenti della famiglia Casamonica per fare intrattenimento mascherato da informazione. Quella andata in scena ieri sera sulla prima rete Rai è la più clamorosa dimostrazione di ciò che dico da tempo: la mafia a Roma è da molti sottovalutata e c'è ancora chi la ritiene alla stregua di un fenomeno folkloristico. Che la tv pubblica dedichi una trasmissione mettendo sotto i riflettori queste famiglie conosciute per la loro storia giudiziaria e per i noti caratteri di criminalità organizzata, e si dimentichi invece delle giornaliste e giornalisti minacciati da quegli stessi personaggi per le loro inchieste su Ostia o degli amministratori locali che viaggiano sotto scorta, è sconcertante”, conclude il vicesindaco di Marino.


“Papà buono come Papa Francesco”. A scatenare l'ondata di reazioni è stata l'indignazione per come è stata costruita la puntata, con i Casamonica che in trasmissione hanno potuto parlare a ruota libera senza contraddittorio, esprimendo pensieri provocatori e grotteschi. A un certo punto, la figlia di Vittorio Casamonica, Vera, ha paragonato il padre a papa Francesco, “perché era troppo buono”. “Assomiglia al papa buono, a papa Woytijla”, ha aggiunto successivamente rispondendo alle domande del conduttore sul perché la famiglia Casamonica lo paragonasse al Pontefice.E sulla foto affissa sul muro della basilica Don Bosco in cui il padre veniva raffigurato vestito di bianco con una croce al collo, Vera Casamonica si è difesa sostenendo che “Non era vestito come il papa, aveva i pantaloni blu anche se non si vedono. Forse siete voi ad aver interpretato male quell'immagine”.


Nulla di strano nemmeno per quei funerali show: "Io quel funerale lo rifarei tale e quale, anche con l'elicottero ed i petali di rosa. E poi quale colpa abbiamo noi se il pilota ha sorvolato il centro di Roma dove non si poteva? Era lui che doveva dirci che era vietato...". E sulla musica del Padrino, ribatte: "A mio padre piaceva quel film e quella canzone e noi abbiamo solo realizzato il suo desiderio". Durante la trasmissione, la donna ha tenuto più volte a puntualizzare che il papà Vittorio “non era un boss”. Bruno Vespa ha poi ricordato i precedenti penali del capofamiglia, tra cui compaiono ricettazione ed estorsione. "Di quello che fanno gli altri Casamonica a Roma a me non interessa. Non posso accollarmi io i reati degli altri”, ha concluso la figlia.


L'ira a Viale Mazzini
. Di sicuro in termini di ascolto la puntata è stata un successo: in seconda serata ha fatto registrare 1 milione 340 mila spettatori e uno share del 14.54. Numeri vicini in termini assoluti al debutto di lunedì, con ospite il premier Renzi, che fece un milione e mezzo di spettatori in media, e uno share medio persino superiore. Ma a viale Mazzini in pochi sono soddisfatti della scelta fatta. “A Porta a Porta ieri sera è stata scritta una delle pagine più vergognose per il servizio radiotelevisivo pubblico del nostro Paese”, ha scritto su Facebook il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai, incalza: "La puntata di 'Porta a Porta' sui Casamonica lascia sconcertati e configura una potenziale violazione del contratto di servizio della Rai: non si capisce come quello show possa essere considerato compatibile con il servizio pubblico. Chiedero' che l'ufficio di presidenza della commissione si occupi della vicenda. E' stato realizzato il sogno dei Casamonica, dargli piena visibilita' sulla rete ammiraglia del servizio pubblico. É inaccettabile".


Ironico il neoconsigliere Rai Guelfo Guelfi su Facebook: Approfondimenti. Si chiamano così. Ripassano sul caso e lo espongono. Era così con i plastici, con i corpi, con le violenze sui corpi. D'altra parte Porta a Porta é normalmente in seconda serata. Le fasce protette dormono e le fasce morbose fanno l'indice d'ascolto. Ieri rientrando a casa saranno state le 11 e mezzo accendo la TV e infatti c'é l'approfondimento sul caso. Meno male il morto era già morto e seppellito compresi i petali che cadevano dal cielo. In studio la figlia che sosteneva : " e noi facciamo sempre così, maronna mia quanto la fate lunga", e nemmeno di nascosto, esibendo pendagli, rideva, Vespa si fregava le mani. Ieri ho passato la giornata in Rai a Roma, ci sono così tante cose da fare".


La famiglia ringrazia. Non sorprende quindi se gli unici a essere soddisfatti della puntata di ieri sera siano proprio i Casamonica: "Voglio ringraziare la Rai e Bruno Vespa, che ci hanno dato la possibilità di smentire tutte le calunnie su di noi e dimostrare che siamo persone oneste", ha ribadito Vittorio Casamonica jr, nipote e omonimo dell'anziano capofamiglia il cui funerale è stato al centro di lunghe polemiche. "La redazione di 'Porta a Porta' ci ha invitato giorni fa per darci modo di dire le cose come stanno, e siamo andati volentieri. Su mio nonno hanno detto tante bugie, tante calunnie, ma non era un boss, era una persona normale". Quanto a lui, Vittorio Casamonica è lapidario: "L'unico mio interesse è la musica, e l'unico territorio che controllo è il salotto di casa mia, e il pianoforte che suono. Purtroppo con il mio cognome ho difficoltà a trovare ingaggi, mi discriminano". Infine, il rampollo della dinastia smentisce categoricamente di avere ricevuto soldi per la sua partecipazione al programma: "Assolutamente niente, non ci hanno dato neanche un gettone di presenza, anche queste sono tutte calunnie".


'Porta a porta' prova a riparare
. Dopo la partecipazione a 'Porta a portà della figlia e del nipote di Vittorio Casamonica, questa sera l'apertura della trasmissione di Bruno Vespa sarà con un dialogo tra il conduttore e Alfonso Sabella, assessore alla legalità del comune di Roma. Ma difficilmente Bruno Vespa riuscirà a placare le polemiche e riparare la brutta figura fatta.

Tiziano Rugi

 


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