Lights out - Terrore nel buio di David Sandberg: è la solita paura, ma senza ombre
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Lights out - Terrore nel buio di David Sandberg: è la solita paura, ma senza ombre

mercoledì 17 agosto, 2016

LIGHTS OUT - TERRORE NEL BUIO DI DAVID F. SANDBERG, LA RECENSIONE. La mitologia della paura del buio non viene reinventata, ma sfruttata in maniera estenuante e variata con ogni sorta di astuzia.

C’è un mostro nel buio, ma non è l’uomo nero: è la donna nera. Soluzione: accendere la luce e farla sparire – purché non ci siano blackout. A Paul, alle prese con gli straordinari in ufficio, una sera capita il tremendo e fatale incontro ravvicinato. Più che inconsolabile, la vedova (Maria Bello) sembra fuori di senno, al punto da assecondare e rifugiare in casa l’entità misteriosa, che ha tanto di nome: Diana. Il figlio di 10 anni si mette in salvo dalla sorella ribelle, Rebecca (Teresa Palmer), a cui tocca una rischiosa indagine tra archivi di famiglia e scontri fisici, tra riflessioni e riflessi (di luce).

NEL CORTO, LE IDEE - Sono due le imprese del regista David F. Sandberg nel realizzare a Lights Out – Terrore nel buio: adattare il proprio cortometraggio di successo del 2013, col supporto della produzione di James Wan, ma pur sempre con l’obbligo di allungare a dismisura il brodo dell’originale; muoversi nel cono d’ombra di una mitologia nera ormai abusata, ossia la paura del buio. Il risultato è un lungometraggio “corto”, di soli 80 minuti, che conserva la muscolarità e la tensione del formato breve, riproponendo in loop gli stessi vecchi trucchi, quasi senza pudore: apparizioni improvvise da gelare il sangue, silenzi sventrati da urla nel buio, ogni sorta di artificiosa complicazione – persino l'immancabile caduta del fuggitivo mentre viene inseguito dal mostro! [MORE]

Da un lato, le conseguenze si avvertono, eccome, sul piano narrativo, costellato – ora ci vuole – di buchi neri e passaggi illogici: basti, in tal senso, farsi tornare a mente la profondità psicologica di Babadook. Dall’altro, c’è però da riconoscere che non è un caso che Sandberg sia stato individuato come regista promettente tanto dalla critica ai tempi del cortometraggio quanto dallo stesso Wan. Rispetto a più fatui esemplari in commercio, Lights out – Terrore nel buio è, semplicemente, “fatto meglio”: con maggiore consapevolezza ed ironia, per eludere ogni sfumatura di ridicolo, e con attenzione artigianale nel curare agguati e soprassalti.

RUMORI INFERNALI - Costretto, in qualche modo, a dover “reinventare” sempre la stessa situazione – la fuga dei personaggi dalle zone al buio – Sandberg manifesta infatti un campionario di soluzioni acrobatiche, che vanno dai fari dell’auto alle lampade a dinamo, dal fuoco all’iphone-torcia. Non solo: a dispetto dell’opposizione luce\ombra, Lights out è prima di tutto, inaspettatamente, un horror “acustico”, fatto di scricchiolii, versacci satanici, pavimenti raschiati, cardini da oliare. Ancora una volta, niente di nuovo, ma, ancora una volta, sorprende la compattezza del ritmo e l’efficacia nella distribuzione degli effetti (nonostante il finale deboluccio).

IL PRINCIPE DI PERSIA - Il cast, nella sua medietà, funziona alla grande. La Palmer consegue un fortunato equilibrio che la distanzia sia dagli eccessi di scream queen che dall’improbabile fisicità di guerriera della notte; la matrigna Maria Bello (A History of Violence) è smunta, sofferta, ambigua; il piccolo Gabriel Bateman timbra il cartellino. Le risatine in sala spuntano su Alexander Di Persia, il fidanzatino, volutamente profilato come il bonaccione un po’ goffo: una sua temeraria fuga notturna, che mescola applausi, fiato sospeso e qualche sghignazzo, sintetizza la sensibilità autoriale di Sandberg, che non stecca i toni. Né stecca la prima al lungometraggio.

DATA USCITA: 04 agosto 2016
GENERE: Horror
REGIA: David F. Sandberg
CAST: Teresa Palmer, Maria Bello, Gabriel Bateman, Billy Burke, Alexander DiPersia
SCENEGGIATURA: David F. Sandberg
MUSICHE: Benjamin Wallfisch
PRODUZIONE: Grey Matter Productions, New Line Cinema.
DISTRIBUZIONE: Warner Bros.
PAESE: USA
DURATA: 81 Min

(IMMAGINI: in alto, dettaglio d'immagine promozionale; all'interno, fotogramma del film con Teresa Palmer)

Antonio Maiorino


Autore
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