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Revisione del GDPR: regole più leggere su dati, cookie e AI

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Revisione del GDPR: regole più leggere su dati, cookie e AI
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Revisione del GDPR: l’Europa alleggerisce le regole su dati, cookie e intelligenza artificiale

Nuovo pacchetto normativo Digital Omnibus: più flessibilità per startup e aziende tecnologiche, meno pop-up e norme più chiare per l’uso dei dati nell’AI.

Negli ultimi anni l’Unione Europea è diventata sinonimo di regolamentazione tecnologica avanzata, soprattutto con il GDPR e, più recentemente, con l’AI Act. Oggi, però, Bruxelles si prepara a una svolta importante: una proposta ufficiale di revisione che punta a rendere le norme più moderne, flessibili e adatte a un contesto digitale profondamente cambiato rispetto al 2018.

La riforma è inserita nel nuovo pacchetto legislativo chiamato Digital Omnibus, pensato per semplificare le procedure e favorire l’innovazione, senza rinunciare ai principi europei di tutela dei dati personali. Il dibattito politico è già acceso e promette settimane di confronto tra istituzioni, imprese e associazioni per i diritti digitali.

Cosa cambia nel GDPR

La parte più rilevante della proposta riguarda una revisione mirata del General Data Protection Regulation. Le modifiche principali sono due:

1. Maggiore libertà nella gestione e condivisione dei dati

La Commissione europea propone di facilitare l’utilizzo di dataset anonimi e pseudonimizzati per finalità di ricerca, sviluppo e innovazione.

Secondo Bruxelles, questa apertura consentirà lo sviluppo di nuovi servizi digitali, soprattutto nel campo dell’analisi dei big data e del machine learning.

2. Uso dei dati personali per addestrare l’AI

La novità più discussa riguarda la possibilità di utilizzare dati personali per addestrare sistemi di intelligenza artificiale, purché nel rispetto delle altre condizioni previste dal GDPR.

Si tratta di un passaggio cruciale: fino ad oggi, le imprese lamentavano incertezza giuridica e barriere normative che rallentavano la crescita dell’ecosistema AI europeo.

Cookie e banner: un cambio atteso dagli utenti

La proposta introduce una revisione radicale del sistema dei cookie, eliminando molti dei pop-up obbligatori.

  • I cookie considerati “non a rischio” non richiederanno più alcun consenso.
  • Gli altri saranno gestibili tramite nuove impostazioni centralizzate nel browser, valide per ogni sito visitato.

L’obiettivo è migliorare l’esperienza di navigazione e ridurre quella sensazione di “opacità” che ha contribuito, negli anni, a un crescente senso di frustrazione da parte degli utenti.

Modifiche all’AI Act: rinvio e maggiore chiarezza sugli obblighi

Il pacchetto legislativo interviene anche sull’AI Act, entrato formalmente in vigore nel 2024 ma non ancora pienamente operativo.

La Commissione propone un rinvio degli obblighi più rigidi per i sistemi classificati come AI ad alto rischio, come quelli destinati alla salute, alla sicurezza o alla gestione dei diritti fondamentali. Le nuove scadenze entreranno in vigore solo quando saranno pronti:

  • gli standard tecnici europei,
  • i sistemi di certificazione,
  • gli strumenti operativi di supporto per le imprese.

Secondo la vicepresidente Henna Virkkunen, l’obiettivo è evitare che l’Europa sviluppi un sistema normativo “paralizzante”, rallentando le imprese rispetto ai competitor di Stati Uniti e Cina.

Tensioni politiche e pressioni internazionali

La revisione è destinata a dividere l’opinione pubblica e le istituzioni: le prime reazioni mostrano un fronte critico composto da associazioni per i diritti digitali e alcuni rappresentanti politici europei, convinti che queste modifiche rischino di indebolire un pilastro normativo considerato intoccabile.

Secondo ricostruzioni di stampa, non sarebbero mancate pressioni anche da parte di grandi aziende tecnologiche e figure politiche internazionali, tra cui Donald Trump e Mario Draghi, oggi molto attivo sul tema della competitività europea nel settore tecnologico.

Europa e AI: una corsa contro il tempo

La sfida, sullo sfondo, è sempre la stessa: rimanere competitivi in un mondo dominato da giganti come Google, OpenAI, DeepSeek e Tencent. L’Europa, con un numero ancora limitato di player industriali nel settore AI, rischia di restare indietro se le norme non diventeranno più snelle e applicabili alla realtà industriale.

Conclusione

La revisione del GDPR e dell’AI Act rappresenta una svolta storica. La sfida sarà trovare il punto di equilibrio tra due esigenze:

  • Proteggere i diritti fondamentali degli utenti
  • Permettere all’Europa di innovare e competere nel settore AI

Il testo passerà ora al Parlamento Europeo e ai governi degli Stati membri per l’approvazione definitiva. Il risultato finale potrebbe segnare il futuro dell’ecosistema digitale europeo per i prossimi dieci anni.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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