Calabria-Elezioni 3-4 ottobre 2021: per Rosario Rocca "Un'altra Calabria è possibile" (INTERVISTA)
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Calabria-Elezioni 3-4 ottobre 2021: per Rosario Rocca "Un'altra Calabria è possibile" (INTERVISTA)

mercoledì 29 settembre, 2021

BOVALINO (RC), 30 SET - Rosario Rocca è candidato alle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 con la lista “Un’altra Calabria è possibile”, insieme a lui Mimmo Lucano ideatore del “modello Riace” per quanto riguarda il progetto d’inserimento dei migranti nel tessuto sociale e civile del territorio calabrese. Entrambi appoggiano la candidatura di Luigi De Magistris a Presidente della Regione Calabria.

Rocca (41 anni) è un insegnante che vive e lavora a Benestare (RC). Poco più che ventenne si trasferisce a Torino e inizia la sua carriera nel mondo della scuola in qualità di maestro elementare, con una significativa esperienza nell’ambito della formazione per adulti e stranieri. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazione all’Università di Messina, con una tesi sulla civiltà contadina meritevole della lode, ha coltivato il suo interesse per le tradizioni popolari. Fino al 2018 è stato Sindaco di Benestare e Presidente dell’Associazione dei Comuni della Locride. “Il tempo del mandorlo” è il suo primo romanzo.

 

L’INTERVISTA:

Cosa l’ha convinta a scendere nuovamente in campo dopo aver fatto il Sindaco del suo paese per ben due volte di seguito? La mancanza dell’impegno politico diretto o il progetto di De Magistris con Mimmo Lucano a fare da punto di riferimento?

Due anni fa avevo deciso di mettermi da parte  e di non ricandidarmi nuovamente a Sindaco del mio paese, Benestare, perché ero sinceramente consapevole che un ciclo si era ormai concluso. Ho trovato giusto dare spazio ad uomini e donne  capaci di avviare un nuovo corso che è una condizione necessaria quando si chiude un percorso amministrativo e, soprattutto, quando ad essere amministrati sono paesi in grande difficoltà. Ho comunque continuato a portare avanti la mia attività sindacale che espleto all’interno della scuola (io sono un maestro elementare), un ambito che mi ha consentito di affrontare la vita sotto una prospettiva diversa, anche perché è proprio la scuola che agevola questi rapporti che vedono coinvolti famiglie, bambini e docenti. Pertanto, sono riconoscente al fatto che la scuola mi ha permesso di raccogliere ansie e speranze non solo mie ma dell’intera comunità dove io vivo. Quindi non un mondo fatto di dati, statistiche e tendenze, ma rapporti diretti con la gente, rapporti che hanno contraddistinto da sempre anche il mio modo di fare politica attiva. La discesa in campo anche di De Magistris ha rappresentato in me un momento di condivisione di pensiero perché anch’esso aveva ed ha l’obiettivo di rappresentare un momento di rottura nei confronti di un sistema consolidato e  cristallizzato,  dove entrambi i poli (centro-dx e centro-sx) continuano a somigliarsi nei programmi così come nei fallimenti. Ora serve, necessariamente, l’avvio di un nuovo corso che stiamo cercando di avviare con il contributo dei cittadini. La presenza poi di Mimmo Lucano, ha rappresentato per me un esempio autentico di resistenza e resilienza al tempo stesso, e proprio per questo non potevo dire di no a Mimmo Lucano quando mi ha coinvolto. Ho sentito forte in me il richiamo del dovere civile e morale innanzitutto, ancor prima che politico; ho pensato che sarebbe stato importante dare forza ad un percorso che partisse proprio dall’esperienza di Riace che per me è l’altra Calabria possibile e, per questo, un modello che va assolutamente preservato. Comunque, Il fatto di esserci è già un vero miracolo politico, abbiamo già vinto questa partita e ritengo che le nostre storie rappresentino un modello credibile di cambiamento per la Calabria  e per i calabresi.

Cosa ne pensa di questo centro sinistra spaccato e che fa fatica a fare fronte comune?

La frammentazione nel campo centro sinistra calabrese è caratterizzato da un elemento che segna in maniera negativa queste elezioni regionali ed è imputabile solo ed esclusivamente al Partito Democratico che in Calabria ha deciso a priori che questa partita non si doveva giocare, ha deciso  che le elezioni regionali dovevano rappresentare una specie di congresso  di partito  e quindi la frammentazione è stata determinata da questa volontà politica,  cioè quella di regolare equilibri e rapporti di forza  interni  e non prospettare, invece,  una reale alternativa alla destra calabrese che ha dimostrato, ancora una volta, di essere unita anche se la proposta politica appare ed è molto discutibile. Con queste premesse nessuna alleanza è stata possibile.

Ma in realtà qual è la reale differenza tra voi, e mi riferisco alla vostra lista con De Magistris candidato a Presidente, e tutti gli altri? 

C’è un elemento fondamentale che differenzia De Magistris da quella che dovrebbe essere la sinistra autentica e che, in un certo senso, rappresenta anche le altre coalizioni che formano il fronte del centro-destra; questo elemento è la chiara espressione d’appartenenza ad un “pezzo di sistema” che accomuna tutti tranne noi….noi non ci riconosciamo  in esso e portiamo avanti un discorso di rottura con il sistema che fino ad oggi ha dato soltanto risultati negativi per i cittadini. Questo è in buona sostanza l’elemento che non solo ci caratterizza, ma che anche ci differenzia dagli altri…per fortuna! La nostra forza politica nasce da una volontà forte di rompere le catene di un sistema che ci ha condotto al punto in cui siamo, mentre la partitocrazia ufficiale vive all’interno di un sistema che ormai conosciamo tutti e che ha gravi responsabilità dal punto di vista del degrado sociale e civile che stiamo vivendo oggi nella nostra regione  a tutti i livelli.

