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Gradoli, finto carabiniere truffa bar e macelleria con banconote false da 100 euro

Redazione
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Gradoli, finto carabiniere truffa bar e macelleria con banconote false da 100 euro
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L’episodio del 2019 e il processo a carico del trentenne catanese

Un episodio dai contorni incredibili ha scosso la comunità di Gradoli, in provincia di Viterbo. Un uomo di circa trent’anni, originario della provincia di Catania e già noto alle forze dell’ordine, è finito sotto processo con l’accusa di aver spacciato banconote false da 100 euro fingendosi un carabiniere in servizio.

Il raggiro ai danni dei commercianti

Secondo quanto ricostruito in aula dal giudice Jacopo Rocchi, l’episodio risale al 17 dicembre 2019. Quel giorno il finto militare avrebbe avvicinato i titolari di un bar e di una macelleria, presentandosi con tono amichevole e dichiarando: “Non si ricorda di me? Venivo sempre quando ero di servizio qui, ora sono tornato alla vostra caserma”.

Forte di questa presunta appartenenza all’Arma, l’uomo avrebbe acquistato cornetti e salsicce, sostenendo di avere solo banconote da 100 euro perché appena pagato lo stipendio.

Le due commercianti, inizialmente convinte dalla sicurezza con cui si presentava, hanno accettato di cambiare le banconote. Pochi minuti dopo, l’uomo si è dileguato a bordo di un’Alfa Giulia blu condotta dal fratello. La macellaia, insospettita, è stata la prima a rendersi conto della truffa e ha tentato di inseguire l’auto, riuscendo ad annotare parte della targa.

Le indagini dei veri carabinieri

Grazie al numero di targa e al supporto delle telecamere di videosorveglianza, i carabinieri di Gradoli hanno rapidamente individuato l’auto e i suoi occupanti, risalendo all’identità del presunto truffatore.

Il trentenne era già finito sotto indagine pochi mesi prima, nell’ambito di un’operazione della Guardia di Finanza di Catania che aveva smantellato una presunta banda di falsari specializzata proprio nella produzione e diffusione di banconote false da 100 euro.

Un modus operandi collaudato

Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe operato in diverse province del Sud Italia con lo stesso metodo: spacciarsi per appartenenti alle forze dell’ordine e utilizzare banconote false per piccoli acquisti, approfittando della fiducia dei commercianti. In alcuni casi, i falsari si sarebbero presentati persino come finanzieri per rafforzare la propria credibilità.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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