Yemen, tregua dopo tensioni e rischio golpe
Estero Molise

Yemen, tregua dopo tensioni e rischio golpe

lunedì 19 gennaio, 2015

SANAA, 19 GENNAIO 2015 - Si è sfiorato il colpo di stato, oggi a Sanaa, in Yemen dopo i violenti scontri tra l'esercito governativo e le truppe sciite Houthi.[MORE]

I miliziani erano riusciti ad occupare la sede della televisione e dell'agenzia di Stato, una base militare in collina e avevano raggiunto la residenza del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. La situazione stava rovinosamente precipitando, quando un nuovo attacco è stato scagliato al convoglio del premier Khaled Balah, risultato illeso. Con il "cessate il fuoco" e l'accordo raggiunto durante l'incontro tra i ministri e i rappresentanti dei ribelli è stata ripristinata una fragile quiete intorno il palazzo presidenziale e nelle altre zone della capitale yemenita colpite. Le vittime accertate sarebbero 9, i feriti 67, in gran parte civili, almeno secondo quanto riferito dal ministro della sanità Nasser Baoum

Gli scontri sono ripresi durante il fine settimana al verificarsi del rapimendo, da parte dei ribelli, di Ahmed Awad Bin Mubarak, capo di gabinetto del presidente Hadi. Il rischio di una guerra civile sembrerebbe essere piuttosto vicino e la causa che ha generato gli scontri, oggi confluiti nel tentato golpe hanno matrici ben precise. Secondo fonti, il rapimento attribuito agli sciiti sarebbe un tentativo di bloccare una "bozza costituzionale" che opererebbe una divisione del Paese in sei regioni, confinando di fatto gli sciiti al Nord, i secessionisti al Sud e convogliando le zone centrali, ricche di giacimenti petroliferi, nelle mani dei sunniti.

Una sorta di federalismo imposto, a cui gli sciiti sono ostili a differenza degli esponenti della leadership saudita. Già in settembre una prima tregua era stata raggiunta con la promessa di individuare un nuovo primo ministro. Le tensioni tra sciiti e sunniti non si placano e sembrano emergere dimensioni più ampie delle questioni prettamente yemenite, dimensioni ultra-regionali, con i profili di Iran e Arabia Saudita.

Fonte foto: ilgazzettino.it


Ilary Tiralongo


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