Cosa manca e cosa si dovrebbe fare affinchè la locride esca dal torpore sociale, civile ed economico nel quale è racchiusa? 

La locride rappresenta senza dubbio uno dei territori più depressi dal punto di vista culturale, sociale  ed economico non solo della Calabria, ma addirittura d’Europa. Le criticità e le insufficienze sono note e, purtroppo, anche ataviche. E s’è vero com’è vero che il turismo culturale potrebbe essere uno dei motivi principali per il rilancio del nostro territorio, concetto che ormai ce lo ripetiamo da quasi cinquant’anni, credo che sia anche vero che nessuna strategia sia stata studiata e posta in essere per creare veramente la “stagione del rilancio turistico-culturale di questo territorio”. Quando ho rivestito l’incarico di Presidente del Comitato dei Sindaci della locride, ho cercato di portare avanti alcune proposte che, purtroppo, sono rimaste ignorate sia dalla politica regionale che nazionale e non ci hanno consentito di realizzare quella inversione di marcia che tutti noi attendavamo da tempo. Proprio per questo, avevo proposto con forza d’istituire o, in alternativa, di portare qui nella locride un Dipartimento di scienze umanistiche, un luogo dove i nostri ragazzi potessero studiare la tutela e la conservazione del nostro enorme patrimonio di beni culturali e di tesori paesaggistici, ma non è stato possibile. Stesso discorso vale per l’economia del turismo, un’altra tematica di enorme rilievo ed impatto sociale che, se non affrontata con le giuste misure, tipo la creazione di cooperative sociali ed imprenditoriali anche di altro tipo, rischia di naufragare ancor prima di nascere com’è di fatto avvenuto in tutti questi anni. Per questo dico, e insisto, che i nostri ragazzi devono poter rimanere qui nel nostro territorio perché se da un lato si formano dall’altro contribuiscono ad incentivare una rete ed una sinergia positiva tra il mondo delle associazioni, il mondo delle imprese ed il mondo delle eccellenze culturali che in qualche modo possono avviare una narrazione diversa di questo territorio.

Con il Recovey fund, per il tramite del PNRR, sono in arrivo tanti miliardi di euro, ma dalle prime notizie si è appreso che ancora una volta la locride sarebbe stata tagliata fuori o, al massimo, usufruirà soltanto delle briciole. Cosa pensa in proposito?

La penalizzazione della Calabria, così come i ritardi accumulati in termini di crescita e sviluppo civile e sociale dipendono sostanzialmente da un fattore principale che è legato alle reali capacità manageriali dei propri rappresentanti, quelli che hanno avuto e che ancora oggi hanno ruoli importanti e di responsabilità.  Questi rappresentanti non sono stati espressione di una chiara volontà e consenso  popolare, ma hanno risposto a consorterie ed a detentori di pacchetti di voti. Fino a quando questi personaggi risponderanno  a logiche personali  e particolari e non ad esigenze comuni e collettive la locride, purtroppo, rimarrà ancora indietro.

Cosa si può fare per far crescere il nostro territorio e, soprattutto cosa può e deve fare la politica?

Cosa dovrebbe fare la politica? Innanzitutto dovrebbe rigenerarsi che è l’esatto contrario di quel principio di autoconservazione attorno a cui si regge il mondo delle piccole e grandi oligarchie politiche che si sono nel tempo sostituiti ai partiti. Ai tempi della prima repubblica, anche se io sono relativamente giovane (ho poco più di 40 anni), la cancellazione dei partiti e dei corpi intermedi, sostituiti da ristrette oligarchie, consorterie e poteri di ogni genere, composti quindi non da rappresentanti del popolo ma da notabili, ha di fatto limitato la democrazia e la partecipazione democratica dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Io penso che rimettere in discussione questo sistema deve essere l’obiettivo principale della politica, ammesso che la politica voglia ritornare ad essere ed a vestire la sua funzione con la P maiuscola.

E per finire, cosa si augura esca fuori dalle urne il prossimo 3 e 4 ottobre?

Votare è importante e fondamentale, lo è soprattutto in questa fase. Mi sento, quindi, di rivolgere un appello alle donne ed agli uomini che sentono sulle loro spalle e nelle loro fatiche quotidiane, sui loro destini e su quello dei loro figli il peso della sfiducia, della rassegnazione e della marginalità, a questi chiedo un voto per De Magistris, un voto che è necessario per rompere questo sistema che ha incatenato la Calabria. E rivolgo un appello anche ai nostri giovani, lo faccio essenzialmente per fargli capire l’importanza che ha il voto libero ed incondizionato. A voi dico soltanto di non farvi “impacchettare” in contenitori che vengono poi consegnati ai notabili della politica, persone che risponderanno soltanto a logiche personali e particolari. Liberate dalle catene il vostro consenso ed esprimetelo in maniera libera, perché solo così e tutti insieme potremo scrivere una nuova pagina di storia della nostra regione, una pagina diversa e senz’altro migliore.  


intervista realizzata da: Pasquale Rosaci


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