Riforma Scuola, ministro Giannini: "Aboliremo il precariato". Stop alle supplenze
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Riforma Scuola, ministro Giannini: "Aboliremo il precariato". Stop alle supplenze

martedì 26 agosto, 2014

 ROMA, 26 AGOSTO 2014 – È il Meeting di Rimini il palco che il ministro Stefania Giannini ha scelto per far trapelare le prime anticipazioni sulla riforma della Scuola che è in cantiere. Da queste prime indiscrezioni sembra trattarsi di una riforma rivoluzionaria che prevedrebbe l’abolizione del precariato, il superamento delle supplenze e un premio per il merito. Per il premier Renzi quella su cu si sta lavorando è una riforma che dovrebbe “stupire gli italiani”

La revisione delle supplenze

Il punto focale dell’intera riforma, almeno da quanto si conosce ora, è la revisione del sistema delle supplenze. Il ministro Giannini ha spiegato che "I supplenti non saranno eliminati fisicamente e questo lo vedrete" nelle prossime settimane. La cosa da fare sarà riconsiderare le supplenze in quanto: “già dall'inizio dell'anno scolastico si conoscono alla perfezione quali e dove sono i posti da sostituire stabilmente, ma c'è un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni che non ci consente di lavorare se non con l'organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie". Quello a cui questa proposta punterà sarà quindi un nuovo modo di ragionare, che non sarà più in termini di organico di diritto ma di organico funzionale. “È l'uovo di Colombo che chi lavora nella scuola conosce da tempo – ha continuato il ministro -, ma che nessun governo ha avuto il coraggio di affrontare direttamente perché significa prendere coscienza che le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve". 

Già su questo primo punto arrivano le polemiche dei sindacati. A parer loro per risolvere il precariato servirebbe coprire tutti i posti con contratti di ruolo, cosa al momento non fattibile a causa del blocco del turn over, che non permette l’assunzione di nuovo personale.[MORE] 

Le altre proposte

Gli stipendi vanno agganciati al merito e alla qualità e non più all'anzianità, penalizzando chi non fa più il proprio dovere” con queste parole è chiara la svolta rivoluzionaria verso cui ci si sta dirigendo, e anche su questo nascono subito le prime perplessità da parte dei sindacati. "Se rispondono a verità le indiscrezioni di un intervento sugli scatti e di un tentativo di introdurre elementi di meritocrazia al di fuori di un sistema contrattuale - ha anticipato il leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - per noi è inaccettabile". Gli fa eco il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima: "Quando si punta sul lavoro e sulla professionalità bisogna pensare che lo strumento per valorizzare l'impegno è il contratto di lavoro, bisogna quindi puntare al rinnovo del contratto, bloccato da 8 anni".

Con questa proposta si vuole inoltre rivedere il rapporto tra istruzione professionale e lavoro secondo il modello tedesco "che funziona bene da trent'anni". Finanziare la formazione, valutarla e "premiare chi fa, penalizzare chi non fa il suo dovere". Riunificare cultura e istruzione "per evitare che chi studia restauro finisca in un call centre", creare scuole di specializzazione collegate a enti culturali sul modello francese. Dare un'effettiva libertà di scelta educativa "che nel nostro paese non è mai stata davvero garantita": sul rapporto con le scuole paritarie evitare le trappole ideologiche, non fermarsi al tema dei soldi, guardare alla bontà dell'offerta formativa. Concentrarsi sulle scuole medie inferiori "che hanno davvero bisogno di cura". 

Infine un ulteriore elemento di novità è che per la prima volta questo “pacchetto scuola” non sarà probabilmente una misura a costo zero, ma invece necessiterà di un cospicuo investimento. "Investire sull'istruzione in un momento di crisi profonda vuol dire preparare la svolta radicale dei prossimi anni" ha assicurato il ministro Giannini.

(foto dal sito www.tmnews.it)

Michela Franzone


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