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Crisi Ucraina-Russia: Mosca minaccia ritorsioni sugli asset europei mentre Usa ed Europa trattano le garanzie per Kiev

Redazione
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Crisi Ucraina-Russia: Mosca minaccia ritorsioni sugli asset europei mentre Usa ed Europa trattano le garanzie per Kiev
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Vertice decisivo a Berlino: negoziatori americani al tavolo con Merz, Zelensky e i leader europei

La tensione tra Russia ed Europa torna a salire mentre la diplomazia internazionale prova a imboccare l’ultimo tratto di una trattativa che potrebbe ridisegnare gli equilibri della guerra in Ucraina. Da un lato, Mosca minaccia ritorsioni per il congelamento degli asset russi deciso dall’Unione Europea; dall’altro, gli Stati Uniti intensificano i contatti con gli alleati europei per definire garanzie di sicurezza vincolanti a favore di Kiev.

Lunedì a Berlino è atteso un vertice ad alto livello, considerato da molti osservatori un possibile snodo decisivo.

Usa a Berlino con Kushner e Witkoff: il segnale di una trattativa avanzata

Alla riunione non parteciperanno né Donald Trump né il segretario di Stato Marco Rubio, ma il presidente americano invierà due figure chiave: Jared Kushner e Steve Witkoff, negoziatori di fiducia della Casa Bianca. Una scelta che, secondo fonti diplomatiche, indica come il dossier sia entrato in una fase delicata e avanzata.

Ad accoglierli ci saranno il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, il segretario generale della NATO Mark Rutte e altri leader europei.

Merz: “L’Ucraina come i Sudeti nel 1938, Putin non si fermerà”

Alla vigilia del summit, Merz ha usato parole durissime, paragonando l’invasione russa dell’Ucraina alla cessione dei Sudeti alla Germania nazista nel 1938:

«Come allora, non sarà abbastanza. Putin non si fermerà».

Un messaggio chiaro rivolto sia agli alleati occidentali sia a Washington: ogni concessione territoriale senza solide garanzie rischia di aprire la strada a nuove aggressioni.

Mosca alza il livello dello scontro: “Ritorsioni per i beni congelati”

Mentre la diplomazia si muove, il Cremlino mantiene alta la pressione militare e politica. Ai bombardamenti su Odessa si affiancano le minacce ufficiali del ministero degli Esteri russo. La portavoce Maria Zakharova ha definito il congelamento dei beni russi da parte dell’Ue un atto di “latrocinio”, annunciando azioni di ritorsione imminenti.

Un chiaro avvertimento all’Europa, proprio mentre si discute del futuro assetto di sicurezza del continente.

Il nodo centrale: territori e deterrenza contro nuove aggressioni

Al centro della trattativa restano due questioni strettamente collegate:

  • la possibile cessione di territori da parte dell’Ucraina
  • le garanzie di sicurezza per evitare un nuovo attacco russo

Secondo fonti vicine ai negoziati, la Casa Bianca starebbe spingendo per una soluzione “cerniera”: la creazione di una buffer zone demilitarizzata lungo il fronte, in particolare nel Donbass.

Putin chiede tutto il Donbass, Kiev resiste ma valuta un referendum

Vladimir Putin continua a pretendere che l’Ucraina ceda anche la parte di Donetsk ancora sotto controllo ucraino, circa il 14% del territorio nazionale. Una richiesta considerata irricevibile da Kiev, ma che Trump ritiene difficile evitare se si vuole chiudere il conflitto nel breve periodo.

Zelensky ha finora opposto un netto rifiuto, ma le pressioni crescenti stanno aprendo spiragli. Da Washington è stato accolto con interesse il suo riferimento a un possibile referendum o elezioni politiche per lasciare ai cittadini la decisione su eventuali concessioni territoriali in cambio della pace.

Zona demilitarizzata e “free economic zone”: dubbi e obiezioni

Tra le ipotesi più discusse figura quella di una zona smilitarizzata nel distretto di Donetsk, che non verrebbe formalmente ceduta alla Russia ma trasformata in una fascia cuscinetto. Nella visione americana, l’area potrebbe persino diventare una “free economic zone”.

Un’idea che solleva molte perplessità:

  • come avviare attività economiche tra macerie e linee militari contrapposte?
  • chi garantirebbe il ritiro effettivo delle armi?
  • perché solo l’esercito ucraino dovrebbe fare un passo indietro?

Sono le obiezioni principali che il team di Zelensky porterà al tavolo di Berlino.

Garanzie di sicurezza sul modello NATO: il ruolo chiave degli Usa

Gli inviati americani dovrebbero ribadire che Trump è pronto a garantire la difesa dell’Ucraina con un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO, già inserito nel piano russo-americano in 28 punti pubblicato lo scorso 20 novembre.

Kiev chiede però impegni chiari e automatici, senza ambiguità: in caso di nuova aggressione russa, la risposta militare dovrebbe essere immediata.

Secondo il sito Axios, l’amministrazione americana starebbe valutando un provvedimento votato dal Congresso, rendendo così le garanzie legalmente vincolanti.

Il ruolo dell’Europa resta da definire

Resta infine aperto il capitolo del contributo militare europeo: quali forze, quali mezzi e con quali tempi. Un interrogativo cruciale che potrebbe determinare il successo o il fallimento dell’intero impianto di sicurezza post-conflitto.

La partita, a Berlino, è tutt’altro che scontata. Ma mai come ora la diplomazia internazionale sembra vicina a una svolta, nel bene o nel male.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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