CATANZARO, 17 OTTOBRE 2012 - Francesco Vasile ha una faccia da ragazzo acqua e sapone, giovane, pulito, eppure era il killer più spietato della cosca Giampà di Lamezia Terme. Considerato l’uomo d’onore riservato di Giuseppe Giampà e definito “dipendente”, Francesco Vasile è stato fermato questa mattina alle 12:00 a Novara, grazie all’ operazione denominata Pegaso.
“Gli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro – spiega Rodolfo Ruperti durante la conferenza stampa – sono partiti ieri e lo hanno fermato questa mattina”. Dopo la notizia della collaborazione di Giuseppe Giampà, capo cosca, Vasile si era, infatti, allontanato da Lamezia perché immaginava il fermo, ma soprattutto perché temeva ripercussioni dei clan avversi.[MORE]
La Squadra Mobile di Catanzaro aveva già sotto controllo i movimenti di Vasile ed inutili sono stati i suoi tentativi di depistaggio. Vasile non falliva mai; portava a termine tutti gli omicidi che di volta in volta gli commissionava Giuseppe Giampà. Le dichiarazioni che in questi giorni, Giampà, ormai collaboratore, sta facendo alla Squadra Mobile sono preziose. Vasile era già noto alle forze dell’ordine, gli sono stati contestati il 416 bis e gli omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio. I due omicidi sono avvenuti entrambi in pubblico. Il primo nei pressi di un campo da calcetto dove Vincenzo Torcasio si trovava per assistere ad una partita ed il secondo in pieno centro a Lamezia. L’esecutore materiale degli omicidi sarebbe proprio Vasile.
Gli omicidi avevano lo scopo di mandare un segnale chiaro ai Torcasio, che in quel periodo cercavano di prendere il sopravvento sul territorio di Lamezia. Giampà si rivolge al killer di fiducia, Vasile, molto temuto per freddezza e spietatezza che supportato da Alessandro Torcasio , Maurizio Molinaro, Vincenzo Giampà, Egidio Umberto Muraca e Antonio Voci, avrebbe portato a termine l’incarico assegnato. “Tutto quello che Giuseppe Giampà sta raccontando – spiega il procuratore Giuseppe Borrelli – ci consente di colmare le lacune che residuavano dalle dichiarazioni dei Torcasio”.
Giulia Farneti
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