'Ndrangheta: libro bianchi-rio, Droga e riciclaggio le attivita' piu' redditizie
CATANZARO, 15 LUGLIO 2013 - Giro d'affari pari al 3,4% del Pil italiano. Droga e riciclaggio le attivita' piu' redditizie, si fanno strada nei business illeciti dei clan calabresi anche gioco d'azzardo e rifiuti illegali. Con 380 'ndrine attive in sette aree continentali, un esercito del male di oltre 50 mila affiliati ed una crescente credibilita' internazionale, le "famiglie" puntano a conquistare il primato mondiale del crimine organizzato.
Sono alcune delle stime e cifre esclusive contenute nel libro "L'impero della 'Ndrangheta" (Giulio Perrone Editore), scritto dalla parlamentare Dorina Bianchi e dall'economista Raffaele Rio. Nel 2012, il giro d'affari delle 'ndrine si aggira intorno ai 53 miliardi di euro, una cifra che e' pari al 3,4 per cento del PIL italiano, fermo a 1.566 miliardi di euro. Il maggiore introito e' costituito dal traffico di stupefacenti che determinerebbe guadagni per 24.200 milioni di euro. Un'altra importante fonte di profitto e' costituita dall'attivita' di riciclaggio che ha assicurato alle cosche calabresi un profitto di 19.600 milioni di euro.
Risultano significativi anche i guadagni criminali relativi a estorsioni e usura (2.900 milioni di euro), agli appalti pubblici (2.400 milioni di euro), al gioco d'azzardo (1.300 milioni di euro). Meno rilevanti invece i proventi dal traffico di armi (700 milioni di euro) e di rifiuti illeciti (670 milioni di euro), dalla prostituzione (370 milioni di euro), dalla contraffazione (330 milioni di euro) e dall'immigrazione clandestina (130 milioni di euro), ma si tratta pur sempre di cifre enormi che vanno a incrementare un bilancio piu' che remunerativo e allettante.
"La 'ndrangheta - spiegano Dorina Bianchi e Raffaele Rio - ha consolidato il suo protagonismo nel panorama internazionale del crimine organizzato disponendo di una smisurata liquidita' economica che ha alimentato la sua strategia unica nel panorama criminale: da un lato, colonizzazione e naturale vocazione di organizzazione policentrica ed espansionistica e, dall'altro, asfissiante controllo delle comunita' territoriali d'origine. Le 'ndrine - continuano gli autori de "L'impero della 'Ndrangheta" - sono riuscite ad infilarsi laddove si produce ricchezza, dove c'e' denaro pubblico, penetrando ovunque, nei settori e nei mercati tradizionali ed emergenti: droga, rifiuti, estorsioni, gioco d'azzardo, commercio al dettaglio, porti, sanita'.
E poi, ancora, turismo, agricoltura, ambiti, questi ultimi, nei quali gli 'ndraghetisti sono diventati dei veri e propri specialisti nelle frodi ai danni della Comunita' europea. Ha saputo, con un protagonismo invisibile, trasformarsi in un micidiale impero criminale con ramificazioni in tutto il mondo e con uomini sparsi nelle posizioni piu' strategiche della politica, del tessuto economico e finanziario. Pur essendo inconfutabile, oramai, che la criminalita' organizzata calabrese limiti pesantemente la crescita economica, almeno del 20% secondo un campione di imprenditori per noi intervistati dall'istituto Demoskopika e che la politica riscuota i piu' bassi livelli di fiducia mai rilevati, lascia ben sperare - concludono Dorina Bianchi e Raffaele Rio - che la stragrande maggioranza degli operatori economici dichiara di non volersi arrendere o chiudere l'attivita' a causa della prepotenza mafiosa".
L'oro bianco delle 'ndrine: 1 euro su 2 proviene dalla droga. Per la criminalita' organizzata calabrese il settore piu' remunerativo e' il traffico di stupefacenti che nel 2012 ha prodotto introiti per 24.200 milioni di euro, pari a poco meno della meta' del totale dei profitti illeciti. Il traffico di cocaina e' quello che fornisce maggiori guadagni e cio' si spiega per i rapporti consolidati che la 'ndrangheta e' riuscita a stabilire con i cartelli dei narcotraffici colombiani.
Le famiglie 'ndranghetiste sono considerati dai principali cartelli sudamericani come i piu' affidabili per la loro capacita' di gestione degli affari criminali, per la loro disponibilita' di basi d'appoggio in tutta Italia, in tutta Europa e in tutto il mondo e per la loro ridotta permeabilita' al pericoloso fenomeno dei collaboratori di giustizia. Nel 2008 la Casa Bianca ha annunciato l'inserimento della 'ndrangheta nell'elenco delle "Narcotics Kingpin Organizations", le principali organizzazioni dedite al narcotraffico, provvedimento che certifica il ruolo di primo piano che la mafia calabrese ha raggiunto nel panorama criminale internazionale. Riciclaggio: l'interesse delle "famiglie" sui 3 mld di fondi UE in arrivo per il 2014-2020. Il riciclaggio di denaro rappresenta un impressionante moltiplicatore degli affari delle 'ndrine pari a 19.600 milioni di euro.
