Reggio Calabria, siglato il protocollo per ottimizzare la gestione delle aziende sequestrate
Una sinergia tra istituzioni e professionisti per restituire al territorio imprese sane e libere da infiltrazioni mafiose
REGGIO CALABRIA – 7 novembre 2025.
Nella sede della Prefettura di Reggio Calabria è stato firmato un importante protocollo d’intesa finalizzato al rafforzamento della collaborazione tra le istituzioni e i professionisti impegnati nella gestione e nello sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata.
L’iniziativa, definita dalla prefetta Clara Vaccaro come “uno strumento per aiutare le aziende a costruire anticorpi contro ogni forma di infiltrazione”, coinvolge la magistratura, l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC), l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), gli ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti.
Un modello di prevenzione e rinascita economica
La prefetta Vaccaro ha sottolineato che l’obiettivo del protocollo non è quello di “soffocare le aziende sottoposte a misura di prevenzione”, ma piuttosto di accompagnarle in un percorso di risanamento e continuità operativa, restituendo fiducia al mercato e al sistema bancario.
Durante l’incontro è intervenuta anche la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, la quale ha evidenziato come “questo protocollo rappresenti un passo concreto verso la valorizzazione delle professionalità che possono aiutare le imprese confiscate a ritrovare competitività e trasparenza”. È stato inoltre istituito un tavolo permanente in Prefettura per monitorare l’attuazione delle misure e supportare gli operatori coinvolti.
Secondo i dati forniti, in Calabria risultano 3.823 beni sequestrati, di cui 2.692 nella sola provincia di Reggio Calabria, pari al 70,42% del totale regionale.
Le voci delle istituzioni
Per la direttrice dell’ANBSC Maria Rosaria Laganà, il protocollo rappresenta “un’occasione concreta per ottenere risultati tangibili nella gestione dei beni confiscati”.
La presidente del Tribunale Maria Grazia Arena ha rimarcato l’importanza dell’accesso al credito come elemento vitale per la sopravvivenza delle aziende sequestrate, mentre il procuratore Giuseppe Borrelli ha ricordato che “riconvertire la ricchezza illecita in canali legali significa trasformarla in opportunità di sviluppo per il territorio”.
Il procuratore generale Gerardo Dominijanni ha infine ricordato come già nel 2022 avesse segnalato la necessità di evitare la liquidazione di imprese che potevano essere salvate:
“Quando lo Stato chiude aziende, passa l’idea che la criminalità crea lavoro mentre la legalità lo distrugge. Questo protocollo è la risposta concreta a quella distorsione: restituiamo dignità e futuro alle imprese sane.”
Un impegno condiviso per la legalità e la crescita
L’accordo siglato a Reggio Calabria rappresenta un passo avanti nella lotta contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico, promuovendo un approccio di rete istituzionale che punta a valorizzare le aziende confiscate come risorsa per il territorio.
Una strategia che coniuga legalità, sviluppo e coesione, dimostrando come la collaborazione tra istituzioni e professionisti possa davvero favorire una Calabria libera e produttiva.
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