MILANO - Nel carcere di San Vittore, un detenuto, spacciandosi per dipendente del ministero della Giustizia o del tribunale, riusciva a truffare molte persone garantendosi mazzette per facilitare la scarcerazione. Il tutto grazie a un telefono cellulare introdotto clandestinamente nel carcere e l'aiuto di una complice che ritirava i soldi. L'uomo godeva di una certa libertà, essendo responsabile di biblioteca, ed è riuscito a creare una serie di contatti grazie al quaderno rubato a un sacerdote, dove erano annotati tutti i nomi e gli appuntamenti con i reclusi. [MORE]L'uomo trasferitosi nel frattempo a Siracusa, precisamente a Noto, è stato arrestato per millantato credito. Gli inquirenti sono risaliti al truffatore grazie a diverse chiamate effettuate alle vittime e alle denunicia di molti che hanno percepito subito l'inganno. Le mazzette si aggiravano tra i 300 e i 600 euro. Per arrestarlo, è stata rintracciata la complice, moglie di un pregiudicato, una 60enne incensurata, che ha confermato alle forze dell'ordine il nome dell'indagato.
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