Magna Graecia Film Festival, Christopher Lambert si racconta
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Magna Graecia Film Festival, Christopher Lambert si racconta

lunedì 29 luglio, 2019

Catanzaro, 29 Luglio - Un gigante del cinema mondiale in una piccola e accogliente sala cinematografica del centro storico di Catanzaro. Prodigi del Magna Graecia Film Festival. È tranquillo, sereno, disponibile con tutti, si sente a casa sua. Christopher Lambert incontra il suo pubblico calabrese al Supercinema e gli apre il suo cuore. Gli racconta della sua vita, della sua carriera, dei suoi sogni e delle sue idee. “Sono nato a New York, sono cresciuto in Svizzera, ho studiato in Francia. Sono andato in scuole con trenta diverse nazionalità intorno a me. Non ho un senso di un paese, il che va benissimo per il mio lavoro, mi adatto nel giro di quarantotto ore ovunque io mi trovi. L’unica persona che mi manca è mia figlia. Attualmente vivo in aeroplano”, questo il suo biglietto da visita. A dialogare con lui la straordinaria Silvia Bizio che, con la collaborazione del pubblico, è riuscita a far venir fuori tutta la personalità del grande attore. Vi proponiamo di seguito una sintesi delle dichiarazioni rilasciate durante la masterclass di ieri.

-Christopher Lambert e il Magna Graecia Film Festival

Sono qui per presentare in anteprima mondiale il trailer del mio ultimo lavoro “L’ombra del lupo” che sarà nelle sale in ottobre. È una combinazione di thriller e horror, pieno di suspense. È stato girato tutto in Italia. Posso dirvi soltanto che io interpreto uno scienziato che fa esperimenti, uno di questi lo fa ad un suo amico, finisce male e diventa l’ombra di un lupo. Questo festival è molto importante perché dà la possibilità di emergere ai talenti del futuro. Il cambiamento è importante, abbiamo bisogno di nuovi registi e nuovi attori, sia per il pubblico che per la professione. Quello che mi piace fare adesso è girare insieme ai giovani. L’atmosfera che ho trovato qui è eccezionale.

-Christopher e la professione

A dodici anni volevo fare l’attore, era una questione di vita o di morte, non perché sognassi farlo, ma perché non volevo essere me stesso, volevo buttarmi nella pelle di qualcun altro. A diciannove anni sono andato a Parigi e ho studiato recitazione all’accademia. Ho sempre voluto essere attore di film e non di teatro.  Non mi importa avere la parte di protagonista in un film, a me interessa la sceneggiatura. Un film è un circolo, la mia visione è cercare di essere parte di quel circolo e contribuire a fare un buon film. Ho fatto film d’azione, thriller, commedie, non importa di che tipo sia, l’importante è divertirmi. Highlander, ad esempio, ho voluto farlo per l’aspetto romantico e non per l’azione. Scelgo le cose con il cuore e non per un calcolo. Non mi guardo mai al cinema, non mi piace la mia faccia né la mia voce. Io non faccio la recitazione per me stesso ma per la gente, per farli felici. Dopo il successo sono rimasto sempre lo stesso, anche perché è più facile rimanere sé stessi che cambiare.  La recitazione mi fa sognare ancora come la prima volta.

-Christopher e il cinema italiano

Fin da bambino sono stato molto legato al cinema italiano, a Dino Risi, Ettore Scola, Federico Fellini ed in particolare a Sergio Leone che è stato il mio maestro. Ha reinventato il mondo del cinema, ho visto tutti i suoi film almeno cinquanta volte, è stato determinante nella mia carriera. Anche Gabriele Salvatores, con cui ho fatto “Nirvana”, è molto importante per me, ha una visione diversa, quello che sente lo traduce con la sua fantasia. È un regista internazionale, così come lo sono tutti quelli che ho citato prima. Il potere del cinema italiano dopo la guerra è stato fortissimo e ancora oggi, tutto sommato, lo è, ci sono ancora incredibili talenti.

-Christopher e i giovani

Ai giovani che si avvicinano al mondo del cinema consiglio, passione, onestà e personalità. Non devono cercare di copiare gli altri, devono essere se stessi. Per questo mi piace il MGFF, perché cerca di scoprire nuovi talenti. Anche io cerco di fare questo ora.

-Christopher e Greystoke

È stato il mio primo grande film ed è quello che mi ha cambiato la vita. Corrisponde a chi sono io, diviso tra culture diverse, tra la giungla e la civiltà. Dopo ogni film mi porto sempre con me una parte di quel ruolo che ho interpretato. Io mi dico sempre “puoi fallire ma non puoi non provarci”. L’eroe di Greystoke è felice nella giungla ma, poi, qualcuno gli dice che la sua vera vita deve essere in Scozia in un castello e lui ci prova.

-Christopher, Highlander e Vercingetorige

Ho voluto fare Vercingetorige non perché fosse un eroe francese, ma perché era l’eroe di un paese, purtroppo, però, non ha funzionato. Highlander è un film di fantasia, la Scozia è un paese molto bello, molto potente, sono stato felice di scoprirla.

-Christopher e la regia

Dopo oltre novanta film penso che dovrò provare a fare almeno una volta il regista, voglio capire cosa si prova a dirigere altre persone, allo stesso tempo ho anche paura, non sono sicuro di avere la pazienza. Quando si è attori fra un ciak e l’altro si può fare quello che si vuole, il regista, invece, dalla mattina alle sei fino a mezzanotte sei sempre impegnato. Ho un copione pronto da dieci anni, c’è un produttore francese, il film sarà in inglese, è una storia d’amore, forse lo farò il prossimo anno.

-Christopher e la radio

Amo molto la radio e il suo mistero, ti permette di lasciare andare la tua immaginazione. Non a caso è molto ascoltata e non è decaduta, è ancora molto viva. Quando vedi un film vedi l’azione, invece quando ascolti la radio, o leggi un libro, sei tu che decidi dove lasciare andare l’immaginazione. Mi piace ascoltare la radio e mi piacerebbe fare radio.

-Christopher e il futuro

Nel mio prossimo film sarò un gangster e questo mi piace molto. Farò poi un film storico in Tunisia in cui reciterò un generale ed anche un film americano ambientato in Spagna.

-Christopher e l’ambiente

Per promuovere una mentalità rispettosa verso l’ambiente più che i film io credo che i documentari abbiano un forte impatto, a patto che siano ben fatti e non siano mezzi di propagande per fare politica. È importante aiutare la gente a diventare consapevole del problema che abbiamo oggi. Bisogna iniziare dalle scuole e insegnare ai ragazzi come occuparsi del nostro pianeta. Il panico non serve a niente, è l’opposto di essere costruttivi.

Saverio Fontana


Autore
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