Ilva, tre offerte di acquisto vincolanti
Cronaca Puglia Taranto

Ilva, tre offerte di acquisto vincolanti

giovedì 30 giugno, 2016

TARANTO - Alla scadenza dei termini, fissati alle ore 12:00 del 30 giugno, sarebbero tre le buste contenenti le offerte vincolanti per l'acquisto dell'Ilva depositate presso lo studio del notaio Marchetti di Milano, lo stesso dove entro il 10 febbraio scorso furono depositate le 29 manifestazioni di interesse da parte dei pretendenti sia all'intero gruppo Ilva che ai singoli asset delle partecipate.


Ad andare sul mercato sono la capogruppo Ilva - con gli stabilimenti siderurgici di Taranto, Genova, Novi Ligure e Racconigi - e sette aziende partecipate. Gli asset esclusi da questa procedura seguiranno un percorso a parte. La valutazione del piano ambientale, ovvero la rispondenza tra gli interventi proposti e la situazione del siderurgico da mettere in sicurezza, costituisce un passaggio preliminare al resto del processo, in quanto il Governo ha voluto dare priorità al risanamento e alla bonifica del sito industriale di Taranto, dove sono impiegate 11mila persone al netto dell'indotto.

Lo scorso 10 febbraio, le manifestazioni di interesse per l'Ilva furono 29. Di queste, 13 riguardavano l'intero gruppo e 12 solo specifici asset. Cinque mesi dopo, il cerchio dei possibili aggiudicatari si è ristretto a due grandi soggetti: la cordata Arcelor Mittal - Marcegaglia e quella nata negli ultimi giorni, con Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin, la finanziaria del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. Ambiguo, invece, l'atteggiamento del gruppo turco Erdemir.

In merito ai pretendenti noti, ArcerlorMittal e Marcegaglia, con una nota congiunta, hanno ufficializzato la loro proposta ed hanno esposto i dettagli del loro piano industriale e ambientale per il rilancio del polo siderurgico. L'obiettivo è incrementare l'utilizzo degli impianti principali, portando la produzione annua di acciaio grezzo dagli attuali 4,8 milioni di tonnellate a oltre 6 milioni di tonnellate entro il 2020, e mantenere operativi almeno tre altiforni.

Per quanto attiene l'abbattimento delle emissioni inquinanti, Arcelor Mittal e Marcegaglia propongono l'applicazione di nuove tecnologie mantenendo però l'attuale ciclo produttivo integrale, mentre Arvedi annuncia l'introduzione del gas al posto del carbon coke, ipotizzando un modello di acciaieria ibrida, cioè altiforno tradizionale alimentato dai minerali e altiforno elettrico approvvigionato da rottame di ferro.

"Per noi di ArcelorMittal si tratta di un'imperdibile opportunità di investimento, grazie alle quale rafforzeremo la nostra posizione di leadership e amplieremo la gamma di prodotti disponibili in Italia, secondo mercato europeo in termini di produzione e consumo di acciaio senza compromettere la solidità del nostro bilancio patrimoniale", ha dichiarato Geert Van Poelvoorde, vicepresidente esecutivo e Ceo di ArcelorMittal Europe Flat Products, "negli ultimi anni Ilva ha attraversato un periodo difficile e a risentirne sono state tutte le parti interessate, dipendenti e comunità locali comprese. L'azienda ha bisogno di un partner solido e di investimenti immediati per arginare le ingenti perdite e garantirsi un futuro sostenibile".

Anche AcciaItalia Spa - società partecipata da Acciaieria Arvedi (22,20%) come socio industriale, Cassa depositi e prestiti (44,50%) e DelFin (33,30%) come soci finanziari - ha presentato la sua proposta. Con l'offerta presentata oggi, si legge in una nota, la società si pone l'obiettivo di partecipare alle fasi successive della procedura per la cessione del primo gruppo italiano per la produzione di acciai piani in Italia e fra i principali operatori del settore in Europa.

Il deposito dell'offerta è solo il primo passo di un complesso processo. La valutazione arriverà nell'arco di 120 giorni da parte di un comitato di esperti che si concentrerà sulle questioni ambientali, dopodichè il governo si esprimerà sui passi successivi.

Intanto, nel pomeriggio sono riprese le audizioni alla Camera sul decreto legge Ilva. Prevista anche quella del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Daniele Basili


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