Cultura e spettacolo dal vivo: settore competitivo ma una certa politica ostacola lo sviluppo
Cronaca Calabria

Cultura e spettacolo dal vivo: settore competitivo ma una certa politica ostacola lo sviluppo

sabato 16 ottobre, 2010

La cultura è certamente la via principale per la formazione dei giovani, la crescita di una comunità, l’affrancamento da mentalità retrograde, l’affermazione della legalità e di ogni dinamica alla base della convivenza sociale e civile. La cultura, però, non è solo nozioni, erudizione, intellettualismo, acquisizione mnemonica di dati e contenuti, ma, innanzitutto, capacità di creare occasioni per stare insieme, aggregare, promuovere gioia e passioni, condividere valori, indirizzare verso le positività della vita e dei suoi più profondi significati, indurre al bene, al senso di solidarietà e di partecipazione attiva al miglioramento della collettività. [MORE]

La cultura, proprio per questo suo fondamentale compito educativo e formativo, oggiAggiungi un appuntamento per oggi non può prescindere dai grandi eventi di spettacolo dal vivo, quelli capaci di mettere insieme intere famiglie, diverse generazioni, unendole nel segno della pace, del divertimento e dei più elevati valori umani e artistici.

La Calabria nel settore dell’ideazione, progettazione, organizzazione e produzioni di grandi eventi di spettacolo, spesso connessi direttamente, e non solo per il richiamato valore implicito, a scopi socio-umanitari, a motivi turistico-promozionali, alla valorizzazione del territorio e all’ispessimento dell’immagine, è oggiAggiungi un appuntamento per oggi tra le principali realtà italiane.

Paradossalmente, però, coloro che sono stati artefici di questa Calabria brillante nella promozione di grandi eventi culturali, investendo sacrifici e proprie risorse, inserendosi con capacità, creatività, professionalità e affidabilità, ai livelli più rappresentativi in campo nazionale e internazionale, sono costretti spesso ad assistere alle distorsioni che, una certa politica, ha introdotto anche in questo settore. Dopo anni di indifferenza e assenza, la politica è arrivata, alterando il più delle volte equilibri di mercato, sostituendosi ai professionisti di settore, privilegiando meccanismi di pura clientela.

Così, piuttosto che sostenere un comparto produttivo, capace di offrire oltre al prodotto culturale, anche occupazione e reddito, impiegando e costruendo nuove professionalità, in un settore ambitissimo da giovani diplomati e laureati, la politica e la pubblica amministrazione intervongono talvolta a gamba tesa, diventando, piuttosto che un partner naturale, un concorrente sleale.

Con fondi pubblici, alcuni assessori o dirigenti, direttori artistici, responsabili di dipartimenti, piuttosto che esercitare correttamente il proprio ruolo, si improvvisano organizzatori e produttori, gareggiando con i professionisti del settore, che si vedono, spesso, a dover competere con loro per l’aggiudicazione o l’organizzazione di uno spettacolo. E, come se non bastasse, spesso, dai bandi pubblici si estromettono i professionisti per privilegiare Enti, fondazioni o associazioni dilettantistiche e amatoriali, vere società truccate aventi lo scopo di godere di privilegi e approvvigionarsi con facilità di danaro pubblico.

E’ evidente che tutto ciò è molto grave. Il compito di assessori e dirigenti, direttori e funzionari, non è quello di impoverire un comparto produttivo, sostituendosi ai professionisti locali di un settore, disponendo di danaro pubblico, ma interagire, creare sinergie, rafforzare quei soggetti capaci negli anni di produrre sul territorio continuativamente e non occasionalmente. E’ troppo facile, senza rischiare soldi propri, ma addirittura con lauti corrispettivi, organizzare eventi con consistenti budget della collettività, spesso in luoghi con limitate capienze o per pochi intimi! Il gioco è bello se le regole sono uguali per tutti, ma se una struttura privata ci impiega sue risorse e il suo rischio, è evidente che il concorrente non può essere un direttore artistico ben pagato o il dirigente di un assessorato. E’ il momento che si fermi questo meccanismo perverso, inesistente in altri settori, che non produce risparmi, ma spesso sprechi, in quanto l’organizzazione di un evento non si giudica solo da un titolo in cartellone, ma dalla capacità di realizzarlo nel modo migliore, nel luogo più idoneo possibile e, se c’è danaro pubblico, per il maggior numero di cittadini.

