Operazione antimafia tra Calabria e Lombardia: fermati sette presunti fiancheggiatori della ‘Ndrangheta
Una vasta indagine coordinata dalla DDA di Catanzaro ricostruisce una rete di aiuto ai latitanti del clan di Cirò Marina
Una nuova operazione contro la ‘Ndrangheta è scattata nelle scorse ore tra Crotone e Milano, dove i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone hanno eseguito provvedimenti restrittivi nei confronti di sette persone. Secondo le accuse, gli indagati farebbero parte di una rete di supporto legata al clan di Cirò Marina, impegnata nel favorire la latitanza di affiliati condannati con sentenza definitiva.
Le accuse: aiuto ai latitanti e supporto logistico
Gli indagati sono ritenuti responsabili, tra luglio e novembre 2024, di aver agevolato la fuga di due membri del clan, identificati come S.C. (43 anni) e A.A. (52 anni), entrambi originari di Cirò Marina. I due latitanti risultano già condannati nell’ambito della storica operazione antimafia “Stige”, che negli anni scorsi aveva colpito duramente la struttura criminale calabrese.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la presunta rete di fiancheggiatori avrebbe messo a disposizione abitazioni, telefoni cellulari, schede SIM intestate a prestanome e mezzi di spostamento, con l’obiettivo di sottrarre i destinatari di provvedimenti giudiziari alla cattura. La finalità principale sarebbe stata quella di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa operativa sul territorio di Cirò.
Misure cautelari e reati contestati
Per cinque degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per altri due sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Ai destinatari delle misure viene contestato, a vario titolo, il reato di procurata inosservanza della pena (art. 390 c.p.), aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa in favore della cosca locale di Cirò, una delle realtà criminali considerate radicate e operative nel territorio calabrese con ramificazioni anche nel Nord Italia.
Un nuovo tassello nella lotta alle mafie
L’operazione rappresenta un ulteriore passo nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata calabrese, che continua ad avere una presenza significativa sia sul territorio regionale sia in altre aree strategiche del Paese.
Indagini di questo tipo confermano il ruolo centrale della collaborazione tra forze dell’ordine, magistratura antimafia e investigatori specializzati, fondamentale per smantellare non solo le strutture operative dei clan, ma anche le reti silenziose di supporto che ne garantiscono sopravvivenza e mobilità. (Immagine archivio)
Presunzione di innocenza
È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.
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