Pd, tensioni su riforme Boschi. Minoranza lascia il tavolo ma Renzi accelera: "testo subito in aula"
Politica Friuli Venezia Giulia

Pd, tensioni su riforme Boschi. Minoranza lascia il tavolo ma Renzi accelera: "testo subito in aula"

martedì 15 settembre, 2015

ROMA, 15 SETTEMBRE 2015 - Dopo l'ottimismo dei giorni scorsi, quando il premier Renzi e il ministro Boschi avevano rassicurato il Paese sulla presenza dei numeri per varare le riforme riguardanti il Nuovo Senato, ritorna, oggi, il rischio "impantanamento" per il ddl a causa dell'abbandono, da parte della minoranza democratica, del tavolo di discussione.[MORE]

LO STRAPPO "DEM"

Per, circa, una settimana, deputati e senatori del Partito Democratico si sono riuniti con l'intento di discutere e trattare le eventuali modifiche al ddl Boschi. Tra questi, Doris Lo Moro, capogruppo del Pd in commissione, firmataria degli emendamenti di minoranza e unica esponente Dem che, in piena riunione, ha deciso di abbandonare la seduta. Interpellata dai cronisti, la Lo Moro ha esternato " c’è divergenza tra quello che viene comunicato all’esterno e quello che avviene nelle riunioni". Per quanto la divisione tra le ragioni della minoranza e le intenzioni del Governo sembri gravosa, il ministro per le Riforme, Boschi, continua a mantenere l'ottimismo iniziale sostenendo che i lavori continueranno con la "serietà" che, sin dagli esordi, li ha contraddistinti. 

L'ACCELERAZIONE GOVERNATIVA

Dall'agenzia Adnkronos giunge, intanto, la notizia di una possibile richiesta di calendarizzazione del ddl che potrebbe provenire dal Pd durante la riunione dei capigruppo prevista per domani, 16 settembre. Accelerazione che, secondo le fonti (Pd) riportate dall'agenzia di stampa, dovrebbe rappresentare una "mossa per stanare Grasso" ed evitare che il ddl Boschi "resti impantanato".

MINORANZA E ART. 2

Nodo dibattimentale di questi giorni, tra la minoranza Dem e il Governo è il famigerato articolo 2 del ddl Boschi, riguardante la non elettività dei Senatori. La minoranza ritiene che tale articolo mini i principi democratici limitando, di fatto, la possibilità, per gli elettori, di indicare i propri rappresentanti e lasciando, invece, ai consigli regionali l'onere di individuare i membri della Camera Alta. Su tale tema il premier Renzi pare non transigere. L'articolo 2 risulta, infatti, doppiamente votato, sia dalla Camera che dal Senato, indi per cui non mutabile. Proprio in base a tale principio, la presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro, ha rigettato, ritenendoli inammissibili, i 2800 emendamenti all'articolo 2. Nonostante tale orientamento, pare che, da Palazzo Chigi, vi sia un'apertura, avanzata anche da Luciano Pizzetti (sottosegretario alle Riforme), con la proposta di inserire, già durante le elezioni comunali e regionali, un sistema di segnalazione (listino) che permetta di individuare i candidati che potranno aspirare al Senato. Oltre l'articolo 2, anche l'articolo 1. riguardante le funzioni del Senato, sembrerebbe terreno di scontro, terreno che, però, nelle recenti riunioni, idealmente preparatorie d'una intesa prima della votazione attesa a Palazzo Madama, non è stato solcato. A ribadirlo, la stessa Lo Moro "sulle funzioni del Senato non c’è nessun accordo perché non ne abbiamo nemmeno parlato. Oggi i giornali scrivono che ieri c’è stato un accordo, ma ieri abbiamo parlato dell’articolo 2 e non dell’Articolo 1 e delle funzioni del Senato".

Dopo gli avvenimenti odierni e la spaccatura, ormai manifesta, generata dall'abbandono della seduta da parte della senatrice Lo Moro, per "inefficacia" dell'incontro e assenza di un reale dialogo, resta alta l'attesa su quali saranno gli atteggiamenti del presidente del Senato, Grasso, se favorevoli o preclusivi rispetto le modifiche del disegno di legge. 

Fonte foto: palermomania.it

Ilary Tiralongo


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