Marcozzi Tennistavolo, due argenti al Teverino e lunga intervista al tecnico Antonio Gigliotti
Cronaca Sardegna

Marcozzi Tennistavolo, due argenti al Teverino e lunga intervista al tecnico Antonio Gigliotti

lunedì 6 giugno, 2011

ROSSI E POMA SUL PODIO DEL TEVERINO

Continuano ad impressionare le giovani leve della Marcozzi che nell’edizione 2011 del Trofeo Teverino Ping Pong Kids (disputato a Terni dal 3 al 5 giugno), hanno ottenuto due importantissime piazze d’onore su un totale di 35 partecipanti. Carlo Rossi è arrivato a disputare la finalissima nel GM 1 riservato ai nati nel 2000/2001. Mentre il suo compagno Marco Poma lo ha imitato nel GM 2 (2002/2003). [MORE]“Il Teverino è stato sicuramente un validissimo banco di prova per Carlo – dice il suo papà Giuseppe Rossi - che, per la prima volta, si è trovato a "difendere" un'elevata posizione nella classifica nazionale giovanissimi (n. 6 dopo i campionati italiani) ed una delle primissime teste di serie del torneo. Nella circostanza, infatti, causa delle defezioni di Muletti, Mutti e Calisto, Carlo partiva quale n. 3 del tabellone, posizione poi brillantemente mantenuta come conferma l'argento conquistato. La gara si è resa difficile sin dal primo girone, quello disputato per la conferma delle teste di serie: la vittoria per 3-2 nell'incontro decisivo con avversario ancora privo di classifica la dice tutta sulla qualità del torneo e ciò avvalora ancor più il risultato ottenuto. Nel tabellone principale, poi, due importanti vittorie su Zaccone ed Endrizzi, entrambi a ridosso di Carlo nella classifica nazionale, hanno spianato la strada per la semifinale nella quale Carlo ha compiuto il suo capolavoro proprio contro Riccardo Contin, n. 5 della classifica nazionale: un 3-0 senza concedere alcuna chance al veneto. La finale contro il fortissimo Bressan ha fatto lunghi tratti addirittura ben sperare: combattutissimi i primi 4 set nei quali Carlo avrebbe anche potuto riservare il clamoroso risultato giocando alla pari del quotatissimo friulano, prima che quest'ultimo trovasse lo spunto decisivo nel quinto set prendendo il largo a metà dello stesso approfittando della stanchezza e, forse, della mancanza di convinzione da parte di Carlo di continuare a giocarsela alla pari”
Marco Poma ha qualcosa da recriminare, ma anche la sua resta un’impresa di non poco conto: “Abbiamo cominciato venerdì con i gironi per la determinazione delle teste di serie – racconta il piccolo figlio d’arte -in quella circostanza ho giocato due gare vincendole entrambe per 3 a zero. Poi la fase a tabelloni ha preso avvio dagli ottavi di finale. In semifinale mi sono imposto su Andrea Puppo della Liguria, mentre in finale sono stato sconfitto da Matteo Gualdi dell’Emilia Romagna. Purtroppo mi ha superato per 3 a 1 ma dentro di me sentivo che ce la potevo fare. Avevo cominciato bene imponendomi per 11/6, poi mi ha lasciato a 6 e a 7 nel secondo e terzo set. Nel quarto set ho perso 15/13 ma ho fallito una schiacciata di rovescio ed un’altra di dritto. L’avrei potuto battere se fossi riuscito a spostarlo da una parte all’altra del campo, ma non sono stato continuo. A fine gara ero molto triste perché è stata l’unica partita che ho perduto. Però a darmi consigli a bordo campo c’era il vice presidente della Marcozzi Cagliari Raffaele Curcio; mi ha detto che ho giocato bene. Oltre alle gare di tennistavolo abbiamo fatto altri esercizi alla corda, poi gare di velocità e infine gli ostacoli. C’è stata anche una tombolata dove sono riuscito a vincere delle racchette per il mare, una pallina ‘Burda’ , una corda e un frisbee”.

