Zelensky rilancia i negoziati con Mosca mentre la guerra in Ucraina si intensifica
Nuova proposta di colloqui: Kiev rilancia il dialogo, ma gli attacchi russi non si fermano
Mentre le bombe continuano a cadere su Odessa, Dnipropetrovsk e altre regioni martoriate, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky propone un nuovo round di colloqui con la Russia. L’obiettivo? Riaccendere lo slancio diplomatico dopo la brusca battuta d’arresto dei negoziati all’inizio di giugno. Un tentativo di riaprire il canale del dialogo in un contesto che, giorno dopo giorno, si fa sempre più drammatico.
Oltre 300 droni e 30 missili: Kiev sotto assedio
Nelle ultime 24 ore, l’Ucraina ha subito uno dei più massicci attacchi aerei dall’inizio del 2024: oltre 300 droni kamikaze e 30 missili di varia tipologia si sono abbattuti sul Paese. A denunciarlo è stato lo stesso Zelensky, che ha elencato le regioni colpite: Donetsk, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Sumy, Kherson, Volyn, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Odessa e Zhytomyr.
A Odessa, nel sud del Paese, un raid russo ha causato almeno un morto e diversi feriti, tra cui un bambino. Il sindaco Gennady Trukhanov e il capo dell’amministrazione militare Oleg Kiper hanno confermato ingenti danni a condomini e infrastrutture civili.
Nella regione di Dnipropetrovsk, due civili sono morti e una scuola, un ambulatorio e un centro comunitario sono stati completamente distrutti. A Sumy, migliaia di famiglie sono rimaste senza corrente dopo il danneggiamento di infrastrutture energetiche critiche.
Mosca colpita da droni: treni fermi a Rostov
Nonostante la brutalità degli attacchi russi, anche Mosca inizia ad accusare colpi. Nella regione meridionale di Rostov, un attacco con droni ucraini ha costretto le autorità a sospendere temporaneamente la circolazione ferroviaria. Settanta droni sono stati abbattuti, ma uno di essi è riuscito a colpire un’infrastruttura, ferendo un ferroviere.
Pressioni internazionali e nuove sanzioni europee
Le nuove sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia – giunte al 18° pacchetto – sembrano per ora avere un impatto limitato. E mentre il presidente americano Donald Trump minaccia un inasprimento delle pressioni su Vladimir Putin, il Cremlino continua a rilanciare l’offensiva militare su più fronti.
Zelensky, tuttavia, non rinuncia alla strada diplomatica e ha annunciato l'intenzione di coinvolgere anche i Paesi europei fuori dall’UE per rafforzare il fronte sanzionatorio contro Mosca.
Armi e Patriot: il ruolo degli Stati Uniti e della Germania
Secondo un’indiscrezione del Wall Street Journal, l’amministrazione Trump starebbe predisponendo una redistribuzione strategica delle forniture militari. Al centro dell’attenzione ci sono i sistemi di difesa aerea Patriot, richiesti con urgenza da Kiev. Gli Stati Uniti avrebbero promesso a Berlino un rapido rimpiazzo dei due Patriot in dotazione, così da permettere alla Germania di cederli all’Ucraina.
Questa mossa rappresenta un cambio di paradigma nella strategia americana: per la prima volta, Washington interviene direttamente per facilitare la cessione di armamenti alleati all’Ucraina, aggirando i limiti di produzione che affliggono l’industria militare occidentale.
Conclusione: tra diplomazia e devastazione, l’Ucraina cerca una via d’uscita
L’iniziativa di Zelensky arriva in un momento cruciale: mentre le bombe cadono e le città ucraine vengono dilaniate, Kiev cerca con determinazione una sponda diplomatica per porre fine al conflitto. Ma finché Mosca continuerà a ignorare le pressioni internazionali, la strada verso la pace resterà lunga e in salita.
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