L'utilizzo di fondi pubblici erogati dall'Unione Europea e' sicuramente uno dei canali privilegiati di finanziamento e riciclaggio della 'ndrangheta. Si prevede che la sola Calabria dovrebbe beneficiare di almeno altri 3 miliardi di euro di fondi comunitari anche per il periodo 2014-2020 da destinare allo sviluppo dell'intero territorio. Analizzando il dato relativo alle operazioni finanziarie sospette trattenute relativo al periodo 2007-2012 , significativo nel misurare la capacita' di infiltrazione criminale nell'economia legale, emerge che 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra rappresentano l'87,6% delle segnalazioni sottoposte ad ulteriori attivita' investigative in Italia.
Nel mirino della Direzione Nazionale Antimafia, su oltre 2 mila segnalazioni sospette in Calabria, principalmente enti creditizi, agenzie di affari in mediazione immobiliare, ragionieri, pubblica amministrazione e intermediari finanziari. Estorsioni, usure e appalti pubblici: senza 'ndrangheta, fatturati in salita anche oltre il 20%. L'aggressiva azione intimidatoria della mafia calabrese si manifesta prioritariamente nel mercato criminale delle estorsioni e dell'usura che porta nelle casse delle 'ndrine circa 2.900 milioni di euro.
Secondo le stime dell'Istituto Demoskopika, contenute in esclusiva nel lavoro editoriale, le attivita' criminali dell'usura e del racket, soltanto in Calabria, colpirebbero oltre 40 mila commercianti e operatori economici provocando una mancata crescita quantificabile in circa 1,2 miliardi di euro. Inequivocabile il sentiment degli oltre 400 imprenditori calabresi "ascoltati" in relazione alla 'ndrangheta: il 38,5% non si sente assolutamente al sicuro, il 18,5% indica le estorsioni e l'usura tra i principali reati subiti nell'area in cui opera, 1 su 3 e' convinto che, senza 'ndrine, il fatturato potrebbe crescere tra il 5% ed oltre il 20% e, infine, ben il 74,9% ribadisce la volonta' di non arrendersi. Sul versante degli appalti pubblici il fatturato dei gruppi criminali calabresi e' pari a 2.400 milioni di euro che mette in evidenza una presenza dominante delle 'ndrine negli appalti, nei subappalti, negli affidamenti e nelle forniture di servizi e beni.
Basti citare i lavori di ammodernamento del tratto calabrese dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria che ha visto la malavita locale procurarsi la complicita' dei direttori dei cantieri appaltati e la collusione con funzionari in relazione alle autorizzazioni di subappalti e alle varianti in corso d'opera. Il "profumo" dei rifiuti: un business da circa 700 mln di euro. Occhi puntati ad Expo 2015. Per i mercanti di rifiuti l'Italia e' una piattaforma logistica strategica fondamentale. Collegamenti tra aziende locali e famiglie calabresi legate alla 'ndrangheta hanno portato, il 4 giugno del 2013, all'arresto di 8 imprenditori lombardi operanti nel settore del movimento terra, aggiudicatari di diversi appalti per lo smaltimento dei rifiuti in cantieri di Milano ed hinterland.
L'attivita' ha dimostrato la vicinanza tra l'imprenditoria locale ed appartenenti a famiglie calabresi legate alla 'ndrangheta, che attraverso il sistema del cosiddetto "giro bolla", sono riusciti a smaltire illecitamente tonnellate di rifiuti in due cave in provincia di Lodi e di Novara. Una delle tante operazioni che pongono in maniera del tutto evidente la crescente attenzione delle cosche calabresi al traffico di rifiuti illeciti che determinerebbe un giro d'affari pari a quasi 700 milioni di euro.
E' emerso il forte interesse della criminalita' calabrese anche in vista dei lavori legati alla realizzazione di Expo 2015, posto che alcune aree dismesse sono avviate alla riqualificazione per far spazio alle aree espositive e alla creazione di luoghi di incontro per eventi. Il principale momento delle attivita' economiche della 'ndrangheta calabrese e' rappresentato dagli appalti e subappalti, pubblici e privati, nello specifico settore del movimento terra, come hanno posto bene in evidenza le numerose inchieste della Dda di Milano. Lo stesso procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, dottor Edmondo Bruti Liberati ha posto in evidenza che le indagini della procura della Repubblica sulle infiltrazioni mafiose nel settore dei rifiuti investono lo specifico settore del movimento terra, nel quale la 'ndrangheta di fatto opera in regime di monopolio. Gioco d'azzardo: come ingraziarsi la Dea Bendata.
