

False sentenze per incassare parcelle: avvocato genovese in carcere
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G. N. noto avvocato genovese ed ex assistente universitario, si è consegnato alle autorità per scontare una condanna definitiva di cinque anni e otto mesi.
L'uomo è stato riconosciuto colpevole di falso, truffa ed esercizio abusivo della professione.
La vicenda ruota attorno a una serie di sentenze false, utilizzate per ingannare i clienti e ottenere il pagamento delle parcelle.
Il meccanismo della truffa
Secondo le indagini, l'avvocato avrebbe creato documenti falsi per simulare la vittoria delle cause dei suoi assistiti.
Tra i casi accertati, spicca quello del 2018, quando un cliente lo denunciò tramite l'avvocato Riccardo Savi. G. N. era stato incaricato di seguire una causa di lavoro, ma anziché procedere regolarmente, mise in atto un complesso raggiro.
Il pubblico ministero Fabrizio Givri ha ricostruito nei dettagli la frode: dopo il mandato firmato dal cliente, G. N. avrebbe omesso il deposito del ricorso presso il tribunale.
Successivamente, per tranquillizzare l'assistito, creò una falsa attestazione, attribuendola a un inesistente assistente giudiziario, e produsse documenti fasulli, come il provvedimento del presidente della sezione lavoro e la sentenza stessa.
Quest'ultima dichiarava un risarcimento di oltre diecimila euro a favore del cliente.
Un passato segnato da accuse disciplinari
La condanna definitiva rappresenta solo l'apice di una carriera controversa.
G. N., infatti, aveva già accumulato una quindicina di procedimenti disciplinari per altri episodi di irregolarità, alcuni dei quali connessi a procedimenti penali.
Tuttavia, nonostante i segnali d'allarme, l'avvocato ha continuato a esercitare fino al suo arresto.
Un epilogo giudiziario
Con la sentenza definitiva e il trasferimento nel carcere di Chiavari, la parabola professionale di G. N. si chiude nel peggiore dei modi.
L'episodio solleva nuove questioni sull'efficacia dei controlli deontologici e sulla tutela dei cittadini nei confronti di professionisti disonesti.