Aspettando ancora Garibaldi di Gregorio Calabretta
TeatrOggi: va di scena... Calabria

Aspettando ancora Garibaldi di Gregorio Calabretta

mercoledì 6 aprile, 2011

Catanzaro, 6 aprile - “Aspettando ancora Garibaldi” di Gregorio Calabretta l’8 aprile al Casalinuovo per l’apertura della Settimana della Cultura

Dopo aver fatto tappa al teatro Rendano di Cosenza e nelle maggiori città calabresi, lo spettacolo “Aspettando ancora Garibaldi” di e con Gregorio Calabretta, andrà in scena all’auditorium Casalinuovo, venerdì 8 aprile alle ore 21.00, evento promosso dal Comune di Catanzaro Assessorato alla Cultura. Fortemente voluto dal vicesindaco e assessore al ramo Antonio Argirò, “Aspettando ancora Garibaldi” avrà il compito di anticipare l’apertura ufficiale delle iniziative previste dal programma della Settimana della Cultura, la manifestazione giunta alla sua tredicesima edizione, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali[MORE]
“Aspettando Garibaldi” ha, dal canto suo, un curriculum non trascurabile: lo spettacolo è stato infatti incluso nelle celebrazioni dell’Unità d’Italia avviate dall’Università Bocconi di Milano, dove sarà rappresentato giorno 5 maggio ed a cui seguirà un interessante dibattito moderato dal noto prof Salvemini. Lo spettacolo sarà poi rappresentato alla Facoltà di Storia e Filosofia di Modena e Reggio Emilia, e ancora a Ferrara, Vignola, Torino e Mantova. L’interesse suscitato dalla pièce è dettato dal suo ripercorrere i trascorsi d’una terra, la nostra, che si porta dietro un retaggio difficile da cancellare. “Lo stesso – afferma l'autore Calabretta - che i libri di scuola continuano a nascondere ai nostri giovani. Quello viziato da falsità, da menzogne somministrateci con l’obiettivo di ingannare”. Un passo della drammatizzazione recita che “ …L’’Italia dei Savoia aveva bisogno di figure romantiche, di cavalli bianchi e camicie rosse, anche a scapito della nostra identità culturale; oggi c’è bisogno di capire se quei cavalli erano davvero bianchi e se quelle camicie fossero davvero tutte rosse…”
“Le ragioni del titolo – spiega ancora Calabretta - stanno nell’attesa, nella speranza, che da sempre i calabresi hanno riposto su Garibaldi, o su un Cavaliere, un Commendatore qualsiasi. Le castagne dal fuoco dobbiamo imparare a tirarceleda soli noi, senza demandare ad altri ciò che potremmo benissimo fare da soli. Basterebbe compiere ciascuno il proprio dovere per risollevare questa nostra regione. La sconfitta più grande per noi meridionali causata dall'Unità è stata la perdita della nostra identità culturale il senso di appartenenza che rende gli uomini orgogliosi della propria terra. Vi sono due modi per cancellare l'identità di un popolo: il primo è di distruggere la sua memoria storica, il secondo è di sradicarlo dalla propria terra. Noi meridionali li abbiamo subiti entrambi”.
Venerdì 8 aprile “Aspettando ancora Garibaldi” andrà in scena anche con una matinèe riservata agli studenti delle scuole cittadine. 

Mario Sei
 


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