Le armi chimiche della Siria transiteranno da Gioia Tauro. Il sindaco: «È gravissimo»
GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 16 GENNAIO 2014 - Le armi chimiche della Siria transiteranno dal porto calabrese di Gioia Tauro. Anche se l’annuncio ufficiale avverrà in Parlamento, durante l’audizione alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, non ci sono dubbi sulla scelta operata dal capo dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche), Ahmet Uzumcu, e confermata tra l’altro dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.
L’operazione, che prevede il trasbordo delle armi chimiche dalla nave danese Arc Futura, dove sono depositate in circa 1.500 container e proveniente dal porto siriano di Latakia, alla nave americana Cape Ray, incaricata una volta giunta in acque internazionali di distruggerle mediante idrolisi, rientra nel piano di disarmo della Siria, così come stabilito dagli accordi internazionali. Nello scorso dicembre, infatti, l’Italia, come anche altri paesi europei, diede la propria disposizione all’Opac.
Il direttore della stessa organizzazione mondiale, il turco Uzumcu, ha informato che il transito delle circa 560 tonnellate di sostanze chimiche letali è previsto tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio e che durerà non più di 48 ore. Uzumcu ha inoltre assicurato che «è stata presa ogni misura possibile per un trasferimento sicuro:i rischi sono molto evidenti e abbiamo preso tutte le misure per ridurli al minimo».
Rassicurazioni che comunque non sono affatto sufficienti per tranquillizzare né la cittadinanza di Gioia Tauro, né il suo sindaco che peraltro ha detto di essere all’oscuro di tale decisione: «Non mi avevano informato – ha dichiarato Renato Bellofiore, che ha poi aggiunto – mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone». Il primo cittadino di Gioia Tauro non ha di certo risparmiato il governo: «è gravissimo, forse il ministro Bonino non sa cos’è la democrazia. È la solita scelta calata dall’alto. Siamo considerati una popolazione di serie B».
Alle parole del sindaco Bellofiore, seguono quelle del primo cittadino di San Ferdinando, comune in cui ricade il 75% del territorio del porto, Domenico Madaffari: «Stiamo valutando di emettere un’ordinanza per chiudere il porto. Vedrò con i colleghi di Gioia e Rosarno – ha spiegato Madaffari – cosa si può fare con molta calma. Voci danno arrivo nave domani».[MORE]
Non sono, invece, dello stesso tono le affermazioni del sindacato dei portuali di Gioia Tauro, che attraverso il segretario nazionale del Sul, Antonino Pronestì, ha fatto sapere che «se ci saranno certezze sulle condizioni di sicurezza sul lavoro si può anche fare. Non diciamo no a prescindere ma vogliamo avere certezze sulla sicurezza per i lavoratori».
Dal canto suo il governo nella persona del ministro Maurizio Lupi ha precisato che «il materiale in transito non è più pericoloso di quelli con cui si ha giornalmente a che fare nelle operazioni di transito e che non vi sarà alcun stoccaggio a terra». Il ministro Lupi ha inoltre voluto spiegare perché per lo svolgimento di tale operazione è stato scelto il porto di Gioia Tauro: «Abbiamo scelto il porto di Gioia Tauro perché è una delle eccellenze e questa tipologia di attività è una delle specializzazioni di quel porto. Nel 2012-2013 – ha detto il ministro – sono stati trattati in sicurezza 3000 container, per un totale di 60.000 tonnellate di materiale con tipologia identica per pericolosità a quelle provenienti dalla Siria. Il governo – ha proseguito il ministro – ha verificato condizioni fondamentali come esperienza, specializzazione e altre professionalità: tre categorie ritenute presenti nei terminalisti di Gioia Tauro».
(Immagine da repubblica.it)
Giovanni Maria Elia
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