Nei primi dieci mesi del 2012 l'Amministrazione Monopoli di Stato ha raccolto oltre 70 miliardi di euro, piu' 15 per cento rispetto al medesimo periodo del 2011. Un cifra spaventosa che non lascia indifferenti i clan mafiosi. In prima linea ci sono i sodalizi criminali calabresi. Il marchio "Ndrangheta spa", dunque, allunga i suoi potenti tentacoli anche sul gioco d'azzardo. Sale Bingo, lotterie, slot machine fanno gola alla criminalita' organizzata calabrese, tanto da generare profitti stimati in 1.300 milioni di euro. A fare affari, come concessionari occulti, come emerge anche dal Dossier Azzardopoli 2.0 di Libera, principalmente le famiglie Belfiore, originaria di Gioiosa Jonica, i Pelle-Gambazza in Piemonte e i Valle-Lampada in Lombardia. E, ancora, ad avere un dominio incontrato in terra calabra quattro 'ndrine attive: i Pelle-Gambazza, i Condello, i Libri-Zondato e la famiglia Mancuso di Limbadi in provincia di Vibo Valentia.
Il mercato della disperazione: prostituzione ed immigrazione clandestina. Con lo sfruttamento della prostituzione e l'immigrazione clandestina la criminalita' organizzata calabrese si stima possa ricavare proventi illeciti per 500 milioni di euro: 370 milioni dallo sfruttamento della prostituzione e 130 milioni dall'immigrazione clandestina. Dal 1998 al mese di maggio del 2013 gli immigrati sbarcati sulle coste calabresi e successivamente rintracciati sono stati oltre 25 mila. Analizzando i flussi, emerge che il picco massimo e' stato raggiunto, dal punto di vista quantitativo, nel biennio 2000-2001 rispettivamente con 5.045 soggetti nel 2000 e 6.093 nel 2001 pari al 45,2 per cento sul totale degli sbarcati. Nell'ultimo anno, inoltre, la Calabria ha visto incrementare il numero degli immigrati sbarcati sulle sue coste di quasi 6 punti percentuali passando da 1.944 immigrati del 2011 ai 2.056 del 2012.
E' notorio che il traffico clandestino di esseri umani non sia molto gradito alle cosche calabresi per la massiccia intensificazione dei controlli da parte delle forze dell'ordine a presidio del territorio. La preoccupazione delle 'ndrine riguarda principalmente il mercato degli stupefacenti il cui giro d'affari e', senza alcun dubbio, piu' remunerativo dell'arrivo dei clandestini in Calabria. Guerra alle 'ndrine: intercettazioni, confische e comuni sciolti. Uno dei principali strumenti di indagine per contrastare le attivita' criminali sono senza dubbio le intercettazioni. Dal 2003 al 2011 il numero dei bersagli, come vengono chiamate in gergo le utenze intercettate, ha registrato un incremento del 74,6 per cento passando dalle 77.619 intercettazioni del 2003 agli oltre 135 mila del 2011.
Nell'ultimo anno monitorato, infatti i bersagli sono stati ben 135.533: 121.072 intercettazioni telefoniche, 11.729 intercettazioni ambientali e 2.172 bersagli intercettati di altra natura (informatici, etc.). Come era prevedibile per competenza territoriale e per permeabilita' al crimine organizzato, oltre 4 bersagli su 10 sono concentrati in Campania (147.288 casi), Sicilia (140.517 casi), Calabria (118.557 casi), e Puglia (56.537 casi). Nel periodo compreso tra il 1992 e il 2011, inoltre, le forze di polizia coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia, hanno complessivamente sequestrato e confiscato alle diverse organizzazioni beni per un valore pari a oltre 14 miliardi di euro.
In particolare, l'attivita' di sequestro e confisca dei beni alle 'ndrine calabresi e' stata pari a poco meno di 1 miliardo e 200 milioni di euro. Ben 2.582 le ordinanze di custodia cautelare alla mafia calabrese pari al 27,4% del totale delle ordinanze emesse (9.437). Sono pari a 1.650 i beni immobili e quasi 161, inoltre, le aziende sequestrate alla mafia calabrese con in testa l'area provinciale di Reggio Calabria. Dal 1991 al mese di maggio del 2013, infine, ben 69 i comuni calabresi sciolti per 'ndrangheta. Oltre il 60% delle amministrazioni comunali sciolte riguarda la provincia di Reggio Calabria.
