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Viaggio nell'eternit. La spirale del silenzio e della morte in Italia/1

Stefano Villa
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Viaggio nell'eternit. La spirale del silenzio e della morte in Italia/1
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MILANO, 21 Febbraio 2012 – Aeternitas vuol dire eternità. Per sempre. Da questo vocabolo latino deriva Eternit, il materiale composto da cemento e amianto, chiamato così a inizio ‘900 per le sue qualità di resistenza, affidabilità e lunga durata che nel tempo ne hanno permesso una diffusione mondiale. I costi erano contenuti, il rapporto qualità/prezzo era ideale per qualsiasi acquirente e, soprattutto, si pensava fosse sicuro.[MORE]

Lo scandalo è che i tedeschi si accorsero dei danni provocati dal composto già all’inizio degli anni ’40! In Italia, però, nessuno ascoltò queste voce e le fabbriche continuarono a produrre asbeto sul nostro territorio, mentre nuovi stabilimenti nascevano come funghi. Nel 1973 lo Iarc (l’organismo che detta l’incidenza degli organismi chimici e fisici) dichiarò cancerogeno l’amianto e si pronunciò sui rischi dell’esposizione all’amianto.

In Italia è la multinazionale svizzera Eternit a dominare il settore: fondata nel 1907, si insidia stabilmente a Casale Monferrato (AL) dove lavorano ben 5000 persone. È un’alternativa all’artigianato e all’agricoltura, tutti erano convinti che fosse la manna dal cielo in grado di dar da mangiare a tutta la popolazione e di rilanciare la cittadina dal punto di vista economico. Invece…
Nel 1976 i piani alti diffondono un’informativa in tre lingue (francese, tedesco, italiano) in cui vengono comunicati i rischi che corrono i dipendenti. Questo il contenuto sconvolgente: «Le polveri di quarzo e asbesto (eternit, ndr) possono dar luogo a una cicatrizzazione del tessuto polmonare, cioè alla cosiddetta fibrosi, la quale, nel suo stadio avanzato, si manifesta sotto forma di affanno respiratorio e di accresciuta attività cardiaca. In connessione con forme di asbestosi possono sorgere casi di cancro polmonare, specialmente in soggetti dediti al fumo, e talvolta anche neoplasie (masse abnormali di tessuto che crescono in eccesso e in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo cancerose, ndr) della pleura e del peritoneo (strati esterni dell’apparato respiratorio, ndr)». Questa circolare, però, non è mai arrivata ai dipendenti italiani che hanno continuato a lavorare all’oscuro di tutto, ignorando le informazioni mediche più elementari. Perché tutto questo?
La risposta con altri approfondimenti nella seconda parte dell’inchiesta.

Stefano Villa

(foto da http://www.mdr-srl.it/img/eternit.jpg)
 


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Scritto da Stefano Villa

Giornalista di InfoOggi

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