#GiornoDellaMemoria - Effetà: la disabilità ai tempi dell'Olocausto
Cultura e Spettacolo Sicilia

#GiornoDellaMemoria - Effetà: la disabilità ai tempi dell'Olocausto

lunedì 27 gennaio, 2014

 CATANIA, 27 GENNAIO 2014 – Un medico nazista fuggito in Sicilia dopo la guerra e un orfano sordomuto da salvare.
È una bella sorpresa Effatà di Simona Lo Iacono, un magistrato di Siracusa che coltiva la passione per la scrittura accanto alla sua attività professionale. L’autrice ci porta nella sua terra nell’immediato Dopoguerra.

Nel Teatro di Siracusa sta provando una famosa attrice, di origini siciliane, tornata a casa dopo essersi a lungo trasferita a Londra, dove aveva sposato il signor Smith, scomparso a causa della guerra – almeno stando a quello che la donna dice al figlio Nino, un bambino di otto anni, sordomuto. Il suo handicap non costituisce un impedimento alla comunicazione con il mondo esterno: è in grado di leggere i segnali del corpo e delle labbra. I suoi pensieri, limpidi e acuti, esprimono una spiccata intelligenza.
Nino trascorre le giornate giocando nella pensione di donna Sarina, ma soprattutto gironzolando nel teatro in cui la mamma sta preparando il nuovo spettacolo. In una delle sue scorribande, s’infila nella buca del suggeritore, divenendone amico. Il maestro di buca si prenderà a cuore il bambino e la sua sorte – lo chiama “gioia mia” – e comincerà a tastarlo con degli strani attrezzi. Ma questo vecchio dall’aria bonaria, con gli occhi velati di cataratte, nasconde un passato difficile e doloroso.

In parallelo, l’autrice ricostruisce, basandosi su documenti storici, ma elaborati letterariamente, gli atti del processo di Norimberga ad alcuni medici nazisti, che attuarono un programma di soppressione dei bambini con handicap. I due filoni narrativi, in apparenza estranei l’uno all’altro, finiranno per intrecciarsi in maniera sorprendente.[MORE]

Attorno all'appassionante figura di Nino, l’autrice dipinge un mondo che via via prende forma, dilatandosi in virtù delle inserzioni dedicate alla storia. Colpisce l’attenta ricerca stilistica, che spesso regala frasi di forte effetto, mai scontate.

Godibile e appassionante, il romanzo è un toccante omaggio all’infanzia, troppo spesso tradita e negata nella storia come nel presente, costretta ad arrangiarsi di fronte ad adulti distratti, immaturi, egoisti se non cattivi (e infatti un altro personaggio centrale è Marudda, anch’essa una bambina che ha dovuto, ancora giovanissima, farsi madre dei suoi fratelli). Effetà è anche un romanzo sulla redenzione, sulla colpa e sul riscatto, che dà linfa all’idea che l’amore e la dedizione possano cambiare il destino degli uomini e riscrivere, con un finale diverso, anche ciò che è stato. La storia di Nino vale infine come riflessione sul valore della parola, che non dovrebbe edificare menzogne, ma illuminare la vita.

Qualche giorno fa, alla Feltrinelli di via Etnea, a Catania, si è svolto un incontro, nell'ambito del ciclo “Leggere per ricordare”, un laboratorio integrato di letteratura e teatro, realizzato per gli studenti dei Licei e gli universitari, in vista del “Giorno della Memoria”, in cui l’autrice, dopo aver introdotto il romanzo e illustrato la genesi delle leggi razziali, ha inviato i ragazzi a leggere il testo e riscriverne un monologo a scelta, impossessandosi di uno dei personaggi che animano il racconto. Hanno partecipato all’incontro gli alunni del Liceo Spedalieri, del Liceo linguistico e pedagogico di Paternò, e gli studenti universitari di diversi dipartimenti del capoluogo etneo. I testi che sono stati inviati dai partecipanti al laboratorio sono stati selezionati dall’autrice per la rappresentazione teatrale. Oggi l’opera riscritta dagli studenti è stata messa in scena dai pupi siciliani della Compagnia Vaccaro Mauceri, che ha realizzato i burattini con le fattezze dei protagonisti della storia.

Lo scopo del progetto è stato quello di sensibilizzare le giovani generazioni nei confronti di quel processo storico, approfondendone la conoscenza attraverso la lettura e la riscrittura di un’opera letteraria.

Michela Franzone


Autore
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