ROMA - E’ cominciata alle ore 15 di lunedì 4 luglio la Direzione nazionale del Pd presso il Life Hotel di Via Palermo, a Roma. Cruciale è stato chiaramente l’intervento del segretario e premier, Matteo Renzi, alle prese con una vera e propria resa dei conti con la minoranza, le cui divergenze, peraltro note, si sono notevolmente acuite a seguito del risultato al ribasso delle amministrative. [MORE]
Tema centrale dell’intervento del leader Pd è ovviamente il passaggio referendario costituzionale, presumibilmente ad ottobre, così come auspicato dallo stesso premier in più occasioni nel corso degli ultimi giorni. Buona parte dell’intervento ha ovviamente anche riguardato le vicende internazionali, dalla strage di Dacca al passaggio di Brexit, prima dell’uccisione della giovane deputata laburista Joe Cox.
Alcuni passaggi del discorso di Matteo Renzi alla direzione:
Terrorismo, Europa e Italia 2017. «I nostri valori vanno spiegati alle nuove generazioni. L’Italia avrà davanti tre opportunità per portarlo avanti: il G7 Di Taormina, nel 2017 saremo nel Consiglio di sicurezza Onu e nel marzo del 2017 la Ue verrà a Roma per il lancio dei Trattati»
Riforma costituzionale e referendum. «Avverto la responsabilità di questo passaggio molto importante per il nostro partito e la nostra comunità. Vorrei offrire una occasione di dialogo sincera, profonda e franca. La direzione si svolge dopo le amministrative che non sono andate bene, ma anche dopo Brexit, dopo la più grande strage di civili all’estero». Il premier ha rimarcato le particolarità “dialogiche” del partito rispetto alle altre compagini politiche: «Sono pronto ad ascoltare, ma anche a difendere la dignità di questa comunità. Tutti i partiti fingono di essere una falange mentre noi valorizziamo ciò che troppo spesso ci divide». E chiosa sul tema generale: «Il referendum è cruciale non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana».
Flessibilità e Brexit. «Noi lo diciamo da tempo: l’Unione Europea così non va. La flessibilità non è una concessione ma un dovere di buon senso». Successivamente, ecco le raccomandazioni su Brexit, allontanando pericolose conseguenze interne di riflesso all’out britannico: «Ciò che è accaduto su Brexit farà più male ai britannici che a noi. E’ clamoroso errore del Regno Unito».
Amministrative. «Dato difficile da giudicare in modo organico, difficile da capire. Ci vuole fantasia per leggere un dato nazionale». Il premier ha sottolineato così la diversità e complessità dei risultati, evidenziando differenze percentuali di 20 punti tra Bologna e Rimini, e l’importante ruolo giocato dal Pd nella conquista di Milano con Beppe Sala, avvertendo inoltre come la risoluzione dei problemi di un partito debba prescindere da un risultato elettorale piuttosto variegato, come peraltro più volte espresso dallo stesso Renzi a margine del voto.
Partito. Altro tema sicuramente centrale è rappresentato dall’evoluzione del Pd e dalla necessità di cambiamento. Il consiglio è quello di tornare tra la gente e di non radicalizzare la situazione delle correnti interne «perché non governeranno questo partito». Poi, una stoccata al passato: «Sono grato a chi lavora alle feste dell’Unità ma alla nostra gente dobbiamo un modello che non ricalchi gli errori del passato». Quello stesso passato, che con Pier Luigi Bersani, ex segretario Pd, rilancia sulla separazione degli incarichi di premier e segretario.
[foto da: dicearco.it]
Cosimo Cataleta
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