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De Raho al congresso Anm: intercettazioni come unico strumento per combattere la criminalità

Luna Isabella
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De Raho al congresso Anm: intercettazioni come unico strumento per combattere la criminalità
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 BARI, 25 OTTOBRE 2015 – Al trentaduesimo congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati, terminato oggi a Bari, ha preso parte anche il capo della Procura di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.[MORE]

Intervenendo ad un dibattito sulla legge delega relativa alle intercettazioni, egli ha sostenuto che queste ultime “sono uno strumento fondamentale, se non unico, per combattere la criminalità organizzata». La predetta legge delega vieta la pubblicazione di «comunicazioni non rilevanti a fini di giustizia penale» nell’ottica di tutelare «la riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni delle persone occasionalmente coinvolte nel procedimento». Inoltre con essa varia la disciplina delle sanzioni: previsto il carcere per quanto riguarda le riprese o le registrazioni abusive, ma la punibilità sarà esclusa nel caso in cui quelle stesse riprese o registrazioni siano utilizzate «nell’ambito dell’esercizio del diritto di difesa» o costituiscono prova di un processo o rientrano nel diritto di cronaca.

Per Cafiero de Raho «il sistema che regolamenta le intercettazioni oggi è abbastanza ampio e ben disciplinato e sembrava aver trovato un equilibrio», ma questa delega, nella parte in cui parla di fatti rilevanti, «spossessa il giudice - ha detto il magistrato - dell’unico elemento di valutazione che ha». La legge, infatti, ha eliminato l’udienza filtro per «selezionare» le intercettazioni penalmente rilevanti da quelle che non lo sono. Il testo originale prevedeva invece che, alla presenza di tutte le parti coinvolte, davanti a un giudice, si esaminasse il materiale intercettato per decidere cosa fosse rilevante oppure no.

De Raho continua ad enfatizzare l’importanza dello strumento delle intercettazioni, sostenendo che proprio grazie a queste ultime si sono scoperti anche gli intrecci tra mafia e politica. «Se mafia, 'ndrangheta e camorra sono diventate quello che sono, - ha detto - è perché hanno avuto riferimenti politici che glielo hanno consentito, altrimenti non sarebbero diventate così forti». Il procuratore esprime poi il suo dissenso rispetto all’eliminazione dell’udienza filtro, ponendosi una domanda retorica «Come fa il legislatore a decidere quali fatti siano rilevanti? Il giudizio chi lo emette, il politico o il giudice?».

 

Luna Isabella

(foto da infooggi)

 

 


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Scritto da Luna Isabella

Giornalista di InfoOggi

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