Israele, scontri tra polizia e occupanti. Netanyahu contesta la decisione della Corte Suprema
Estero Puglia

Israele, scontri tra polizia e occupanti. Netanyahu contesta la decisione della Corte Suprema

mercoledì 29 luglio, 2015

ISRAELE, 29 LUGLIO 2015 – È scontro tra la polizia israeliana e un gruppo di manifestanti che, da qualche giorno, si è barricato in segno di protesta nelle abitazioni di Beit El, costruite abusivamente in territorio palestinese e in via di demolizione per ordine della Corte Suprema d’Israele.

Secondo quanto disposto dai giudici, lo smantellamento degli edifici sarebbe dovuto avvenire entro il prossimo 30 luglio. La decisione è arrivata in seguito alla costatazione che le abitazioni, meglio conosciute come “Dreinoff”, erano state costruite su una proprietà privata palestinese, conquistata dall’esercito israeliano nel 1970. La zona interessata si trova in Cisgiordania, a Beit El, vicino a Ramallah. Secondo delle disposizioni internazionali, gli edifici israeliani costruiti abusivamente in Cisgiordania sono illegali. Tuttavia, Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, si è dichiarato contrario alla decisione presa dalla corte suprema, e lo scorso 28 luglio ha dato il via libera alla costruzione di un agglomerato di unità abitative proprio a Beit El. Netanyahu ha, inoltre, annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro la decisione della corte di procedere con la demolizione. [MORE]

Dall’annuncio della sentenza, lo scorso 26 luglio, gli occupanti israeliani hanno ingaggiato uno scontro continuo con la polizia: secondo quanto riportato da Al Jazhera, gli agenti sono stati colpiti da sassi e pietre lanciati dai coloni, barricati in uno degli edifici in attesa di demolizione. In seguito alle proteste, diversi occupanti sono stati arrestati e molti evacuati dalle stesse forze dell’ordine.

Nel frattempo, arriva anche la condanna di Amnesty International nei confronti di Israele che, secondo il rapporto pubblicato nelle scorse ore, si sarebbe macchiato di "crimini di guerra" quando, la scorsa estate, sono stati portati avanti degli attacchi aerei e terrestri nelle zone abitate di Rafah. Secondo le stime dell'organizzazione, gli attacchi avrebbero portato alla morte di circa 135 palestinesi, tra cui 75 minorenni. Nel rapporto si parla chiaramente di un'azione "punitiva" da parte di Israele in seguito alla presa in ostaggio di un ufficiale israeliano da parte di Hamas. La risposta del ministero degli Esteri israeliano, però, sembra mettere in discussione la veridicità delle analisi contenute nel rapporto, giudicando le affermazioni di Amnesty come tendenti a "falsificare la realtà", attraverso una "metodologia lacunosa" che dimostra "l'ossessione verso Israele".

(foto:arabpress.eu)

Sara Svolacchia
 


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