 

ANTONIO GIGLIOTTI RACCONTA I SUOI PLAY -OFF

Passata la tensione del dopo Este, il tecnico della Marcozzi Antonio Gigliotti ritrova la calma e la lucidità che gli consentono di fare un’analisi serena della stagione di serie A1 appena terminata. Centrato l’accesso ai play – off, il team cagliaritano solo per un niente non l’ha spuntata sui veneti che poi sono stati travolti in finale da un Cus Torino davvero imbattibile. Ma dietro quel ‘niente’ ci sono piccoli aspetti che alla lunga hanno inciso.

Ritorniamo al match di ritorno sui Colli Euganei o l’hai già rimosso?

Della gara di Este mi ricordo tutto, ma la cosa che mi salta ancor più in mente è che abbiamo avuto grandissime chance di ribaltare il risultato e andare in finale.

Ricordiamo quei momenti decisivi?

Stefano Tomasi vinceva 2 set ad 1 e 6/5 al quarto con Mattia Crotti e poi ha ceduto 11/9. Era in vantaggio un set a zero e 7/2 al secondo contro Vyborny, sul 2/2 si è trovato avanti 8/7 con il servizio a disposizione.

Ma non è andato per il verso giusto…

Purtroppo lo sport è questo, abbiamo accettato la sconfitta. Personalmente ci credevo tantissimo nell’accesso alla finale, forse più di tutti, però non è bastato.

Hai qualcosa da rinfacciare ai tuoi atleti?

Non ho niente da rimproverare, però mi sono fatto un’opinione sul perché sia andata a finire così.

Siamo tutti orecchie..

Nella seconda parte della stagione non abbiamo fatto benissimo. I motivi sono tanti. Quindi penso che alla fine il risultato sia giusto così. Abbiamo perso perché non siamo riusciti a fare le cose che io avevo programmato per l’intero anno agonistico. Nella prima parte della stagione ci siamo riusciti, dopo no.

Soprattutto nei play – off?

A parità di livello ne paghi le conseguenze. Tra le quattro protagoniste dei play – off eravamo di poco inferiori rispetto alle altre tre. Avevamo bisogno di affinare certe caratteristiche per riuscire a fare risultato. Purtroppo non sempre siamo stati capaci di portarle in porto e di conseguenza anche in partita certi limiti si sono palesati inesorabilmente.

Cosa è mancato in concreto?

Per vincere servono tante componenti, non è sufficiente venire in palestra con assiduità. Gli allenamenti bisogna viverli con una certa predisposizione mentale che ti permetta di lavorare al top anche sotto l’aspetto qualitativo. La testa deve essere completamente libera da qualsiasi interferenza.

E invece?

Nella seconda parte della stagione queste interferenze sono state tante. Ed in linea generale hanno influenzato tutti e tre i giocatori. Ma anche me e tutto l’ambiente. Ad un certo punto è venuto a mancare il supporto di tutto e di tutti. E quand’è così tutto si fa in salita.

Alla fine ha gioito il Cus Torino

Non è un caso che lo scudetto l’abbiano vinto loro. In tempi non sospetti avevo sempre detto che la squadra piemontese era la più completa. Partendo dalla panchina e fino ad arrivare ai giocatori. A parte il cinese che è stato cambiato, è una squadra che lavora da due anni con la stessa filosofia per raggiungere l’obiettivo. L’anno scorso hanno iniziato questo percorso, quest’anno hanno raccolto i frutti. Non è da trascurare il fatto che il Cus Torino sia una società che con una sola squadra. Quindi tutte le energie sono confluite in essa.

C’è chi può…

Noi al contrario avevamo tante cose a cui pensare e dal mio punto di vista è normale che qualcosa sia venuta a mancare perché la società non si preoccupava solo della A1.

Insomma a parer tuo neanche voi sareste riusciti a frenare i piemontesi

Obbiettivamente la squadra universitaria è la più completa. Patrizio Deniso è l’allenatore più bravo che c’è in Italia e secondo me uno dei primi in Europa. Il tennistavolo lo conosce realmente, un progetto lo sa avviare, continuare e terminare. Alla fine contano i fatti.

Un esempio da imitare..

Non è un caso che lui riesca a vincere dopo il secondo anno. Questo è sinonimo di programmazione e concretezza. In Italia è questo che bisognerebbe fare. È troppo facile costruire le squadre con i soldi, compri i giocatori migliori e vinci. Il bello è invece riuscire ad ottenere risultati da giocatori bravi che inizialmente non si conoscono e che ancora non hanno espresso tutto il loro reale valore. E questi giocatori li costruisci con l’allenamento quotidiano. Peccato perché a Torino si poteva aprire un ciclo, però in Italia la parola continuità non esiste.

