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Cassazione, è reato pubblicare foto di mendicanti

Maria Assunta Casula
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Cassazione, è reato pubblicare foto di mendicanti
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TRENTO, 01 FEBBRAIO 2012 - Singolare sentenza stabilita dalla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione, secondo cui è diffamatorio pubblicare sui giornali foto che ritraggono dei mendicanti i cui volti siano riconoscibili. Quindi, qualora i mass media decidano di affrontare argomenti che trattano di piaghe sociali dovranno oscurare “i volti delle persone coinvolte in fenomeni sui quali grava un pesante giudizio negativo della collettività” .

Il tutto ha avuto origine in seguito a un esposto presentato da una mendicante rumena che ha visto la sua foto pubblicata in un giornale di Trento. La foto corredava un articolo relativo alla sicurezza pubblica e improntato a contrastare “fenomeni quali la prostituzione, il vandalismo e l'accattonaggio”.[MORE] La sua foto inoltre riportava la dicitura “una questuante all'opera nel centro storico di Trento” Un anno fa, il gip di Tento aveva dichiarato il non luogo a procedere ritenendo non diffamatorio l'articolo e le foto, cosicchè la donna si è rivolta alla Corte Suprema in quanto, a suo dire, l'articolo lascia intendere che l'accattonaggio sia un fenomeno criminale da estirpare con un pacchetto sicurezza.

L' alta Corte le ha dato ragione e ha dichiarato che “la fotografia indicata come questuante all’opera, posta a corredo dell’articolo non può essere considerata neutra, dal momento che il lettore è portato ad identificare la persona rappresentata con uno dei mali da combattere – l’accattonaggio diffuso – e l’ipotizzato collegamento con ambienti malavitosi – ed uno dei problemi da eliminare per garantire una pacifica vita cittadina“. Di conseguenza “quando per esigenze di cronaca si mostrano immagini di persone in qualche modo coinvolte in fenomeni sui quali grava un pesante giudizio negativo della collettività – al fine di evitare che si crei un preciso collegamento tra un fenomeno generale e una specifica e individuabile persona fisica ed evitare quindi la conseguente e inutile carica di disdoro personale, si usa sgranare o comunque coprire il volto della persona ritratta per renderla non identificabile".

foto da gabrybabelle.blogspot.com

Maria Assunta Casula


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Scritto da Maria Assunta Casula

Giornalista di InfoOggi

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