Crosetto: "Italia impreparata ad un attacco militare da parte di altri Paesi"
Il monito del ministro della Difesa: vent’anni senza investimenti pesano sulla sicurezza nazionale
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha lanciato un nuovo allarme sulla capacità del nostro Paese di reagire a un eventuale conflitto. Intervenendo a margine della presentazione a Roma del bilancio del tour mondiale della nave scuola Amerigo Vespucci, Crosetto ha sottolineato come l’Italia non sia pronta ad affrontare un attacco esterno, che provenga dalla Russia o da qualsiasi altra nazione.
> “Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un'altra nazione. Penso che abbiamo il compito di mettere l’Italia nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci”, ha dichiarato il ministro.
Il nodo degli investimenti nella Difesa
Secondo Crosetto, la principale criticità risiede nella mancanza di investimenti adeguati:
Negli ultimi vent’anni non si è investito abbastanza in Difesa;
Le lacune accumulate non possono essere colmate “in un anno o due”;
L’Italia rischia di restare vulnerabile di fronte a minacce sempre più complesse.
La questione non riguarda solo il fronte orientale, dove l’Italia è già tra i principali contributori della NATO, ma anche il fianco sud, area che secondo Crosetto necessita di maggiore attenzione strategica.
NATO, est e sud: due fronti da bilanciare
Il ministro ha ricordato che l’Italia ha dato un contributo significativo sul fronte est, ma avverte che non bisogna trascurare altre aree critiche:
> “Siamo tra i primi contributori assoluti nella NATO sul fianco est. Ma abbiamo anche il fianco sud e credo che il contributo dato finora sia abbastanza. Se ci verrà chiesto formalmente di incrementarlo, decideremo”, ha spiegato Crosetto, facendo riferimento alle dichiarazioni del premier olandese Mark Rutte, ma precisando che non esistono richieste ufficiali al momento.
Una crisi globale che peggiora
Crosetto ha allargato il discorso alla dimensione internazionale, evidenziando come le attuali crisi globali, dai conflitti al cambiamento climatico, non possano più essere affrontate con lentezza:
> “Mi auguro che ci sia un’accelerazione da parte della comunità internazionale, perché non abbiamo più tempo da perdere. A fattori invariati, la situazione non può che peggiorare ed è già peggiorata. Abbiamo il dovere di invertire una rotta che ci porta verso un dirupo sempre più veloce”. (Immagine archivio)
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