L'illusione dell'amore: la sfida dei desideri e la ricerca del senso.
Iocum-Sophia Lazio Roma

L'illusione dell'amore: la sfida dei desideri e la ricerca del senso.

giovedì 13 luglio, 2023

Lussuriose sirene da aspetto incantatore, languido canto carezzevole fruttate da labbra goderecce color papavero. Ammaliate! oh sirene tutti i poveri sciagurati che elemosinano in modo nevrotico attenzione sibaritica… andate in cerca della vostra sciagura, nessuno vi conduce, è in natura vostra. Morirete! morirete tutti se non d’amore (impossibile), ecco d’incertezza, di dubbio, beffeggio. La vostra convinzione di aver scelto, di essere speciali, siete solo francobolli, prendo e allontano, partite nel lungo viaggio dell’“avanti un altro”. Credete di aver quella tanto ricercata unicità? Esaltati. State bene? Illusi. La considerazione alimenta il proprio benessere, l’ego. Or dunque non siete così brutti; tutti bestie.

Mi struggo col giuoco possessivo del mio, infierire su una psiche tanto frustata. Sale getto corrodo le carni mie… belva sanguinante, le sirene sanguinano di quale luce riflessa? Pedine del mio diletto, attrice, salottiera, maliarda… raddolcisco possessività di dimostrazione per me medesima tramite verbo assai pastoso, lascia la bocca pesanti. Ah voi credete a tali odi? Le parole fanno bene, parola vale più di azione: ciò che vogliamo sentirci dire, pur avendo fatti contrari a ciò che cervello commette e bocca produce noi crediamo a oppiacei sofismi, vogliamo vita che sia lontana da solo evidente dolore, realmente già distrutti a metà o per intero ma chi è persona intero?

Siete la sfida personale, perversione, malattia: sfida con insicurezze che moriranno dopo la morte della mia fine. Non esiste amore, solo amore per se stessi, che amore non è, è egoismo, quietiamo noi stessi, i bisogni costanti… il “ti amo amore” dovrebbe esser tradotto in seguente locuzione: ti amo amore, ti amo perché fai stare bene me, perché io ho scelto te per riempiere di piacere, quindi amo me che mi lascio far stare con te. Tutto ricade su noi animali sociali. Ma finirà tutti, perché nel nostro amore, amiamo soffrire nei limiti del godimento; l’impossibile ci incattivisce, competizione che perseguita, più è irraggiungibile più fomenta il nostro incontenibile possedere del potrebbe essere che durerà il tempo di una sigaretta; ciò può durare per sempre con lo stesso oggetto, alimentarlo sempre… ma stancherà giacché tutti arriviamo a voler leggerezza, chi sempre, e chi come voi…

Questo fare Pirandelliano –in senso lato- mi affatica, forse dovrei lavare il viso buttar corbellerie nel bel mezzo della notte: conduce asma… avere senso e cognizione costa fatica? Cosa ne sapete voi, già tanto esistere. Tempo addietro possedevo certezza di amore, no, avevo disertato con le carte in mano, ritornai. Non potete condurre gioco festoso di sirene. Esclusiva disgrazia: come l’amore non conoscerò mai la credulità, dopo aver ravvisato… assaggiato, degustato me (poco sorpresa) come potrò mai credere a qualunque essere che proferisce respiro…

L’assurdità, pazzia, la finzione nel sapere di essere in finzione, che grande teatro, maestri dell’opera… alcuno di voi ha nel mentre consapevolezza? Andrà “ben” così?

Tanti diranno di trovare un senso? Ma i sensi li sfama tutti, forse non troveremo mai ragione universale(?) –oggettiva- della nostra realtà immaginata, quella che convenga ad ognuno di noi giacché opportunisti assetati…

Daniela Tedesco


Autore
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