Legge di Stabilità, scontro tra Letta e Confindustria
ROMA, 20 DICEMBRE 2013-«Certamente non è quello che ci aspettavamo e pensiamo che non sia sufficiente per far ripartire il Paese». E’ questo il laconico commento di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, sulla legge di Stabilità.
L'idea del presidente degli Industriali, ma anche dei sindacati, era quella di una manovra con un volume più ampio, che generasse maggior un impatto sull'economia reale. E nell’impossibilità di ricercare una tale soluzione, allora le risorse andavano concentrate sul taglio delle tasse.
Letta non ci sta e da Bruxelles ha replicato con fermezza alle critiche di Squinzi: «Gli imprenditori dovrebbero rendersi conto - ha dichiarato - che perchè ci sia crescita ci devono essere complessive condizioni: gli interessi bassi è uno di questi, le tasse basse è un'altra; la legge di stabilità comincia a far scendere le tasse, gli ulteriori interventi arriveranno dall'anno prossimo». [MORE]
E poi come premier, ha sottolineato, lui ha «la responsabilità di tenere la barca Italia in equilibrio» il che significa «la crescita senza sfasciare i conti». Anche perché «Confindustria dovrebbe sapere che tenere i conti a posto vuol dire far calare gli spread, come oggi che abbiamo raggiunto il punto più basso in due anni».
Davide Scaglione
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