Cenerentola del maestro Cannito, l’amore si fa poesia al teatro Politeama di Catanzaro
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Cenerentola del maestro Cannito, l’amore si fa poesia al teatro Politeama di Catanzaro

domenica 5 gennaio, 2020

CATANZARO 5 GEN - È l’amore che si fa poesia il vero protagonista della Cenerentola del maestro Luciano Cannito, messa in scena ieri sera al teatro Politeama di Catanzaro, sulle note sublimi di Sergei Prokofiev. L’amore di un padre che fa di tutto per insegnare alla propria figlia la bontà d’animo, il senso del bello, l’eleganza, nonostante ella sia vessata da una matrigna e due sorellastre cattive. Quello di una figlia che ricambia  prendendosi cura di quel padre infermo e maltrattato dalla seconda moglie. La poesia raggiunge il suo apice con l’amore del principe per questa bellissima e sconosciuta ragazza, sin dal corteggiamento, al ballo nello sfarzoso salone del castello, alla disperazione per averla improvvisamente persa, e alla gioia per averla finalmente ritrovata. Poetico è anche l’amore della ragazza, chiamata Cenerentola dalle sorellastre, per la vita, che affronta sempre con grande dignità, con stile e passione, nonostante sia costretta ai lavori più miseri e a subire tante umiliazioni. Sempre pronta, con ostinazione, a migliorare sé stessa, riuscendo così a realizzare un sogno impossibile, a donare tutto l’amore di cui il suo cuore è capace al bellissimo principe. Il messaggio del maestro Cannito sembra essere chiaro, come sosteneva Seneca “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”.

D'altronde il maestro, per quanto fedele al mondo del balletto classico, riesce sempre a rendere tutto moderno e attuale e, con un pizzico di magia, di follia e di comicità, fa riflettere nello stesso momento in cui si gode della grande spettacolarità della sua opera. Ci mette in guardia su quanto, al contrario, siano pericolose la mancanza di personalità, di preparazione, della voglia di fare, perché generano una persona mediocre a cui non rimane altro che invidiare il prossimo, che cercare di distruggere le qualità degli altri, proprio come la matrigna e le sorellastre. Ci fa rendere conto di come si rischia di essere tante ragazze che barano per indossare la scarpetta di cristallo che non gli appartiene, pur di ottenere un facile successo, di farci credere ciò che in realtà non siamo.

L’ultima opera del regista e coreografo laziale è, però, un messaggio di speranza che arriva direttamente al cuore dello spettatore, perché egli dà a Cenerentola non un significato di donna che casualmente ottiene una fortuna insperata, ma di una donna che la sua fortuna se l’è costruita, si è fatta trovare pronta quando la sua opportunità è arrivata, grazie ai tanti sacrifici fatti, nonostante le condizioni avverse, non ha mai disperato, ha sempre tenuto la testa alta e ha fatto di tutto per migliorarsi. Il significato è chiaro, i sogni si avverano per meritocrazia e non per fortuna, siamo noi gli artefici del nostro destino, soltanto noi possiamo liberarci dalle catene che altri cercano di metterci. La fatina arriverà per tutti, ma soltanto se ce lo meritiamo.

A farci godere della grande spettacolarità e a farci arrivare in maniera forte e chiara i messaggi del maestro hanno contribuito le straordinarie interpretazioni di: Virna Toppi, prima ballerina della Scala di Milano e nuova stella del Teatro dell’Opera di Monaco di Baviera, una Cenerentola angelica, elegante che impone la sua presenza non perché appariscente, ma per la bellezza della sua anima e per lo stile che la contraddistingue;

Emilio Pavan, il principe, diplomato presso l'Australian Ballet School, dal 2017 first soloist al Bayerische Staatsballet, è stato autore di un’autorevole prestazione con un’interpretazione carica di poesia, nonostante sia una new entry nell’opera;

un grande successo per Manuel Paruccini, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, nel ruolo della matrigna. Applauditissimo, a scena aperta e nel finale, grazie ad una prestazione superba, di grande presenza scenica e intensa interpretazione, che gli ha permesso di far arrivare in pieno il messaggio che il regista intendeva trasmettere;

ottime le prestazioni di Silvia Accardo e Corinne De Bock, nel ruolo delle sorellastre, che hanno saputo dare anche quel pizzico di comicità che il maestro ha voluto inserire, così come quella di Valerio Polverari, padre che, per amore verso la propria figlia, riesce infine a ribellarsi all’ingannatrice seconda moglie;

 Paola De Filippis, la fata,  è riuscita a portare in scena la grande magia ideata da Cannito e il giullare Bryan Ramirez ha dato tanta simpatia e quel pizzico di follia che contraddistingue quest’opera.

Magnifica la prestazione dei ventisei danzatori della Roma City Ballet Company, composta esclusivamente da artisti selezionati con audizioni internazionali e che oggi può essere annoverata tra le compagini di eccellenza e di maggior livello tecnico del panorama nazionale. Hanno contribuito ad indurre la riflessione nello spettatore e, soprattutto, alla superba spettacolarità dell’opera.

Protagonisti del progetto, realizzato anche grazie alla collaborazione dell’imprenditore romano Fabrizio Di Fiore, Giusi Giustino, costumista e direttore della sartoria del Teatro San Carlo di Napoli, e Michele Della Cioppa, direttore degli allestimenti scenici.

Il Teatro Politeama “Mario Foglietti”, gremito in ogni ordine di posto, ha dimostrato il suo alto gradimento con una lunga standing ovation.

“La compagnia Roma City Ballet Company è onorata e felicissima di essere qui, perché in tutto il mondo del teatro si sa, Catanzaro e il suo Teatro Politeama portano fortuna. Grazie a Gianvito Casadonte, il sovrintendente più trendy d’Italia, che sta facendo di questo teatro il cuore pulsante di tutta l’Italia meridionale, mi sono innamorato di questa città e di questo teatro”, un raggiante Luciano Mattia Cannito ha così ringraziato il numerosissimo pubblico presente e il sovrintendente della Fondazione Politeama.

Non ci poteva essere inizio di nuovo anno migliore per un cartellone che si preannuncia fenomenale.

Saverio Fontana


Autore
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