Riaperta l'inchiesta sul disastro  aereo di Campo Cecina sulle Apuane
Cronaca Toscana

Riaperta l'inchiesta sul disastro aereo di Campo Cecina sulle Apuane

lunedì 25 febbraio, 2013

MASSA 25 FEBBRAIO 2013 -  E' stata ufficialmente aperta, su richiesta dell'Associazione anti- mafia " Rita Atria" a Massa, capoluogo di provincia toscano che però giudiziariamente dipende dal Circolo di Corte d'Appello di Genova, l'inchiesta sul disastro aereo avvenuto il due Febbraio del 1992, cioè più di vent'anni fa, a Campo Cecina sulle Alpi Apuane, ovvero sulla catena dell'Anti- Appennino sita negli immediati dintorni della città versiliese.

Quel giorno, giova ricordare, un piper, aereo in servizio anti- incendio, il cui equipaggio era composto dal pilota Alessandro Marcucci e dal componente l'equipaggio Silvio Lorenzini precipitò nella remota, ed impervia, località della provincia al confine tra Liguria e Toscana. Nessuno dei due componenti l'equipaggio si salvò ed anzi il corpo di Alessandro Marcucci fu rinvenuto privo di una mano e delle estremità degli arti inferiori. Secondo l'inchiesta, immediatamente aperta sia in sede penale che amministrativa presso il Ministero dei Trasporti, la causa della sciagura fu da attribuire ad un errore umano del pilota Marcucci che lesse male l'altimetro di cui era dotato l'aereo e, quindi, andò a schiantarsi contro le impervie Alpi Apuane. Il fatto è che, però, Marcucci era uno dei testimoni- chiave dell'inchiesta sull'oscuro disastro di Ustica, quando un DC-9 dell'Itavia che la sera del ventitrè Giugno del 1980 decollò dall'aeroporto " Guglielmo Marconi" di Bologna alla volta di Palermo cadde improvvisamente in mare nei pressi delle coste dell'isola al largo del capoluogo siciliano.

Tutti i passeggeri ed i membri dell'equipaggio perirono nella sciagura. Si parlò di una bomba collocata a bordo ma, come dimostrò anche il valente giornalista del " Corriere della Sera" Andrea Purgatori, l'ipotesi più plausibile fu che quell'aereo era stato abbattuto da un missile di un Paese amico cioè appartenente alla Nato. Aerei dell'Alleanza atlantica, di cui l'Italia rappresenta uno dei nerbi più importanti, erano, infatti, quella sera a caccia del dittatore libico Gheddafi, in volo verso un Paese del Patto di Varsavia. Aerei della Nato, probabilmente francesi, giacché allora la Francia era impiegata in guerra contro la Libia nella sua ex colonia africana del Ciad, cercarono di abbattere il dittatore di Tripoli ma invece un missile a lui diretto finì contro il Dc9 dell'Itavia disintegrandolo.

Molti militari dell'Areonautica italiana videro sugli schermi- radar quello che quella sera successe nei cieli di Ustica ma non parlarono con i magistrati inquirenti. Uno di essi era per l'appunto Marcucci. Negli anni successivi al disastro in alcuni incidenti avvenuti in circostanze oscure perirono testimoni di quella notte. Secondo l'Associazione anti- mafia " Rita Adria " pure l'incidente aereo occorso nel Febbraio del 1992 all'aereo pilotato da Marcucci presenta modalità poco chiare. Oggi la Procura della Repubblica di Massa ha dato ascolto alle lamentele dei questuanti ed ha sottolineato come la riapertura delle indagini sul disastro di Campo Cecina vada bel al di là dal " fatto dovuto in presenza di un esposto ma sia necessaria per far luce su un episodio le cui indagini relative furono forse frettolose e concluse senza i dovuti approfondimenti". [MORE]

Sergio Bagnoli


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