Si può affidare un intervento al cuore a un infermiere, un barelliere o un agronomo? Immagino che ci vorrebbe un chirurgo ed anche molto specializzato! Ebbene, l’ Assessorato alla Cultura della Regione Calabria ha pensato bene, lo scorso anno, di emanare un bando per Grandi Eventi, escludendo però i “chirurghi specializzati” del settore. “Vogliamo professionalità, esperienza, qualità, ecc. ecc.” Hanno scritto così, ma poi hanno consentito che partecipassero solo associazioni, fondazioni ed Enti, cioè dilettanti e pubblici amministratori.

Assomusica, l’associazione nazionale degli organizzatori e dei produttori di spettacoli musicali dal vivo, è ricorsa al Tar! Anche questo succede in Calabria, in una regione, dove gli apparati della burocrazia hanno, in alcuni casi, preso il sopravvento sulla stessa politica, dove alcuni assessori contano meno dei loro dirigenti, dove i politici fanno chiacchiere e i loro funzionari, negli assessorati, decidono davvero linee e strategie.

Ad una parte della politica calabrese, Enti piccoli e grandi, ricordo che, come in tutti i settori, anche in questo esistono i professionisti, in Italia racchiusi in Assomusica, l’associazione che mette insieme le principali imprese esistenti su tutto il territorio nazionale e copre oltre l’ottanta percento del fatturato legato alle rappresentazioni di musica popolare contemporanea. Si scoprirà che ce ne sono anche calabresi, in linea con i massimi criteri di affidabilità richiesti!

Dalla nostra costituzione, esercitiamo una costante attività di sensibilizzazione per l’approvazione di una Legge che sancisca il valore culturale, sociale e civile della Musica in tutte le sue forme ed espressioni. Da anni, ci battiamo affinché il Parlamento e il Governo Italiano diano più attenzione al nostro settore. In particolare crediamo che, anche attraverso l’utilizzo di adeguati strumenti promozionali in Italia ed all’estero e il finanziamento di iniziative di ricerca, incentivazione e valorizzazione di nuovi talenti, nonché la formazione di nuove figure professionali legate alla nostra attività, possiamo contribuire alla crescita del Paese, oltre che sotto il profilo formativo e culturale, anche sotto quello occupazionale. Ritengo importante sottolineare che Assomusica si è dotata di un codice etico e di un documento “Regole e ruoli per lo spettacolo dal vivo in Italia”, unici in Europa. In essi vengono stabilite norme di comportamento volte a promuovere standard di qualità e di serietà deontologica di tutta la categoria nei confronti del pubblico, degli artisti, della pubblica opinione, del legislatore e delle istituzioni. Infine, ci tengo a ribadire che gli associati Assomusica, con la loro professionalità ed esperienza, garantiscono la tutela del pubblico e il corretto svolgimento di uno spettacolo o di qualsiasi evento culturale, ottemperando con serietà e scrupolo a tutte le normative in materia. Anche gli Enti calabresi devono cominciare a riconoscere nel registro degli associati Assomusica di questa regione i professionisti per l’organizzazione di concerti e spettacoli dal vivo, allo scopo di concentrare le risorse, ottimizzare la produzione, tutelare e garantire i cittadini sotto ogni aspetto legato all’organizzazione di tali eventi (sicurezza, affidabilità, capacità ed efficienza organizzativa, qualità, costi, professionalità, rispetto di norme e regole vigenti sul territorio, produzione culturale, ecc.). Ed in ogni caso, devono impegnarsi a non escludere le Imprese professionali da qualsiasi bando emanato nel campo della produzione e organizzazione di eventi culturali e di spettacolo, a vantaggio di operatori occasionali o associazioni, riconoscendo il valore culturale, aggregativo, formativo, promozionale e occupazionale di tali attività.

E’ arrivato il momento, anche qui, di eliminare in qualsiasi atto o documento, la definizione di “attività a fine di lucro” come clausola ad escludendum, in riferimento all’attività degli operatori e delle Imprese professionali dello spettacolo dal vivo italiano, riconoscendo nella professionalità di tali imprese il valore necessario per la crescita culturale economica e sociale di questa, già sufficientemente povera, regione.

Per fortuna, esistono anche buoni modelli, come quello che Wanda Ferro, ad esempio, ha saputo mettere in pratica sia da assessore comunale, che da Presidente della Provincia di Catanzaro, ma rimane uno dei pochi esempi in Calabria di corretta sinergia tra pubblico e privato nel campo della Cultura.

 

 

 

Ruggero Pegna

Consigliere Nazionale Assomusica
 


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