Elezioni: Agcom contesta Rai e Mediaset per violazione dello stop ai sondaggi
Politica Campania

Elezioni: Agcom contesta Rai e Mediaset per violazione dello stop ai sondaggi

martedì 27 febbraio, 2018

NAPOLI, 27 FEBBRAIO 2018 - Durante i quindici giorni che precedono le elezioni, secondo la legge 249 del 31 luglio 1997 a cui si aggiunge l’articolo 8, comma 1, della legge n. 28 del 2000 è vietata la diffusione dei sondaggi politico-elettorali. Questo non ha impedito all'Agcom di constatare che una violazione della norma si è effettivamente verificata. In particolare, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha contestato alle reti Rai e Mediaset di aver violato il divieto durante la trasmissione di Rai3 "Mezz'Ora in Più” di domenica 25 febbraio, in occasione dell'intervento di Luigi Di Maio, e nel corso del programma di Canale5 "Domenica Live”, ancora il 25 febbraio, in occasione dell'intervento di Silvio Berlusconi. Lo ha deciso il Consiglio dell'Autorità, con il no del commissario Antonio Martusciello. L’Agcom ha contestato anche le redazioni di Libero Quotidiano, Il Fatto Quotidiano, Giornalettismo, Affari Italiani al Giornale e all'Opinione delle libertà. [MORE]

Inoltre, il divieto di diffusione dei sondaggi «è ampio e non opera alcun riferimento ad una specifica piattaforma trasmissiva o ad uno specifico mezzo di diffusione, rivolgendosi ai mezzi di comunicazione di massa», pertanto non risultano esenti da controlli anche siti e blog, come ricorda l’Agcom in una nota e che si propone di «intervenire severamente» su «simulazioni che hanno l’obiettivo esplicito di aggirare le norme».

L'obiettivo della legge, come spiega l’Autorità, «è quella di evitare che la diffusione di sondaggi, unitamente alla pervasività del mezzo di diffusione, possa condizionare in maniera decisiva l’elettorato nei giorni più prossimi alla data delle votazioni. Pertanto - si legge ancora nel comunicato - , il Consiglio dell’Autorità, nella sua riunione del 20 febbraio 2018, stante l’approssimarsi della data del voto, ha inteso richiamare l’attenzione sulla portata generale del divieto che, peraltro, secondo quanto previsto dal regolamento attuativo della par condicio di cui alla delibera n. 1/18/CONS, investe anche le manifestazioni di opinione che, per le modalità di realizzazione e diffusione, possono comunque influenzare informazioni rilevanti ai fini della scelta libera e consapevole degli elettori».

Fonte immagine Libertà e giustizia

Claudia Cavaliere

 


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