Resi noti i dati di Arpa Puglia sul Mar Piccolo di Taranto
TARANTO, 10 NOVEMBRE 2014 - Nello scorso incontro con la cittadinanza, il responsabile di Arpa Puglia Giorgio Assennato aveva fatto accenno a una ricerca condotta sul bacino di acqua dolce tarantino (il Mar Piccolo) e sugli effetti che l'inquinamento aveva portato nella zona, utilizzata per la coltivazione delle cozze. Il documento oggi è stato finalmente reso pubblico.
L'idea dietro allo studio, diffuso in anteprima dal sito InchiostroVerde, è stata quella di verificare le condizioni dei sedimenti del Mar Piccolo e di suggerire (con pro e contro) metodologie di bonifica. Durante gli studi, sarebbero stati riscontrati nei mitili e nei sedimenti, soprattutto in alcune aree, la presenza di policlorobifenili (inquinanti, nel gergo PCB).[MORE]
Nell'area 170 (cioè quella tra il Ponte Punta Penna e il Canale Navigabile), i sedimenti avrebbero, per Arpa Puglia, una concentrazione superiore ai 3 metri di profondità. Secondo l'Arpa, si dovrebbe iniziare subito con manovre di decontaminazione del fondo, mentre nella acque l'Arpa spiega: "(...) sulla base principalmente dei risultati delle analisi svolte sulla matrice acqua le quali, sebbene abbiano rilevato la presenza di alcuni contaminanti, con qualche hot spot, in generale non delineano una situazione di particolare criticità, date le concentrazioni medio-basse" (fonte studio Arpa Puglia Taranto).
Per quanto riguarda i sedimenti, l'Arpa Puglia chiede che non vengano rimossi (per evitare che contaminino anche le acque), ma che vengano gestite per dare una prima risposta al fenomeno. Per le zone, invece, dove c'è il rischio di inquinamento della falda, si dovrebbe procedere con misure di bonifica.
Lo studio è stato condotto ad Aprile 2014 ed è racchiuso in 175 pagine. Ora, sta a chi sta procedendo nei lavori di bonifica trovare le soluzioni più idonee secondo le aree indicate dall'Arpa.
(Foto viaggiareinpuglia.it)
Annarita Faggioni
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