Ecco si torna alla guerra di logoramento: la lenta crisi della Nato. Tutti i dettagli
Estero Calabria Catanzaro

Ecco si torna alla guerra di logoramento: la lenta crisi della Nato. Tutti i dettagli

giovedì 12 ottobre, 2023

 Un'analisi sulle crescenti incertezze nel sostegno occidentale all'Ucraina e sulle implicazioni per la stabilità globale

Le principali notizie in merito alla guerra non sono incoraggianti. Il Wall Street Journal, nei scorsi giorni ha dichiarato che i fondi destinati dal Pentagono allo Stato Ucraino stanno finendo, restano solo circa cinque miliardi di dollari al fine di garantire armi e assistenza. Tali somme potranno coprire solo sei mesi di guerra. Il Congresso ha altresì bloccato ulteriori fondi destinati a Volodymyr Zelensky non includendoli nelle misure di emergenza destinati alla guerra della vecchia Europa. Che sia un segnale di sganciamento o di sgretolamento della Nato?  forse gli Usa e i relativi alleati si sono cimentati in qualcosa più grande di loro? Certamente l’invio di armi di terra sequestrate all’Iran dagli USA, è un segnale di grossa e grave difficoltà in cui si trova il gigante del Nuovo Mondo.

 La difficoltà di fornire armi a Kiev non è solo americana, ma anche altri Stati Europei cominciano ad essere in crisi. Il ministro della difesa Italiano, Guido Crosetto ha dichiarato recentemente in merito all’ottavo pacchetto di aiuto destinato all’Ucraina “non abbiamo risorse illimitate” “in modo particolare non siamo in grado di fornire i sistemi di difesa antiaerea Samp-T richiesti in modo pressante dal Presidente Ucraino”.

Ma  in Europa nel mentre aumenta il fronte unito e compatto di quegli Stati che  fermano l’invio di armi al fronte, Polonia e Slovacchia ne bloccano l’invio e non solo, la prima  blocca sia la vendita di prodotti ucraini nel suo territorio che l’invio di armi giustificando la scelta con la prevalenza dell’interesse e della sicurezza nazionale, mentre nella Slovacchia il neo eletto primo ministro Robert Fico, si è opposto alla fornitura di nuove armi decidendo di non firmare il pacchetto di aiuti, precedentemente preparato dal ministro della Difesa.

Il sostegno del fronte pro-Ucraina ha subito un colpo mortale quando il Regno Unito uno dei principali sostenitori di Kiev dopo gli Usa, ha dichiarato che non ha ulteriore equipaggiamento militare da destinare all’Ucraina “Abbiamo dato tutto quello che potevamo permetterci di concedere”. Si deduce che Londra non cederà altri carri armati. Nello stesso tempo la Russia ha dichiarato un aumento del 68% del budget della difesa preparandosi a una guerra lunga, forse nel tentativo di prendere Europa ed Usa per fame e far sì che essi ritirino il loro supporto a Kiev. La crisi economica massiccia e incalzate in Europa e negli Usa ha costretto i governi a calmierare i prezzi di molti generi di prima necessità. Quanto tempo ci vorrà prima che tutta la popolazione europea si levi in un grido comune contro la guerra?  Assistiamo a una sorta di disinteresse verso la questione Ucraina forse che le sue ragioni ci convincono meno?  La controffensiva procede a rilento e l’impeto o la velocità con cui si sarebbero dovuti riconquistare territori oramai sono scemati. Grandi quantitativi di materiali, uomini e mezzi sono stati sacrificati a Marte in una sorta di immoralità collettiva che vede il sacrificio di una nazione e di un popolo come giusto. Quando la finiremo con la vecchia ideologia del vincere e vinceremo? Oramai richiamo che la parola Ucraina venga rispolverata solo in sede elettorale negli Usa. Di certo intere nazioni iniziano ad essere sottoposte ad una sorta di crisi di coerenza vagliando varie ragioni e motivazioni, se continuare a portare il proprio sostegno a Kiev. Ragioni umane, o economiche vengono usate per negare ciò che prima era stato concesso. Forse ci siamo imbarcati in una Crociata più grande di noi?  

La guerra lampo dell’Ucraina orami si è tramutata in una guerra di logoramento che svuota le casse degli Stati e fa riflettere se allontanarsi dai problemi altrui o dare il sostegno a oltranza sino a quando il nemico delle guerre interno non prende coscienza, e si ribelli in nome della Vita e della Pace. Il sostegno senza fondo dato dall’Occidente alla causa dell’aggredito segna la presenza di limiti economici che Europa e la Superpotenza Americana possiedono. La drammaticità della situazione di cui non vogliamo renderci conto perché ciechi o perché non vogliamo vedere, è che nonostante le armi di ultima generazione, i migliori equipaggiamenti forniti, l’Ucraina non può vincere militarmente il conflitto con una superpotenza. La Nato non è forte come voleva far credere al mondo, nuove economie degli Stati emergenti hanno sostenuto la Russia in questo periodo di crisi e di isolamento, con l’aumento dei prezzi del gas a causa dei boicottaggi occidentali per l’esplosione del Nordstream (ancora avvolta nel mistero) che ha causato solo il sovrapprezzo del gas russo rivenduto dalla Cina all’Europa.

Ora se l’occidente che aveva puntato su un cavallo perdente, sceglie il disimpegno militare ed economico, lascerà l’Ucraina a terra a combattere una battaglia per l’Occidente essa che è Est Europa, lasciando il mondo intero in una crisi economica, politica, militare e alimentare che per i prossimi vent’anni sarà sopportata dalle future generazioni.

L’Europa ha fallito negli intenti diplomatici, per ottenere tregue, trattati internazionali finalizzati alla risoluzione di questa controversia.

Europa e la Nato hanno fallito come leader mondiali, per una pace globale in una sorta di equilibrio politico internazionale, forgiato dai precedenti Capi di Stato e di Governo, finalizzato a garantire la PACE tra Nazioni con scambi commerciali, energetici, medici e scientifici nonché tecnologici che nei prossimi anni a venire mancheranno.

Ha fallito come leader del Pianeta e come GUIDA portatrice di valori per la VITA e la coesistenza tra i popoli e il loro progresso.

Per la Pace.

Marco Rispoli (Davoli)


Autore
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