Oculus, la recensione: l'horror con uno sguardo diverso
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Oculus, la recensione: l'horror con uno sguardo diverso

giovedì 17 aprile, 2014

OCULUS DI MIKE FLANAGAN, LA RECENSIONE. Un horror che sotto la crosta mainstream lascia affiorare riflessi d'audacia sperimentale, confondendo l'occhio e la mente.

Specchi infestati: ancora? Sì, purchè il film non appaia come l'ennesimo, pallido riflesso di qualche già visto horror a basso costo. Il diavolo ce ne scampi: Oculus di Mike Flanagan è un film che ce la mette davvero tutta per superare l'appannamento dell'ennesimo spunto banale (la creatura malefica che abita lo specchio, la famiglia che si disgrega, fratello e sorella in lotta contro il male). Temi che l'esorcismo del dozzinale non riesca, specie quando tutto si profila, nella prima parte, come la sfida nella casa maledetta. Poi la macchina da presa si tira a lucido: la storia non si complica, ma la percezione sì, con passato e presente che si mescolano ed un'atmosfera thriller in una panic room di purissimo orrore.[MORE]

La coda dei capelli rossi ciondola sulla schiena, pare che la ragazza sculetti anche troppo. Non è cialtroneria recitativa: serve per capire che le intenzioni sono ferme. Kaylie (Karen Gillan) cammina per la stanza ed è convinta: riuscirà a stanare l'entità diabolica nello specchio. Ha attrezzato la vecchia casa di famiglia con un set di telecamere, timer e diavolerie tecnologiche, ma le resta da convincere Tim (Brenton Thwaites), il fratello fresco di congedo dalla clinica psichiatrica, dove era stato ricoverato per aver ammazzato il padre anni prima. Gli psichiatri gli hanno fatto superare il trauma, ma anche dimenticare quella tragica notte in cui i due bambini avevano provato invano a frantumare lo specchio, origine del male oscuro che aveva portato il padre a torturare ed uccidere la madre. S'erano promessi, i pargoli, di realizzare il proposito a distanza di anni e distruggere il pezzo d'antiquariato. Il tempo è passato: Tim ha quasi rimosso, Kaylie ha indagato, rintracciato lo specchio, ne ha persino ricostruito la "fedina penale" di presunti incidenti. L'esperimento paranormale è pronto, il duello pure: bisognerà sconfiggere anche la mente, l'invasione del passato, gli inganni dello sguardo.

CURRICULUM MORTIS - Paranormal Activity è dietro l'angolo, perchè la Blumhouse Production ci mette ancora una volta lo zampino (per fortuna, niente found footage); ancor di più i residui di Insidious 2, che rispetto al primo aveva più coscientemente virato sulla strategia del flashback e soprattutto sul sano horror artigianale, con tutte le sue approssimazioni e con tutti i suoi più o meno conosciuti sobbalzi (Oculus ne cita quasi letteralmente una scena in cui i morti, con gli occhi spiritati, affollano la stanza). Ma se questi sono i soliti noti, non altrettanto in favore di ribalta era il nome di Mike Flanagan, di cui adesso è prontamente partita la caccia al curriculum, che farà riscoprire a spettatori e professionisti il film Absentia del 2011. Che noi avevamo già segnalato con due anni d'anticipo (leggi qui).

PENSIERO INDIPENDENTE - Perchè il fatto è questo: Flanagan proviene dal sempre fertile circuito semi-indipendente, il tirocinio dà frutti. Ed a proposito di frutti, la scena in cui Kaylie addenta per illusione ottica una lampadina al posto di una mela è l'emblema di come ami peccare il film: giocando con montaggi ambigui sulla cresta del frame, optando per continui fuori campo (sguardi rivolti verso l'esterno, comparse alle spalle, sospensioni insistite fino al punto giusto), ma soprattutto innervando dallo sguardo le tossine d'una tensione tutta mentale. C'è quindi più della lussuria dell'horror facile: entra in gioco una dimensione psicologica, tutt'altro che pretenziosa, protesa com'é a non sfociare tanto nella psicanalisi - pure citata - quanto a fungere da pretesto per trappoloni d'ogni tipo ed atmosfere di claustrofobia neuronale. L'orrore fatto con la mente, come l'amore, è sempre più erotico: dà più piacere.

 LA CORNICE E LO SPECCHIO - Certo, il brivido scivola pure sulla pelle: ecco la madre coi denti rotti ed il volto insanguinato comparire da dietro la porta; ecco la malvagia signora degli specchi truccata come una dannata; e le stanze in cui si rimane bloccati o da cui fuggire, le corse contro il tempo con tanto di cronometro - per intenderci: manualetto pre-intermedio dell'horror, manualone avanzato su come girare a quattro dollari un horror che ne incassi qualche milione.

Poi la crosta mainstream si frantuma, come le unghie che ama divellersi il padre psicopatico, ancora un pronipote di Jack Torrance (Shining) come in Insidious 2: ne vien fuori il tessuto pulsante di una storia che resta facile nel racconto, ma decisamente ardita nell'idea di mescolare fisicamente la dimensione del presente con quella del passato. Si tratta di una percezione diversa dall'isolamento temporale del flashback: è piuttosto un cinema simultaneo, a più spazi e più tempi, che si snoda come un thriller in tempo reale (la lotta contro lo specchio) ma affonda le radici nella memoria, nelle paure recondite, nell'ansia di capire il passato per anticipare la "mossa del diavolo" (la ricostruzione dell'infanzia dei due fratelli). Il risultato non dovrebbe scontentare nessuno, ma forse il finale non tiene testa ad una costruzione così accurata: la cornice era perfetta, lo specchio cinematografico ha qualche incrinatura. Almeno, si plaude alla spolveratina al genere ed alla fiera interpretazione di Karen Gillan (Amy Pond nella serie televisiva Doctor Who), che spicca nello stesso modo in cui Jennifer Lawrence si era elevata nel mediocre House at the end of the street: ma qui, per fortuna, le hanno dato un contesto migliore.
 

DATA USCITA: 10 aprile 2014
GENERE: Horror
ANNO: 2014
REGIA: Mike Flanagan
SCENEGGIATURA: Mike Flanagan, Jeff Howard
ATTORI: Karen Gilliam, Brenton Thwaites, Katee Sackhoff, James Lafferty, Rory Cochrane, Annalise Basso, Garrett Ryan, Miguel Sandoval
FOTOGRAFIA: Michael Fimognari
MONTAGGIO: Mike Flanagan
PRODUZIONE: Intrepid Pictures, Blumhouse Productions, WWE Studios
DISTRIBUZIONE: M2 Pictures
PAESE: USA
DURATA: 105 Min


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Antonio Maiorino
critico cinematografico - follow on Twitter

 


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