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A “Turnover” Floriano Noto: “Catanzaro, ora serve il salto strutturale. Il mio modello è l’Atalanta”

Redazione
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A “Turnover” Floriano Noto: “Catanzaro, ora serve il salto strutturale. Il mio modello è l’Atalanta”
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Catanzaro, modello di sostenibilità e ambizione: le parole di Floriano Noto a “Turnover”

CATANZARO – “La sostenibilità viene prima dei risultati sportivi”. Con questa dichiarazione netta e senza fronzoli, il presidente del Catanzaro Floriano Noto ha aperto il suo intervento nella puntata del 26 maggio 2025 di Turnover, la trasmissione calcistica di riferimento per il calcio calabrese. Un intervento che, ancora una volta, ha restituito l’immagine di una società solida, concreta e con una visione chiara del proprio futuro.

Dopo una stagione intensa, conclusa con la partecipazione ai playoff e un'eliminazione a testa alta per mano dello Spezia, il presidente ha voluto ribadire il valore di un percorso che, nel giro di pochi anni, ha riportato i giallorossi tra le protagoniste della Serie B.

Una stagione oltre ogni aspettativa

“Siamo felici. Abbiamo superato gli obiettivi che ci eravamo dati”, ha dichiarato Floriano Noto nel corso della trasmissione.

Una felicità sobria, senza eccessi, ma autentica. Perché il Catanzaro – come ha sottolineato lo stesso patron – ha costruito i suoi successi non sulle scommesse, ma su una programmazione oculata, su un’identità forte e su una credibilità ritrovata. Ricordando le difficoltà del 2017, quando rilevò un club in cerca di stabilità, Noto ha evidenziato quanto sia stato faticoso ma fondamentale guadagnare nuovamente la fiducia del mondo del calcio.

Il modello Catanzaro: tra Atalanta e Sassuolo

Alla domanda su chi lo abbia ispirato nel suo percorso da presidente, Noto ha risposto senza esitazione:

“Mi piacerebbe creare un modello simile all’Atalanta di Percassi o al Sassuolo di Carnevali. Ma resto legato alla figura di Ceravolo, un riferimento umano e sportivo”.

Non è solo un discorso di risultati. Per Noto, essere una proprietà del territorio fa la differenza. Lo sottolinea con un certo rammarico, parlando di un calcio sempre più dominato da fondi stranieri:

“Le proprietà italiane, soprattutto quelle radicate nella propria città, stanno scomparendo. Siamo una specie in via di estinzione”.

Un passaggio che diventa quasi un appello a non disperdere il valore dell’appartenenza e dell’identità nel calcio moderno.

Le basi per un salto di qualità

Il futuro? Ha un nome: infrastrutture. Il presidente ha ribadito più volte che, prima di pensare a un salto di categoria, il Catanzaro dovrà dotarsi di:

    • un centro sportivo completo;
    • campi d’allenamento adeguati;
    • foresterie moderne;
    • una club house dove creare senso di appartenenza tra prima squadra e settore giovanile.

Un progetto ambizioso, condiviso anche da altre realtà virtuose della Serie B come il Modena di Carlo Rivetti, citato durante il dibattito da Alessandro Iori di DAZN

Caserta, Iemmello e le scelte vincenti

Tra i momenti più intensi dell’intervista, il presidente ha espresso grande soddisfazione per la stagione di Fabio Caserta, tecnico inizialmente accolto con scetticismo:

“All’inizio c’era diffidenza, ma Caserta è una persona perbene. Sono felicissimo per lui”.

E sul simbolo della squadra, Pietro Iemmello, le parole sono chiare:

“Un tifoso del Catanzaro, un valore aggiunto. Terzo capocannoniere, ma soprattutto leader e bandiera”.

Catanzaro credibile, Cosenza nel caos

Il confronto con la situazione di Cosenza, tratteggiata nella seconda parte di “Turnover”, è inevitabile. A fronte di una società come il Catanzaro che “non ha controdeduzioni” su conferme e piani futuri, il club silano appare avvolto nella nebbia, tra comunicati e decisioni opache su ritiri e staff tecnico.

Come ha sottolineato lo stesso Floriano Noto:

“Oggi chi lascia Catanzaro fa un salto nel buio”.

Un calcio sostenibile è possibile

In un momento in cui il sistema calcistico italiano è nuovamente nel caos – con finali playoff spostate a giugno, ricorsi, retrocessioni a tavolino – il Catanzaro di Floriano Noto rappresenta una rara eccezione di equilibrio, sostenibilità e coerenza.

“Abbiamo fatto esperienza e ora siamo pronti per alzare l’asticella. Ma senza fretta. Step by step”.

Un mantra che riecheggia anche nelle ultime parole di Alessandro Iori in chiusura di trasmissione:

“Il Catanzaro ha messo 14 squadre alle spalle. E migliorarsi è più difficile che confermarsi. Applausi a questa società”.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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