Mentre Este era battibile perché…

Se andiamo ad analizzare bene la situazione, anche ad Este ci sono tre giocatori che non rappresentano una squadra vera e propria. Non fanno allenamento tutti i giorni. Sono molto “amatoriali”e quindi alla lunga, se ti stai giocando qualcosa d’importante, non basta fare quello che hanno fatto.

A tuo avviso chi è stato il giocatore che ha maggiormente impressionato nei play – off ?

Il giocatore che è cresciuto più di tutti mi è sembrato Antonin Gavlas. L’ho trovato più solido, per tutto il campionato ha avuto un ottimo rendimento ma nella gare dei play – off a mio parere è stato determinante. Ha dato maggiore sicurezza alla squadra.

La delusione maggiore?

Delusioni in quanto tali non c’è ne sono state. Mi aspettavo di più da Simoncik. Un giocatore del suo livello, nelle gare di play - off non può fare solo due punti in sei incontri disputati. Mi sembra poco rispetto al giocatore che é. Sarebbe potuto addirittura rimare all’asciutto se Li Kewei avesse approfittato dell’occasione avuta sul 2/1 10/7. La finale non l’avrebbe giocata ma ci saremo stati noi al loro posto.

Anche Stefano Tomasi ne ha perduto quattro su quattro

Le quattro sconfitte di Stefano non ci stanno per niente. Le responsabilità sono di tutti e anche lui si deve assumere le sue. Non lo condanno, anche lui ha pagato determinate situazioni. Sia di “palestra”, sia private. Però un professionista non può permettersi di distrarsi in un momento così importante e delicato del campionato. Ne ho discusso tanto con lui, e alla fine abbiamo convenuto che certi episodi hanno condizionato il suo rendimento. Per esempio una settimana prima delle semifinali scudetto si è ritrovato i muratori in casa, la sua testa non era completamente libera e questo ha inciso negativamente.

Li Kewei?

Li Kewei nel corso dei play – off ha dimostrato di essere il giocatore che é. Era stato acquistato affinché assicurasse un rendimento come quello che ha esibito nell’ultima fase. Purtroppo è mancata qualcosa contro Simoncik nella gara di Cagliari, però al ritorno l’ha battuto e anche con Mattia Crotti si è comportato bene. Cominciava a far intravedere le sue qualità, per un poco non si sono viste del tutto e anche lui ne ha pagato le conseguenze.

Infine c’è Bohumil Vozicky

Bohumil è la costanza personificata. Mi aspettavo qualcosa in più nella gara di ritorno, nella partita con Vyborny. Era lui che doveva dare un segnale forte alla squadra ed invece abbiamo riscontrato dei problemi a livello caratteriale nell’impostazione della partita. Però Bohumil è una sicurezza, sia come professionista, sia per le sue caratteristiche umane.

Alla fine il ritiro di Praga vi ha fatto bene?

É stato fondamentale. Abbiamo lavorato bene, sicuramente molto meglio di quanto avremmo potuto fare a Cagliari. In fin dei conti i play – off gli abbiamo giocati alla grande, siamo usciti a testa alta. Perché se andiamo a confrontare tutte le gare dei play – off solo la sfida tra noi ed Este è stata in bilico sino all’ultimo punto. Questo a dimostrazione delle qualità che avevamo.

La stagione non è ancora finita

Ora ci stiamo preparando ai campionati italiani assoluti. Dobbiamo andare a Rimini e cercare di fare il meglio possibile.

Hai qualche desiderio da realizzare?

I desideri devono essere i loro, non i miei. Io mi metto a disposizione, se loro vogliono arrivare a qualche risultato, cercheranno di perseguire in allenamento tutte le cose che dico e che si devono fare.

Stefano ce la farà a riconfermarsi campione italiano assoluto?

Non c’è in lui quella attenzione e quella concentrazione che io vorrei vedere. La seconda parte della stagione per lui non è stata positiva.


Ufficio Stampa: Tennistavolo Marcozzi, via CrespellanI 11/13 - Cagliari Tel e Fax. 070-531370. E – mail: [email protected]

 

 

 


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