A seguire i governi comunali delle province di Vibo Valentia (20,3%), Catanzaro (11,6%), Crotone (4,3%) e Cosenza (2,9%). Colonizzazione: ecco la mappa dell'impero 'ndranghetista in Italia e nel Mondo. Attraverso l'osservazione attenta di una serie di documenti della Direzione Investigativa Antimafia, del Ministero dell'Interno, della Commissione parlamentare Antimafia e forze dell'ordine e' possibile operare una mappatura attendibile della presenza delle organizzazioni criminali calabresi presenti a livello internazionale e locale. L'analisi degli assetti criminali ricavabili sancirebbe la presenza di ben 113 'ndrine operanti a livello mondiale nelle varie aree continentali con un esercito stimato di oltre 50 mila affiliati: Europa (32 sodalizi), America meridionale (24 sodalizi), Asia e Oceania (21 sodalizi), America settentrionale (14 sodalizi). E, ancora, le aree del Medioriente, dell'America centrale e dell'Africa all'interno delle quali operano attivamente 21 famiglie 'ndranghetiste.
L'osservazione dei vari paesi in cui sono presenti le cosche della criminalita' organizzata calabrese offrono un ulteriore spaccato della volonta' geo-strategica di voler creare un network internazionale dell'organizzazione criminale: sono 30 i paesi, inclusa l'Italia, nei quali si e' registrata un'attivita' costante delle 'ndrine e l'ubicazione di vere e proprie sedi operative, i cosiddetti "locali". Tra i territori piu' permeabili alla mafia calabrese sicuramente l'Australia (19 'ndrine), Colombia (14 'ndrine), Germania (12 'ndrine) e Canada (10 'ndrine). E non mancano le sorprese come, ad esempio la Tahilandia, le Antille olandesi o il Togo, quest'ultimo tra le mete preferite dalle cosche calabresi per traffico di rifiuti illegali o di pietre preziose.
A livello italiano, escludendo ovviamente la Calabria, sono ben 122 i sodalizi che hanno ramificato ed esteso la propria attivita' fuori dai confini regionali: in testa Piemonte, Liguria, Lazio e Lombardia. In Calabria sarebbero 141 le organizzazioni criminali di tipo mafioso attive. Nella sola provincia di Reggio Calabria risulterebbe attualmente operanti ben 74 'ndrine con una presenza attiva di un esercito - secondo il magistrato antimafia Nicola Gratteri - di circa 10 mila 'ndranghetisti. Fiducia nelle istituzioni: in testa forze dell'ordine e magistratura, politica al minimo storico. Un milione 153 mila cittadini apprezza l'operato delle forze dell'ordine e manifesta nei loro confronti un indice di fiducia pari al 72,4 per cento.
Un risultato rilevante frutto, con ogni probabilita', di una loro costante e, soprattutto, visibile presenza sull'intero territorio regionale che, negli ultimi periodi, ha condotto un'incisiva lotta al crimine organizzato con l'arresto di molti esponenti di cosche e sodalizi criminali. Secondo l'indagine di Demoskopika, che ha rilevato l'opinione di un campione rappresentativo di circa mille calabresi, inoltre, la fiducia nei confronti delle forze dell'ordine assume i caratteri della trasversalita' per quanto attiene il sesso ma non per la variabile anagrafica. Piu' si innalza l'eta', piu' tendono a essere elevati i livelli di fiducia: si va dal 63,1% di fiducia espresso dai giovani al 79,5% degli anziani passando per il 66,8% degli adulti.
Con il 58,2 per cento della fiducia ottenuta, anche la Magistratura supera, a pieni voti, l'esame del gradimento dei calabresi rispetto all'operato e all'attivita' svolta sul territorio. Se analizziamo, in ultimo, il dato per orientamento politico dichiarato dagli intervistati, sono i potenziali elettori di centrosinistra, anche se non in maniera rilevante, ad avere una marcia in piu' rispetto ai livelli di gradimento verso la Magistratura: il 54,6% contro il 49,8 del centrodestra In direzione opposta, il livello di (s) fiducia espresso dai calabresi verso il sistema dei partiti, e, dunque, della politica piu' in generale.
Appena l'8,3% manifesta un apprezzamento. Un calo piu' che rilevante se si considera che, in una precedente rilevazione svolta nel 2003 dalla sede calabrese dell'Eurispes, il dato era pari al 32,4%, superiore di oltre 24 punti percentuali. Una disaffezione profonda, quindi, legata alla diffusa convinzione che i "protagonisti" della politica perseguano unicamente ed indistintamente gli interessi personali, dimentichi degli interessi dei cittadini, e che agiscano spesso in modo non onesto e trasparente.
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Fonte (Agi)
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